Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

«Davvero!». La meraviglia di un mondo perduto in esposizione a Bologna

  • Pubblicato il: 29/03/2013 - 10:26
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Paola Bracke
Davvero! La Pompei di fine '800 nella pittura di Luigi Bazzani

Bologna. Il 1748 fu una data che cambiò radicalmente la storia dell’arte moderna: iniziarono quell’anno i primi scavi nell’area pompeiana che provocarono in tutta Europa un rinnovato interesse per il mondo romano e greco. Fu la nascita del Neoclassicismo: l’ideale classico perduto che affascinò letterati e artisti per un intero secolo. Quando poi lo spirito romantico lasciò la scena all'euforia realistica, per poi aprirsi alla rivoluzione pittorica dell'impressionismo, qualche artista italiano ed inglese ebbe l'ardire di accostarsi a un genere di pittura totalmente differente: quella «neopompeiana», che prendeva spunto dall'archeologia, e in particolare da quella dei siti vesuviani, per divagazioni storiche nelle quali l'antichità veniva rievocata principalmente in scene di vita quotidiana. A farci riscoprire questo genere di pittura è la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con l'Università di Bologna - Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Sezione di Archeologia, presentando un inedito progetto espositivo dedicato alla straordinaria figura dello scenografo e vedutista bolognese Luigi Bazzani (Bologna 1836 – Roma 1927). Ha infatti inaugurato ieri, giovedì 28 marzo, la mostra «Davvero! La Pompei di fine ‘800 nella pittura di Luigi Bazzani», che intende presentare al pubblico l'immenso patrimonio costituito dalle opere di questo artista, che operò a Pompei per circa un trentennio, tra il 1880 e il 1910 circa. Le opere presentate – circa una sessantina tra acquerelli e disegni, in gran parte sconosciuti al pubblico e agli stessi archeologi – restituiscono con una minuzia quasi scientifica, a metà tra pittura e fotografia, edifici e pitture oggi gravemente danneggiati o scomparsi, trasformandosi in preziosi fonti documentarie per gli archeologici. La mostra riflette tutto lo splendore di quei luoghi, ma anche la loro fragilità, dedicando un'intera sezione al confronto tra la pittura del Maestro e fotografie che riportano lo stato attuale di quei luoghi.
Ancora una volta la Fondazione del Monte presenta un progetto molto interessante e ben curato, sotto la direzione di Daniela Scagliarini e Antonella Coralini.
L'esposizione viene inoltre arricchita da un importante «servizio permanente» a disposizione degli studiosi e del pubblico: una «banca dati georeferenziata» degli acquerelli, realizzata in collaborazione col CINECA, utilizzando gli strumenti messi a disposizione da Google Earth. Aprendo quest’applicazione, il visitatore è accolto da un’interfaccia territoriale, tridimensionale e navigabile che propone unapanoramica degli scavi di Pompei dall’alto, oggi affollata di placemaker(segnalini) che individuano luoghi ed edifici del sito e le corrispondenti opere dell’artista bolognese.
Con l’esposizione riparte, infine, il progetto didattico «Un'aula in Fondazione», che apre le porte della mostra anche agli studenti: dai bambini delle scuole dell’infanzia fino ai ragazzi delle scuole superiori, attraverso percorsi creati ad hoc per ogni fascia d’età.
La mostra realizzata con il contributo dell'Istituto Banco di Napoli - Fondazione e con la collaborazione della Soprintendenza dei beni Archeologici di Napoli e Pompei, è ospitata presso la sede bolognese della Fondazione del Monte, in via delle Donzelle 2, dal 29 marzo al 26 maggio 2013. Ingresso libero, tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 (chiuso il 31 marzo e il 1 maggio).
Per chi non riuscirà a visitarla nella sua sede bolognese, potrà gustarsela a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale, a partire dal 4 luglio 2013. Consigliata a tutti i «decadenti» nostalgici del mondo antico.

© Riproduzione riservata