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Fondazione di Comunità Monza e Brianza, storia di un’erogazione proattiva

  • Pubblicato il: 15/05/2017 - 12:07
Rubrica: 
FONDAZIONI DI COMUNITÀ
Articolo a cura di: 
Maria Elena Santagati

«Migliorare la qualità di vita della comunità di Monza e Brianza», questo l’obiettivo della Fondazione che, da 16 anni, opera in favore del sociale e della cultura, intesa come sensibilizzazione. Youth Bank, Il Paese ritrovato-villaggio per malati di Alzheimer, rigenerazione dei beni comuni, innovazione della didattica culturale, tanti i progetti sostenuti, con particolare attenzione ai disabili e alle nuove e vecchie generazioni.
 


 
La Fondazione della Comunità Monza e Brianza Onlus nasce il 18 dicembre 2000 grazie al progetto di Fondazione Cariplo che ha portato alla costituzione di 15 fondazioni di comunità, con un contributo straordinario di start-up pari a 10 milioni di €[1]. In 16 anni di attività, la Fondazione ha emanato ben 99 bandi in 6 settori principali, finanziando 1850 progetti di 1050 organizzazioni in 58 Comuni, per uno stanziamento complessivo di 19,4 milioni di € e di valore generato nella comunità pari a 56,7 milioni di €.
 
Negli anni, la Fondazione ha operato prevalentemente a  sostegno dell’assistenza sociale (74%) e del settore culturale, per attività culturali e artistiche (13%) e per la tutela del patrimonio storico e artistico (6%), e a seguire per ricerca, sanità e ambiente. In linea con gli obiettivi settoriali, tra i destinatari delle attività finanziate figurano target specifici: disabili (33%), minori (27%), famiglie (15%), anziani (7%), giovani (6%),  malati (4%), altro (8%). Beneficiario principale dei fondi erogati risulta ovviamente il no profit, associazioni (49%) e cooperative (31%) e in modo minoritario Enti religiosi (12%), Enti pubblici (4%) e Fondazioni (4%).
 
«A fronte delle criticità sociali emergenti, la Fondazione gioca un ruolo di ascolto e di anticipazione, andando a orientare le risorse dove c’è maggior bisogno, perché vadano a effettivo beneficio della comunità», afferma il Segretario Generale Marta Petenzi. La logica è di «erogazione proattiva», e non più di «erogazione attiva» come agli esordi, con l’intento di identificare settori e obiettivi prioritari di intervento in funzioni dei bisogni della comunità. In linea con questo, nel 2017 la Fondazione ha previsto non una semplice emanazione di bandi ma un vero e proprio tour di presentazione e di concertazione, con 5 incontri sul territorio per confrontarsi e condividere idee e riflessioni con i vari portatori d’interesse. Attività di ascolto che avviene anche tramite l’invio annuale di un questionario per la raccolta di considerazioni e proposte rispetto ai temi e alle modalità d’intervento della Fondazione. In questa direzione anche l’aspetto valutativo assume particolare rilevanza, ed è per questo motivo che la Fondazione ha recentemente incaricato un soggetto esterno per la valutazione quali-quantitativa del proprio operato.
Stimolando e raccogliendo donazioni e poi ridistribuendole in progetti di interesse della comunità, «la Fondazione realizza un vero e proprio matching tra donatori e mondo no profit, grazie alla flessibilità con cui si rapporta al donatore e alla conoscenza del territorio e dei progetti in essere», afferma il Segretario Generale. La Fondazione ha raccolto donazioni pari a 3.056.529 €, di cui il 72% proveniente da aziende, il 24% da persone fisiche, il 3% da enti no profit e l’1% da istituzioni.
Gran parte dell’attività erogativa avviene attraverso bandi (82%), plurisettoriali, monosettoriali o monotematici, a cui si aggiungono microerogazioni, progettualità specifiche, erogazioni da fondi e raccolte per progetti. In collaborazione con Fondazione Cariplo, 6 bandi annuali sono stati attivati dal 2010 («Emblematici minori»), in aggiunta a quelli specifici della Fondazione. In questo ambito, lo scorso 20 aprile sono partiti 6 progetti, a seguito di uno stanziamento delle due fondazioni pari a 570.000€ a valere sul bando «Emblematici provinciali 2016»:  due nell’ambito della valorizzazione dei beni comuni, con l’obiettivo di attivare processi di co-progettazione e collaborazione tra cittadini, enti pubblici e privati per la rigenerazione e il riuso di beni comuni, due volti al recupero e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico,  i restanti due  rivolti a due specifichi target: alle nuove generazioni, sul tema della  povertà educativa, culturale, economica e formativa, e agli anziani a rischio di isolamento, con azioni intergenerazionali e di innovazione tecnologica.
 
