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Alla Fondazione Paideia la parola d’ordine è accoglienza

  • Pubblicato il: 29/03/2013 - 09:04
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Anna Follo

Torino. Ha il via la seconda fase del progetto «Operatori museali e disabilità» organizzato dalla Fondazone Paideia e dalla Fondazione Feyles grazie al contributo della Fondazione CRT nell'ambito della linea strategica di finanziamento «Open to all». L’iniziativa è nata per aumentare la fruibilità e la partecipazione dei diversi pubblici, di modo che i musei possano arricchire il loro know-how in ambito di inclusione e accoglienza. «Operatori museali e disabilità» è nato nel maggio 2011 da una tavola rotonda organizzata da musei, istituzioni e cooperative di lavoratori - a cui sono esternalizzati i servizi di sala e accoglienza in buona parte dei musei torinesi - per definire un percorso di formazione atto a dare strumento adeguati al personale preposto all’accoglienza del pubblico. Nel giugno 2012, al termine del primo ciclo formativo, i musei e le fondazioni aderenti al progetto si sono riuniti per presentare e valutare i feedback e in conformità a questi ultimi definire le strategie per sviluppare ulteriormente gli obiettivi. I corsi pianificati sono sette, di cui cinque sono già stati svolti, portando alla formazione di oltre 100 operatori museali. Tra le istituzioni che hanno aderito al progetto, ci sono il Museo del Cinema, il Museo diffuso per la Resistenza, il PAV, la Pinacoteca Agnelli, la GAM, la Fondazione Merz, il Museo regionale di Scienze Naturali, il Borgo Medievale, Palazzo Madama e il Museo della Scuola. Gli ultimi due corsi in programma sono destinati al MAO e al  Museo Egizio. I corsi organizzati nell'ambito di questo progetto hanno offerto una formazione specifica per rendere gli operatori museali più abili nell’accoglienza e gestione dei visitatori con disabilità e con bisogni particolari, incrementando le loro conoscenze e competenze relazionali per rendere più efficace la comunicazione verso gli utenti. Gli operatori aderenti sono stati guidati a riconoscere diverse esigenze specifiche attraverso una serie d’incontri con esperti di accessibilità, psicologi e rappresentati delle diverse associazioni di persone disabili. I prossimi passi di “Operatori museali e disabilità”  riguardano la necessità di comunicare in modo integrato ed efficace questa esperienza per avvicinare nuovi pubblici.

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