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Un Castello per Michelangelo Pistoletto in Puglia

  • Pubblicato il: 10/04/2015 - 10:52
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Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva

Gallipoli, capitale turistica del Salento, si prepara ad accogliere la pacifica invasione del Terzo Paradiso nel suo più importante presidio storico artistico: sarà un’estate nel segno del simbolismo natura/artificio e dalla forte impronta culturale
 

C’era una volta un castello in mezzo al mare, su un isolotto del profondo sud della Puglia: per anni «la noia, l’abbandono, il niente, sono stati la sua malattia» fino a quando non è arrivata la lungimirante iniziativa di una amministrazione comunale che, per valorizzare uno dei suoi tesori più belli, ha deciso di affidarlo alla gestione di un privato… e lì ha inizio la storia.
Potrebbe essere la trama di una fiaba moderna, ed in qualche modo lo è: infatti il riscatto e la rinascita del Castello di Gallipoli partono infatti proprio dal 2014, quando l’agenzia di comunicazione Orione prende in mano le redini dell’imponente complesso fortilizio e pian piano dà il via un lavoro di manutenzione del bene che rende in poco tempo fruibile un percorso di visita mirante a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori.
E così, dall’apertura del luglio 2014, grazie alla proposta di piccoli e grandi eventi e agli orari di apertura prolungati, appositamente studiati per dare la possibilità anche al turista «nottambulo» di poter godere della visita, il maniero arriva a registrare ben 33mila ingressi già nel settembre dello stesso anno.
Il 2015 inizia pertanto con grandi aspettative, per soddisfare le quali il Castello si prepara a ospitare uno dei più grandi artisti viventi: Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore, esponente della pop art, animatore e protagonista del movimento dell'arte povera, autore negli anni sessanta e settanta dei Quadri specchianti e degli Oggetti in meno, fondatore nel 1998 di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a Biella, luogo di interazione tra l’arte, l’educazione, l’industria e la società.
La sua lunga carriera è costellata da una serie di riconoscimenti internazionali: nel 2003 il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia; nel 2004 la laurea honoris causa in Scienze Politiche all'Università di Torino; nel 2007 Pistoletto il Wolf Foundation Prize in Arts a gerusalemme; nel 2013 è stato protagonista al Museo del Louvre di Parigi con la sua personale «Michelangelo Pistoletto, année un - le paradis sur terre»; nello stesso anno, ha ricevuto a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura per mano dell’Imperatore. E potremmo continuare ancora.
Nel frattempo la sua arte ha preso sempre più una piega socialmente impegnata: nel 2003 scrive il manifesto del suo nuovo progetto, il Terzo Paradiso, il cui simbolo, il Nuovo Segno di Infinito, è costituito da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Tra i due cerchi opposti, assunti a significato di natura e artificio, viene inserito un cerchio centrale, a rappresentare il grembo generativo del Terzo Paradiso, ideale superamento del conflitto distruttivo in cui natura e artificio si trovano nell’attuale società. Nella conflittualità dei due regni, naturale e artificiale, il segno centrale diviene l’auspicio urgente di una risoluzione nel quale armonizzare le due parti. Questi infatti contiene entrambe le sfere e rappresenta il grembo generativo come ideale superamento della crisi e del conflitto: tra gli altri, realizza un esempio dalla forte connotazione site-specific anche a Bari, nel Castello Svevo, in occasione della mostra “Intramoenia extra-art” a cavallo tra il 2008 e 2009.
Nel dicembre 2012, capovolgendo la visione negativa della profezia Maya, si fa promotore di Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, realizzando il Terzo Paradiso contemporaneamente in oltre 70 paesi del mondo, utilizzando materiali sempre diversi tra loro come tappi di bottiglia, rovine romane, torce, persone disabili, fiori, orti ecc.
Dal 5 giugno al 27 settembre, tra le sale e gli spazi del Castello di Gallipoli, si prevedono tre grandi installazioni site-specific, che stimoleranno simbolicamente lo spazio di relazione tra le persone e la storia, riconnettendo il passato al presente: il Terzo Paradiso nella Piazza d’Armi con al centro un grande ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale verrà piantato il germoglio di un nuovo ulivo; nella sala circolare sarà installato un Labirinto, con il tavolo specchiante «LoveDifference», a forma di Mar Mediterraneo circondato da sedie provenienti dalle culture che si affacciano al Mare Nostrum. In un’altra sala espositiva vi saranno dei lavori storici specchianti, frutto di originali soluzioni artistiche, sperimentate sin dagli anni settanta, attraverso l'impiego di numerosi materiali e tecniche, con l'intento di coinvolgere attivamente lo spettatore all'interno della sua opera.
Il percorso espositivo pensato per Gallipoli contiene evidenti valenze simboliche che riguardano la vita sociale nel suo più alto momento di crisi e contemporaneamente indica la via del dialogo («LoveDifference») e della rinascita («Il germoglio dell’ulivo»): mai messaggio fu più attuale, soprattutto per il territorio salentino, funestato dalla piaga della Xylella che colpisce l’albero simbolo di una regione intera.
La mostra, che sarà inaugurata giovedì 4 giugno alle 19, è curata da Manuela Gandini e prodotta dall'agenzia di comunicazione Orione – che gestisce il Castello – con la direzione artistica dell'architetto Raffaela Zizzari.
Siamo sicuri che non mancheranno altre sorprese.
 
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