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Al MaXXI gli archivi di Graziella Lonardi

  • Pubblicato il: 23/11/2012 - 02:00
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Federico Castelli Gattinara
Achille Bonito Oliva e Graziella Lonardi Buontempo davanti al manifesto di Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70

Roma. La vicenda è stata quasi fulminea: da fine giugno agli inizi di settembre, quando si è svolto il trasloco materiale degli archivi e della biblioteca degli Incontri Intenazionali d’Arte della mecenate e collezionista Graziella Lonardi, scomparsa nel 2010, donati dalla nipote Gabriella. Ad accoglierli è il centro studi MaXXI B.A.S.E. che così si arricchisce di una biblioteca di 8mila volumi d’arte contemporanea, con incursioni nel cinema, nel teatro e nella moda, già tutta digitalizzata grazie a un passato investimento di Lonardi e alla supervisione di Federica Guidae consultabili all’indirizzo www.incontrinternazionalidarte.it/index.php/biblioteca. Sugli archivi invece il lavoro è tutto da fare, nonostante siano stati sempre tenuti in ordine da Lonardi che conservava gelosamente ogni cosa, compreso il «materiale grigio» (volantini, inviti, opuscoli ecc.) delle tante attività interdisciplinari organizzate dagli Incontri Internazionali d’Arte dal 1970. Si tratta di circa 100mila documenti raccolti da subito dal Centro di informazione alternativa fondato quello stesso anno da Achille Bonito Oliva, la cui attività iniziale di critico d’arte fu inscindibilmente legata agli Incontri.
È un materiale inedito e preziosissimo, uno spaccato dell’arte italiana e internazionale tramite cui si può seguire passo dopo passo la genesi di mostre «epocali», tre in particolare: «Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70» (Palazzo delle Esposizioni di Roma, 1970),«Contemporanea» (parcheggio di Villa Borghese, 1973) e «Identité Italienne. L’art en Italie depuis 1959» (Centre Pompidou di Parigi, 1981). Decine di foto, corrispondenza con gli artisti, scambi di idee tra artisti e curatore, lavorazione dei cataloghi, schizzi e disegni autografi, persino bollette di schede di prestito e assicurazioni: gli unici documenti, insieme alle fotografie, che certifichino la reale presenza in mostra di una specifica opera.
Palazzo Taverna, sede degli Incontri, per tutti gli anni ’70 fu una fucina di creatività e dibattito artistico-culturale grazie alla vulcanica attività di Bonito Oliva. Gli archivi conservano testimonianze inedite che altrimenti sarebbero andate perdute, come gli incontri di «Critica in atto», la rassegna dove passarono Argan, Boatto, Calvesi, Celant, Diacono e svariati critici stranieri impegnati sul contemporaneo, sbobinati e trascritti nei primi anni ’80, i tanti dibattiti e tavole rotonde, le presentazioni di libri e quelle di opere d’arte a cadenza giornaliera, di cui sono conservate fotografie meravigliose. Opere in molti casi davvero storiche, come Kounelliscon le labbra d’oro mentre una soprano canta un’aria dalla «Carmen» di Bizet, Paolini che presenta «Apoteosi di Omero», Penone per la prima volta in pubblico con le lenti specchianti. E ancora l’«Informazione sulla presenza italiana» alla Biennale di Parigi dedicata ai giovani artisti del 1971, affidata da Palma Bucarelli a Bonito Oliva per la sezione italiana, senza dimenticare l’attività degli Incontri proseguita nei decenni (si pensi alle mostre curate da Bruno Corà a Capodimonte dal 1987 al 1991, d’intesa con il soprintendente Nicola Spinosa, e quelle a Spoleto degli anni ’90). Vasto e affascinante è il patrimonio di fotografie, specie di Massimo Piersanti, fotografo ufficiale degli Incontri, ma anche di Ugo Mulas su «Vitalità del Negativo», di Nanda Lanfranco su «Identité Italienne», di Claudio AbateElisabetta Catalano, Giorgio Colombo, Paolo Mussat Sartor. E gli acquisti di Lonardi negli ultimi tempi, come la ventina di foto di Sandro Becchetti su Andy Warhol nel cortile di Palazzo Taverna. E infine i documenti, disegni e progetti della mostra «Roma Interrotta» curata da Piero Sartogo nel 1978, con il confronto di 12 architetti internazionali con la pianta di Roma del 1748 del Nolli. «Ho incontrato Graziella Lonardi molte volte, ricorda la direttrice di MaXXI Arte Anna Mattirolo, e condiviso con lei la passione per il “fare cultura”. Questa donazione è un imprescindibile e stimolante punto di partenza per l’attività di ricerca del museo e un incoraggiamento a procedere in questa direzione».
da Il Giornale dell'Arte numero 325, novembre 2012