Roma non delude mai
Basilea (Svizzera). Dal 5 giugno al 16 novembre l’Antikenmuseum ospita la mostra «Roma eterna», una selezione di oltre 70 sculture dall’età imperiale al Neoclassicismo provenienti dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli Onlus e dalla collezione dello storico dell’arte Federico Zeri, scomparso nel 1998, che lasciò la sua raccolta all’Accademia Carrara di Bergamo, a Villa Medici a Roma e ad altri istituti pubblici (guida Skira). Questa mostra si modella su quella tenutasi nel 2012 (cfr. Vernissage n. 135, mar. ’12, pp. 7-8) al Museo Fondazione Roma e curata da Andrea G. De Marchi con la consulenza di Dario Del Bufalo. Quest’ultimo è ora, con Tomas Lochman, il curatore della mostra svizzera, frutto della collaborazione tra l’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig, la Fondazione Santarelli, con il contributo della Fondazione Roma e l’organizzazione di Arthemisia. «Nel corso dei secoli imperatori, uomini d’arme, papi e vescovi hanno utilizzato la scultura come efficace strumento di propaganda politica, spiegano i curatori. Abbiamo impostato il percorso espositivo avvicinando le opere per temi, qualità formali e stile». Si va dalla prima sezione, dedicata ai ritratti compresi tra l’età imperiale e l’epoca barocca, alla seconda dedicata a soggetti mitologici e allegorici, mentre la terza accoglie opere a tema religioso destinate alle cappelle private. Infine, grazie alla policromia delle sculture in porfido e marmo colorato, uno dei cardini della collezione Santarelli, è rievocata la biblioteca di una dimora signorile romana. Tra i pezzi in mostra figurano, appartenenti alla raccolta Santarelli, una sontuosa «Testa di Dioniso su busto di Vittoria» in marmo bianco e porfido, una «Testa di satiro» (I secolo d.C.), un porfido raffigurante un «Putto dormiente» (1640 ca) di Tommaso Fedeli, e, dello scultore francese Pierre Legros, che assolse committenze destinate alle chiese romane, un modello in scala per la statua di san Stanislao Kostka (1703) nella chiesa berniniana di Sant’Andrea al Quirinale.
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da Il Giornale dell'Arte numero 343, giugno 2014