Ancora fUNDER35: think tank tra imprese culturali e fondazioni bancarie
Milano. Contestualmente al lancio del bando della seconda edizione di fUNDER35 (che scade il prossimo 15 luglio), prosegue il cammino di formazione e la «comunità di pratica» nata nell’ambito dell’edizione 2012.
Ospitati presso la struttura Olinda (http://www.olinda.org/cittaolinda/città-olinda) a Milano, i 15 vincitori dell’edizione 2012 hanno lavorato per due giornate intere confrontandosi su temi di interesse per chi voglia oggi fare impresa culturale nel nostro paese.
48 ore in cui la comunità di pratica si è concentrata nel mettere a fuoco quale potrà essere il profilo giuridico adatto per le imprese culturali (associazione, cooperativa o impresa sociale?), affrontando temi quali governance e fiscalità, comunicazione e strumenti di misurazione dell’impatto sociale delle attività culturali, fundraising e crowdfunding.
Obiettivo finale della due giorni, provare a delineare insieme le caratteristiche imprescindibili per essere impresa culturale oggi in Italia: interessante in questo senso il dibattito apertosi tra i partecipanti e gli esperti intervenuti, tra i quali i professionisti della Commissione «Economia della Cultura»» dell’UNGDCEC (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) presieduta da Irene Sanesi.
Presenza costante per tutta la durata del workshop del Prof. Marco Cammelli-Presidente della Commissione Cultura dell’Acri-Associazione che riunisce 86 Fondazioni di origine bancaria e a capo della Fondazione Del Monte di Bologna- e dei responsabili di Fondazione Cariplo che hanno seguito fUNDER35 dal suo esordio, ha reso inoltre possibile la creazione di una vera e propria «think tank» all’interno di questo progetto.
Insieme si è discusso di capacità e limiti delle organizzazioni culturali di collaborare anziché competere, di coinvolgere i territori di riferimento generando audience engagement, ovvero partecipazione alle attività e alla vita delle organizzazioni culturali, dell’importanza di saper oggi comunicare la propria identità senza mancare di approfondire la conoscenza dell’altro (fondazioni bancarie, ma non solo) a cui le imprese culturali si rivolgono nella ricerca di nuove strategie di sostenibilità.
«Più che di fronte ad una crisi – ha concluso il Prof. Marco Cammelli – ci troviamo oggi in un continente nuovo: non possiamo più navigare con carte e mappe divenute ormai vecchie e inutilizzabili. Ci vogliono nuovi modelli di lettura: è il momento di smettere di lamentarsi di risorse che non ci sono più, ma di interrogarsi in modo nuovo su obiettivi ed effetti collaterali che le attività culturali che proponiamo saranno in grado di generare sui territori».
E il bando diventa occasione di ascolto dell’energia costruttiva che arriva dal basso. Di scambio a due vie. Comprendere per decidere.
© Riproduzione riservata
Marianna Martinoni è membro del Consiglio Direttivo di ASSIF (Associazione italiana Fundraising) www.assif.it e docente di The Fund Raising School – AICCON. Laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Master internazionale in Comunicazione e gestione delle politiche culturali pubbliche e private. Coautrice, con Pier Luigi Sacco, del primo libro sul fundraising per la cultura in Italia (2005).