Connettere arte ed impresa si può: ce lo conferma d/a/c, denominazione artistica condivisa
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Rubrica:
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di:
Milena Zanotti
Incontriamo Giovanna Felluga, art advisor e coordinatrice di progetti d’arte contemporanea, con un nome che è espressione della tradizione vitivinicola italiana, per riprendere il filo del discorso di D/A/C, partendo dal Vigne Museum
Giovanna Felluga ha un curriculum che si snoda tra arte ed imprenditoria. Prima nipote di Livio Felluga in ordine di età, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna dal 2005 inizia a lavorare in diverse gallerie d’arte contemporanea a New York, fra cui la Leo Castelli Gallery. Rientra in Italia dopo un paio d’anni e collabora con la galleria RAM radioartemobile di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier con la quale tutt’ora sviluppa diversi progetti di connessione tra arte contemporanea ed impresa, fra questi D/A/C (Denominazione Artistica Condivisa). Nel 2010 nasce Atemporarystudio di cui è co titolare con Samantha Punis. Giovanna ha innescato la nascita del Vigne Museum ed attualmente ne è coordinatore artistico, occupandosi della sua programmazione in stretto contatto con l’azienda Livio Felluga.
Questa produce circa 800mila btg all’anno, 80-85% di vini bianchi. La superficie vitata è di ca 155 ettari, in collina, nelle zone del Collio e dei Colli Orientali. In particolare nella zona di Rosazzo dove dal 2011 è possibile produrre vini sotto la DOCG Rosazzo (Terre Alte-Abbazia di Rosazzo), unica DOCG per un vino secco in Friuli (le altre sono Ramandolo e Picolit). Il mercato più importante è l’Italia dove viene venduto quasi il 60% della produzione, all’estero è presente in più di 60 paesi e i mercati principali sono Stati Uniti, Germania e Russia.
Giovanna, ci siamo incontrate nel 2014 per parlare di D/A/C ed era un’occasione davvero speciale: suo nonno Livio, conosciuto il grande ‘patriarca del vino’ e grande imprenditore dell’enologia italiana, compiva 100 anni ed in suo onore veniva inaugurato il Vigne Museum, progetto di un museo senza porte perché calato in un contesto ambientale, quello dei vigneti collinari di Rosazzo, al confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia. Come si è sviluppato il progetto? Si può tracciare un primo bilancio circa le sue ricadute territoriali?
Il Vigne Museum è un progetto di Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle realizzato, come bene hai ricordato, per i 100 anni di Livio Felluga un museo a cielo aperto dedicato alla vite e al paesaggio, un omaggio dell’azienda e della famiglia al nonno Livio. Ogni anno il Vigne Museum vive di una programmazione sia in loco composta da performance site - specific all’interno della struttura (Sylvia Hallet 2016, Andrea Hackl 2016), da conferenze legate al tema del paesaggio e della tutela ambientale, che di collaborazioni e partnership con istituzioni culturali internazionali (Fondazione Querini Stampalia, City Museum di Ljubljana, IUAV di Venezia per ricordarne alcune). Locale e internazionale, due aspetti assolutamente importanti e complementari, intrinsechi alla natura del Vigne Museum, che saranno nel 2017nuovamente sollecitati grazie a NOW New Operation Waves, una rete operativa internazionale composta da artisti, curatori, ricercatori, mediatori, architetti, supportata da Zerynthia Associazione per l'Arte Contemporanea ODV. Un’ iniziativa rivolta alla formazione e ai giovani che il prossimo autunno animerà il Vigne Musuem con una residenza aperta a studenti delle Università locali e alcuni membri della rete di NOW provenienti da diverse parti d’Europa.Insieme indagheranno tematiche legate all’ambiente e al paesaggio, care al Vigne Museum.
Nota importante nella storia recente del Vigne Museum è la collaborazione con la Fondazione No Man’s Land.
Realizzata grazie a Mario Pieroni e Dora Stiefelmeieri di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea ODV / RAM radioartemobile, figure chiave dello sviluppo del Vigne Museum e del progetto D/A/C .La Fondazione No Man’s Land nasce con l’intenzione di alimentare la rete di progetti di Friedman-Decavèle in Italia e tutelare il pensiero di Friedman. Il Vigne Museum dialoga attivamente con la Fondazione quale tassello di un percorso più articolato comporto da diversi luoghi e progetti di Friedman-Decavèle ora, grazie alla Fondazione, accomunati sotto un unico cappello culturale.
Il Vigne Museum è stato realizzato grazie alla partnership con l’azienda di Livio Felluga e all’intermediazione di RAM radioartemobile all’interno del suo progetto itinerante D/A/C (Denominazione Artistica Condivisa). Ce ne può illustrare le idee sottese?
