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Al via il IV Premio Terna

  • Pubblicato il: 06/04/2012 - 11:55
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Federico Castelli Gattinara e Ada Masoero
Il logo della quarta edizione del Premio Terna

Milano e Roma. Prende il via la IV edizione del Premio Terna con molte novità e il rinnovo del protocollo d’intesa triennale con il Mibac. «Dentro e Fuori Luogo. Senza Rete. Il Territorio per l’Arte», questo il tema 2012, presenta una nuova triade curatoriale con Cristiana Collu del Mart, Eric de Chassey dell’Accademia di Francia e il giovanissimo critico Gabriele Francesco Sassone, mentre Gianluca Marziani curerà un nuovo progetto site specific lungo la linea elettrica Foggia-Benevento. Altre novità sono l’apertura del bando alle installazioni, un premio specifico per gli under 23, la relazione con la Russia con la mostra al Multimedia Art Museum di Mosca, una partnership con l’Accademia di Santa Cecilia (presentazione delle opere entro il primo ottobre, info: www.premioterna.com). A pochi giorni dall'avvio della quarta edizione, il Premio Terna ha ricevuto gli auguri per un pieno successo dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, ha concesso l'Alto Patronato al progetto, riconoscimento con il quale viene manifestato il consenso del Capo dello Stato alle finalità perseguite da iniziative italiane ritenute particolarmente meritevoli e di più alto profilo.
Il 6 marzo, intanto, è stato presentato a Milano, alla Fondazione Riccardo Catella, il volume L’arte al tempo dei media. Profili e tendenze della scena artistica italiana (Postmedia, Milano 2012, con Premio Terna), che raccoglie l’indagine curata da Francesco Casetti, docente alla Yale University, sul modo in cui la rete ha cambiato il modo di «fare arte». Il database su cui gli studiosi hanno lavorato, unico in Italia e messo a disposizione da Terna, è formato da 8mila artisti che hanno partecipato alle prime due edizioni del premio (2008 e 2009). Il profilo che emerge è quello di un Pro-Am (Professionista-Amateur) che rifiuta ogni aura demiurgica ed è immerso completamente nel proprio tempo; che ha abbandonato la solitudine creativa per «fare rete»; che svolge (il 63% circa) un altro lavoro e dedica in media sei ore al giorno all’arte, la sera e la notte, in prevalenza in casa (52%) e senza assistenti (89%). Internettiano convinto, il nuovo artista mescola i linguaggi espressivi (web, musica, testi, in ordine decrescente), servendosi in larga misura (70%) di internet anche come mezzo di autopromozione. Non ama le aste, ma preferisce le gallerie, le fiere e i collezionisti, non disdegnando il lavoro su commissione. Il 55% ritiene fondamentale intrattenere rapporti con critici, curatori e galleristi, restando questi ultimi la figura anche «affettivamente» più importante. La vocazione, come un tempo, si manifesta entro i 18 anni, ma la formazione accademica non è più considerata prioritaria, mentre l’approccio con il territorio è di segno «glocal», con un forte radicamento accompagnato da un bisogno di globalità. Molto altro emerge però dalle 272 pagine del libro e dalle conclusioni, tratte da David Joselit, uno dei massimi esperti internazionali di arte contemporanea.

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da Il Giornale dell'Arte numero 319, aprile 2012