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Torino, Biella, Poirino. Sono al lavoro gli artisti della terza edizione di Resò, il programma di residenze, unico nel suo genere, per la mobilità di artisti IN&OUT promosso dallaFondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
Unico perché rispetto alle residenze convenzionali destinate ad artisti, sempre più diffuse a livello internazionale, Resò si configura non necessariamente come momento di produzione artistica ma come occasione di studio, indagine e interazione con i territori e con i contesti dell’arte.
Fulvio Gianaria, Presidente della Fondazione per l’ Arte CRT, definisce Resò un modello di residenza di ‘seconda generazione’, che prevede «non solo l’atelier e i contatti con gli operatori del territorio, ma un momento di studio e approfondimento per gli artisti. Aspetto, questo, che è ben documentato nella terza edizione del programma. Ogni artista in residenza sta infatti portando avanti, secondo le proprie specifiche azioni e riflessioni, un approfondimento delle ricerche in corso.
Sono questi approcci – continua Gianaria – a fare di Resò una geografia culturale inedita, un percorso nel quale l’arte diviene strumento di riflessione e confronto globale tra l’Europa e paesi come l’India, la Colombia e l’Egitto».
Resò è una riflessione sul «risiedere» e sull’«abitare» e, quindi, sull’attraversamento di un luogo con tutte le molteplici possibilità legate a questa esplorazione.
Ogni attività conoscitiva si distingue in base alle capacità di percezione umana del mondo esterno e alle «tecniche» di osservazione e, se tra percezione e osservazione non vi sarà soluzione di continuità, allora siamo sicuri che anche da questo terzo appuntamento con Resò emergeranno inedite e inaspettate indagini del territorio. Inesplorate narrazioni.
Fino a metà luglio sono in corso tra Cittadellarte, Fondazione Spinola Banna e il PAV le residenze degli artisti IN, gli 'stranieri' provenienti dalle istituzioni partner.
A Biella, a Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, la colombiana Luisa Ungar. L’artista è stata scelta da Lugar a Dudas, realtà museale di Calì in Colombia, nuovo partner di Resò, che sostituisce la brasiliana Capacete: in una public action, reinventando una visita guidata, l’arte diventa traduttore del contesto e i confini tra pratica artistica, educazione, divulgazione, espressione ed esplorazione performativa sono labili.
A Poirino, alla Fondazione Spinola Banna, Malak Helmy e Nida Ghouse che arrivano dalla Townhouse Gallery del Cairo, portano avanti il progetto «Emotional Architecture», una ricerca legata alla nozione di collaborazione-collaboration, intesa e analizzata all’interno del contesto artistico così come del più ampio ambito lavorativo.
A Torino, al PAV – Parco Arte Vivente invece il Frame Works Collective, composto dai due indiani Amit Mahanti e Ruchika Negi, un filmaker e una filosofa sociale, lavora sul tema dell’acqua, bene comune, e sulla sua accessibilità.
A Tehri, comunità a nord est dell’Himalaya, in cui una diga ha sommerso 125 villaggi, gli artisti hanno lavorato sull’esplorazione di un luogo scomparso, attraverso le memorie e le testimonianze, facendo una mappa mentale del luogo che continua a vivere attraverso le associazioni mentali e i ricordi; per Resò, invece, stanno portando avanti una serie di approfondimenti sul sistema idrico torinese per disegnare una mappatura delle acque del territorio e riflettere sul loro «accesso» ed «eccesso».
Nato nel 2010, Resò è il risultato di una riflessione comune sui temi dell’arte contemporanea e della mobilità degli artisti sviluppata in rete da: Accademia Albertina di Belle Arti, Torino; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli; CESAC, Caraglio; Città di Torino-GAI Circuito Giovani Artisti Italiani; Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella; Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; PAV-Parco Arte Vivente, Torino; Eco e Narciso-Provincia di Torino, cui si aggiungono i partner stranieri Khoj-International Artist Association di New Delhi, Townhouse Gallery del Cairo e Lugar a Dudas della città di Calì in Colombia.
Nel corso del programma di residenza 2013 sono organizzati workshop e incontri per favorire lo scambio e un maggiore radicamento con il territorio, con le sue istituzioni culturali e con i suoi protagonisti.
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