Dal 2012 la Fondazione promuove, sull’esempio dell’esperienza nata in Irlanda del Nord e poi ampiamente diffusasi negli Stati Uniti, Youth Bank, un innovativo progetto volto al coinvolgimento di giovani, in questo caso di studenti della scuola secondaria superiore, nella elaborazione e gestione di un bando di finanziamento, con l’obiettivo di individuare progetti di utilità sociale e sensibilizzare così i ragazzi al valore della filantropia e a riconoscere i bisogni della loro comunità di riferimento.
Una particolare attenzione ai giovani, ma anche alle vecchie generazioni. Tra i vari interventi in questo ambito, la Fondazione ha garantito il proprio sostegno, economico e attraverso la creazione di un fondo dedicato, anche per la costruzione de «Il paese ritrovato», il secondo villaggio al mondo e il primo in Italia concepito per accogliere persone con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, promosso dalla Cooperativa La Meridiana e nato sul modello del Villaggio di Weesp, in Olanda.
Con un patrimonio di 17,6milioni di €, 67 fondi attivi e un’erogazione totale nel 2016 pari a 2,5 milioni di euro, per l’anno 2017 la Fondazione ha emanato 10 bandi:
  1. Youth Bank – Prevenzione Dipendenze
  2. Adolescenti e preadolescenti in situazione di difficoltà
  3. Assistenza sociale
  4. Contrasto alla fragilità e alla marginalità socio-economica
  5. Attivazione di comunità e coesione sociale
  6. Disabilità e tempo libero
  7. Attività culturali e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (II semestre 2017)
  8. Multietnicità - conoscere per comprendere
  9. Attività culturali e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (I semestre 2018)
  10. Minori non accompagnati

 
Per la Fondazione, afferma Petenzi, «la cultura è in stretto rapporto con la coesione sociale, è anche intesa come sensibilizzazione, promozione della conoscenza» e quindi trasversale ai vari ambiti di intervento. Per entrambi i bandi rivolti al settore culturale, gli obiettivi prioritari sono «avvicinare alla cultura e all’arte fasce specifiche di popolazione», attraverso iniziative a valenza educativa rivolte in particolare all’avvicinamento all’arte di bambini, giovani, anziani, famiglie, e «facilitare la coesione sociale e valorizzare i beni di interesse artistico e storico del territorio» sviluppando un approccio innovativo alla fruizione e alla didattica culturale. Le attività culturali costituiscono anche l’oggetto del bando Multietnicità, volto alla conoscenza e alla comprensione reciproca delle comunità straniere presenti sul territorio.
«Credo che le Fondazioni possano diventare una risorsa sempre più importante per la comunità . La loro flessibilità consente di giocare ruoli diversi sul territorio e rispondere così alle esigenze dei cittadini, dei donatori, delle organizzazioni no-profit. In un’ottica di sussidiarietà, affiancando e non sostituendo il settore pubblico. In un welfare che va modificandosi, le Fondazioni diventano soggetti attivi promotori di riflessione e di sensibilizzazione, dei soggetti catalizzatori», conclude Petenzi.
 
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[1] Per ulteriori informazioni sul progetto di Fondazione Cariplo: http://www.fondazionecariplo.it/it/progetti/fondazioni-di-comunita/index...