D/A/C meeting e il Vigne Museum sono progetti direttamente consequenziali, il Vigne Museum nasce da D/A/C ed entrambi sono accomunati da una dimensione di sviluppo processuale. Sono progetti in continuo divenire che si modificano e crescono grazie agli interventi e al contributo di chi vi partecipa. D/A/C meeting si allinea perfettamente alla visione di Friedman che sempre pone le relazioni umane alla base di qualsiasi struttura architettonica, economica, sociale.L’obiettivo di D/AC/ consiste nel creare dei momenti d’incontro in cui imprenditori e artisti possano dialogare per trovare punti di connessione al fine di sviluppare progetti condivisi a favore dell’impresa e della ricerca artistica. Il Vigne Museum nasce in questo contesto per rispondere ad una domanda precisa dell’azienda. Come sigillare un momento importante della vita aziendale e famigliare? I progetti D/A/C si sviluppano grazie a delle figure chiave, i mediatori culturali, che da dietro le quinte supervisionano e accompagnano nel massimo rispetto delle parti l’artista e l’imprenditore. Un ruolo che rivesto con soddisfazione grazie agli insegnamenti e all’impostazione ricevuta da RAM radioartemobile e Zerynthia uniti al ritmo imprenditoriale e al pragmatismo assimilato in famiglia. Riuscire a far collaborare due mondi così diversi, per il bene comune, è la sfida più difficile e affascinante.
Quale il significato di uno dei concetti chiave di D/A/C, ovvero che ‘gli artisti indossano la veste di sponsor di idee per l’impresa’?
D/A/C parte da presupposti diversi rispetto al tradizionale rapporto arte/impresa, ormai superato, in cui l’azienda supporta l’arte con donazioni in denaro in cambio di prestigio e visibilità. Con D/A/C i ruoli si invertono e l’artista dialoga con l’impresa, un’impresa consapevole e aperta, per “sponsorizzare” l’azienda attraverso le sue idee,comprensibilmente legate alla propria ricerca. Dalle idee nasceranno progetti aziendali con una forte matrice artistica caratterizzati quindi da una Denominazione Artistica Condivisa.
Il presupposto di D/A/C è il ‘Club Mobile’, ovvero una rete di imprese ed artisti. Ce ne può illustrare l’importanza e come si è incentivata questa rete? Ad oggi sono stati realizzati 19 incontri D/A/C e più di 120 personalità coinvolte fra cui artisti, imprenditori e addetti culturali che si sono confrontati, conosciuti e hanno aderito in modo diverso ad un pensiero comune.Questo CLUB MOBILE è una piattaforma di relazioni in continua crescita attivata da RAM e dai mediatori culturali che, come me, curano gli incontri e selezionando le persone più idonee ad alimentare la ricerca di D/A/C.
L’ultimo appuntamento D/A/C è stato organizzato allo IUAV di Venezia, lo scorso 17 marzo, ed è il diciannovesimo della serie. Il titolo è stato significativo: ARTISTS VS ENTREPRENEURS. Quali sono stati gli interlocutori e gli esiti dell’incontro? Quale il dialogo tra imprenditori ed artisti?
Il 19° incontro D/A/C/ si è svolto in occasione di un appuntamento molto importante, il saluto alla città di Venezia de La Montagne de Venise, ultimo progetto di Yona Friedman & Jean- Baptiste Decavele in Italia, da settembre 2016 ospitato allo IUAV e di prossima riapertura ad Alghero. Attraverso l’intervento dei vari relatori sono emersi diversi temi che caratterizzano il rapporto arte/impresa. Luca Bonato , co-titolare e anima creativa di Fusina Srl, azienda leader nella lavorazione del plexiglass per visual, product e interior design, maestri nella realizzazione di allestimenti immersivi e dal forte carattere esperienziale, ha affermato quanto il confronto con gli artisti sia una risorsa inestimabile e potenzialmente in linea con lo sviluppo quotidiano della sua produzione; Nicola Corsano titolare di SIRIA srl, Vice Presidente Giovani di Confindustria Veneto ha portato la testimonianza della categoria di imprese che rappresenta sottolineando la responsabilità sociale che queste rivestono nel promuovere l’arte e la cultura; Sara Goldshmied del duo Goldshmied & Chiari, cavalcando l’imminente successo della loro mostra personale alla galleria Renata Fabbri, ha raccontato come siano riuscite, attraverso il dialogo e la collaborazione, a portare l’ azienda che si occupa della produzione di alcuni elementi delle loro opere verso una ricerca interna esclusivamente rivolta alla risoluzione delle loro esigenze creative; Maurizio Mussati, fondatore e titolare di WonderGlass, azienda che coniuga la ricerca progettuale di nomi del design internazionale alla preziosità del vetro soffiato veneziano, ha sottolineato le differenze profonde sia di modalità che di approccio nella collaborazione con designers internazionali rispetto al confronto con gli artisti che per natura lavorano su livelli diversi dal puro sviluppo progettuale; il contributo di Antonio Parolisi, titolare diEuroprogressGroup Spa, sponsor de La Montagne de Venise, è stato fondamentale perché esempio concreto di come un imprenditore possa utilizzare la propria impresa per fare conoscenza. Antonio Parolisi ha capito il potere dell’arte come fonte di crescita personale con la conseguente ricaduta positiva su tutti i comparti aziendali. Attraverso D/A/C la sua intenzione è di fare formazione interna attraverso il confronto con un artista per regalare ai suoi collaboratori un’esperienza di crescita; Daniele Puppi, artista che ha animato la discussione in modo dirompente ricordando a tutti da dove deve nascere una collaborazione sana fra l’arte e l’impesa: dall’affinità dell’imprenditore e dell’artista, dalla fluidità del loro dialogo e del loro pensiero. Senza una base relazionale forte non si riesce a creare nulla di importante dice Puppi.
