AL MUSEO MARINO MARINI ANCHE UN COMITATO D'ONORE E UN VISITING DIRECTOR
La presidente Patrizia Asproni presenta il nuovo corso dell'istituzione fiorentina. Un mese di apertura gratuita per avvicinare il museo alla città. Dmitry Ozerkov dell'Ermitage curerà la programmazione espositiva del 2017. Da Il Giornale dell’Arte.
Firenze. Il Museo Marino Marini inaugura una nuova stagione sotto la presidenza di Patrizia Asproni, che si presenta assai diversa nella metodologia, nei referenti e quindi nella programmazione rispetto alla stagione precedente. Volontà dell’Asproni è di far conoscere maggiormente alla città il museo (che oltre a conservare le opere dello scultore nell’allestimento di Lorenzo Papi e Bruno Sacchi, comprende la Cappella Rucellai, gioiello del primo Rinascimento, opera di Leon Battista Alberti, inclusa nel percorso del museo, rendendola cosi più fruibile al pubblico, sotto la direzione di Alberto Salvadori), rafforzando anche il legame col territorio (un invito espresso dall’apertura gratuita dal 15 dicembre al 15 gennaio), e di ampliarne la visibilità internazionale, consolidando rapporti con altre istituzioni estere.
In realtà il Museo Marini, sotto la presidenza di Carlo Sisi e la direzione di Alberto Salvadori, ha in questi anni ospitato mostre di calibro notevole, con un programma mirato a far conoscere a Firenze la sperimentazione di artisti, perlopiù giovani, attivi sulla scena internazionale, chiamati a concepire, pur nella sempre limitata disponibilità di fondi, opere site specific per il museo, quindi legate alla storia del luogo e alle sue successive trasformazioni.
La nuova presidenza intende tuttavia seguire un’altra via, creando un comitato d’onore, presieduto da Michela Bondardo, pioniera della contaminazione tra mondo dell’arte e business (attualmente membro del MoMA Contemporary Art Council), composto da figure provenienti da diversi ambiti: lo psichiatra Vittorino Andreoli, membro della New York Academy of Sciences; Sylvia Lahav, esperta di didattica museale, anche per i maggiori musei londinesi, Nicolas Viljine, Advisor del Direttore Generale del Museo dell’Ermitage; Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente dell’Associazione Amici degli Uffizi; Ellyn Toscano, direttrice della New York University di Firenze; l’architetto, designer e artista Alessandro Mendini; Laurence Kardish, curatore indipendente e former senior curator of film, The Museum of Modern Art, New York; David Parsons, coreografo, insegnante, regista e fondatore della compagnia Parsons Dance; Jeffrey Schnapp, figura di riferimento nel campo delle digital humanities, fondatore e direttore dello Standford Humanities Lab, poi direttore del metaLAB (at) Harvard, attualmente chief executive officer – Piaggio Fast Forward a Boston.
A questi si affiancherà la figura del visiting director, un direttore al quale sarà affidata per un anno la programmazione espositiva, col compito di realizzare un progetto ad hoc per il museo attorno al quale ruoteranno tutti gli altri eventi. Per il 2017 ci sarà Dmitry Ozerkov, curatore del Dipartimento di Arte Contemporanea del Museo di Stato dell’Ermitage di San Pietroburgo, curatore e ideatore del progetto «Hermitage20/21» (nato nel 2007 con lo scopo di collezionare, esporre e studiare l’arte dei secoli XX e XXI). La scelta è legata al crescente interesse della Russia nei confronti di Firenze e all’inizio del 2017 Ozerkov comunicherà il suo programma che avrà come punto di partenza proprio il Tempietto albertiano nella Cappella Rucellai.
Già programmata invece, a fine 2017, la mostra celebrativa del trentennale del film di James Ivory, «Camera con vista» («A room with a view») tratto dall’omonimo romanzo di E.M. Foster, di cui Firenze è stata protagonista, con la camera situata sul lungarno accanto a Ponte Vecchio. Saranno esposte immagini del backstage assolutamente inedite grazie alla collaborazione fra e con tutte le istituzioni cittadine, Comune, Regione, Film Commission Toscana, New York University, British Institute, Odeon Firenze e lo stesso regista.
La presenza di Andreoli nel comitato d’onore sarà significativa per il potenziamento dell’attività del Dipartimento educazione, verso le scuole, ma non solo (ad esempio il progetto «L’arte tra le mani» avviato nel 2012, per favorire l’accesso all’arte alle persone affette da Alzheimer e a chi le assiste).
Il museo può contare su un contributo di 70mila euro erogato direttamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze nell'ambito del progetto «piccoli grandi musei» e non più per le singole mostre. Infine da ricordare la chiusura di un mese del museo (fine gennaio-fine febbraio) per lavori di ristrutturazione riguardanti il nuovo impianto di climatizzazione, grazie al contributo messo a disposizione dalla Regione Toscana a valere sui fondi Fesr e al Comune di Firenze.
da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 14 dicembre 2016