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Fabrizio Plessi: quando l’acqua accende il sacro fuoco dell’arte

  • Pubblicato il: 07/07/2014 - 09:21
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Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva

(Polignano a Mare, BA). Emozione palpabile sabato sera alla consegna del Premio Pino Pascali, giunto alla sua diciassettesima edizione, assegnato a Fabrizio Plessi, grande sperimentatore della videoarte, protagonista anche in questo caso dell’installazione allestita all’interno del Museo.
Le assonanze con quello che fu probabilmente il più grande artista pugliese, esponente dell’arte povera ed eclettico sperimentatore di mondi diversi ed affini, il compianto Pino Pascali, prematuramente scomparso nel 1968 a soli 33 anni, sono fortissime. Anche Plessi lavora da sempre su più piani, paralleli ma in qualche modo sovrapposti, dai quali emergono alcuni elementi cardine che fanno da pietre miliari nei suoi lavori: l’utilizzo di materiali naturali, che anche Pascali amava inserire nei suoi lavori, con cui anzi sovente realizzava le sue opere; e l’acqua, specie quella del mare, fonte di ispirazione e grande passione anche per Pascali.
Ed è proprio il tema dell’acqua alla base del concetto di questa grande installazione video allestita nella sala centrale del museo polignanese: in realtà si tratta di due grandi installazioni video, fiumi virtuali sul pavimento e in esposizione verticale grandi cascate, omaggio esplicito a due opere di Pino Pascali, le «Confluenze» e le «Cascate».
Entrando nella sala, guidati dal rumore dell’acqua, si entra in una dimensione spazio-temporale parallela: emozionante e coinvolgente, il lavoro dell’artista conquista immediatamente, nella sua voluta semplicità che garantisce efficacia ed impatto emotivo all’opera.
Emozionati erano i componenti della commissione tecnica, composta dai critici Marco Senaldi, Marco Tonelli e dalla direttrice Rosalba Branà, che hanno raccontato le motivazioni alla base della loro scelta, caduta per ovvie affinità sull’artista che più di tutti forse in Italia ha sperimentato la tecnica della videoarte, sdoganandola e ponendola all’attenzione del pubblico e della critica; come lo erano anche i padroni di casa, il Sindaco e l’Assessore alla cultura di Polignano a Mare, che non hanno potuto fare a meno di sottolineare come siano orgogliosi del fatto che questa «piccola cittadina pugliese» sia diventata punto di riferimento per l’arte e la bellezza nella regione.
L’assessore regionale Silvia Godelli ha rimarcato l’importanza del lavoro realizzato con e attraverso la fondazione per rinforzare il comparto arti visive contemporanee in Puglia (comparto che pur tuttavia mantiene ancora delle criticità rispetto agli altri settori della filiera culturale e creativa, più strutturati e attrezzati).
Applausi scroscianti hanno accolto un Fabrizio Plessi estremamente commosso, che ha raccontato l’origine di questo lavoro come un flusso spontaneo di creatività nato in pochi minuti, grazie alla profonda affinità che lo unisce a Pino Pascali, al punto da dare alla stessa un titolo che è la sintesi dell’unione dei due mondi: «Plescali».
Dire di più sarebbe pleonastico: più interessante è calarsi nell’onda di questo lavoro, che sarà in mostra fino al prossimo 7 settembre.
«Amo le onde – dichiara Plessi – che spazzano via le secche del nostro quotidiano e della sua banalità. Non si può vivere non creando onde, bisogna sempre agitare le acque».

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