L’incontro è stato coadiuvato dal partner tecnico Art Lawyers. Quale l’importanza strategica di questa collaborazione e quale altre partnership sono state attivate?
Art Lawyers è il primo partner tecnico nella storia di D/A/C coinvolto per allargare l’argomento a professionalità diverse che come noi promuovono lo scambio e le relazioni tra parti diverse. La rete di avvocati esperti in diritto dell’arte, rappresentata dai suoi fondatori, l’avvocato Simone Morabito e l’avvocato Francesco Fabris, si allinea agli intenti e dello spirito di collaborazione promosso da D/A/C. Simone Morabito e Francesco Fabris oltre ad essere avvocati di successo sono prima di tutto dei collezionisti e profondi conoscitori delle dinamiche che sottendono il mondo dell’arte contemporanea fatto non solo di leggi decodificate ma di case history unici e di difficile individuazione per chi non frequenta in prima persona l’ambiente artistico. Art Lawyers è un partner indispensabile per D/A/C perché ci aiuta a portare a termine il processo di intermediazione fra l’artista e l’impresa tutelando entrambe le parti.
La sostenibilità del progetto è data dalle aziende che intendono intraprendere un percorso condiviso. Quali i riscontri ottenuti in ambito aziendale? Ce ne può tracciare qualche esempio?
Vi posso con piacere anticipare la notizia che dal 19° D/A/C meeting è nata una bella collaborazione tra l’azienda EuroprogressGroup Spa e l’artista Daniele Puppi. Già in fase di discussione a Venezia Antonio Parolisi ha invitato pubblicamente l’artista a realizzare un progetto site specific a Napoli all’interno della sua azienda, pretesto utile a mettere in relazione i suoi collaboratori con l’artista e regalare loro un’esperienza di crescita e di maturazione personale.
Vi è stato un incremento in tale direzione rispetto a due anni orsono?
Paradossalmente la crisi globale ha aiutato le aziende superstiti a cambiare e ad innovare in modo rapido. Gli imprenditori si sono rimessi in gioco aprendosi a nuove modalità di impresa basata anche su interventi sperimentali e sul coinvolgimento di consulenti straordinari come gli artisti. Ci sono inoltre aziende fortissime che sono nate in questi anni di cambiamento, che hanno applicato fin da subito nuovi codici, nuove strategie di marketing e di comunicazione e stanno cavalcando con grande successo questo momento storico.
Il ventesimo e prossimo incontro per D/A/C si svolgerà in Sardegna ed avrà un collegamento significativo con il prossimo ‘Giro d’Italia’, massima gara ciclistica del nostro Paese. Ce ne può parlare in anteprima?
Il 20° D/A/C meeting si svolgerà ad Alghero che da fine aprile diventerà una meta importante per il mondo dell’arte contemporanea e dello sport.Il 30 aprile si aprirà una grande mostra dal titolo In-Giro a cura di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea ODV sul tema della bicicletta in occasione della partenza del 100° Giro d’Italia, il 5 maggio proprio ad Alghero. Zerynthia ha coinvolto quasi 30 artisti, i compagni di strada di un lungo percorso dedicato all’arte e alla cultura contemporanea: Getulio Alviani, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Jimmie Durham, Jan Fabre, Marco Fedele di Catrano, Rainer Ganahl, Alberto Garutti, Laura Grisi, Fabrice Hybert, Felice Levini, H.H. Lim, Gülsün Karamustafa, Luigi Ontani, Luca Maria Patella, Cesare Pietroiusti, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Daniele Puppi, Annie Ratti, Gert Robijns, Maurizio Savini, Remo Salvadori, Ettore Spalletti, Donatella Spaziani. Il 3 maggio approderà ad Alghero anche la Montagne de Venise che cambierà aspetto diventando No Man’s City/La Città di tuttiinserendosi, insieme alle altre iniziative, in un progetto più ampio dal titolo Sentieri Contemporanei, un palinsesto di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Sentieri Contemporanei è promosso da Fondazione di Sardegna con Zerynthia Associazione per l'Arte Contemporanea O.D.V. e Decamaster / Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l'Arte dell'Università di Sassari, in collaborazione per questa edizione con Fondazione Meta. L’incontro D/A/C è previsto a fine giugno e sarà svolto congiuntamente al ciclo Nuove Alleanze, tavolo di riflessione interdisciplinare e di progettazione operativa per la promozione della cultura contemporanea. Sarà un D/A/C meeting che si concentrerà sulla Sardegna, andando a coinvolgere imprenditori e addetti culturali che hanno un ruolo importante nella salvaguardia dell’ambiente, del territorio e delle sue tradizioni, attori fondamentali nello sviluppo economico di una terra di rara bellezza e bene prezioso per il nostro Paese.
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