L’Italia torna a scommettere sull’obiettivo
Torino. È prevista per la primavera del 2015 l’apertura di CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, uno spaziodi 1700 mq sviluppato al pian terreno, con accesso ad una corte interna, in via delle Rosine 18, nel centro della città di Torino.
L’obiettivo è di dotare l’Italia di un centro dedicato alla fotografia in grado di interagire con i più grandi musei che nel mondo si dedicano a quest’arte, preservando e valorizzando in particolare la fotografia italiana del XX e XXI secolo in un’esplorazione delle sue valenze artistiche e sociali. Per questo CAMERA è stata concepita come una piattaforma dedicata non solo all’esposizione, ma anche alla produzione, archiviazione, formazione, incontro e dibattito intorno alla fotografia, nella sentita necessità di fornire un’educazione «allo sguardo» che le riconosca il giusto spazio e spessore creativo, soprattutto in un’epoca come l’attuale in cui le innovazioni tecnologiche hanno sì reso l’immagine padrona dei supporti del nostro quotidiano, ma con una banalizzazione del «gesto fotografico».
Il progetto, ideato dal direttore di Magnum Photos Lorenza Bravetta - che molto probabilmente sarà anche direttore del centro, con delega operativa per coordinarne le attività di esposizione - è promosso dal «Comitato per un Centro Nazionale per la Fotografia» - costituito lo scorso giugno - e si avvale del patrocinio della Città di Torino, con il sostegno di due tra i maggiori partner istituzionali impegnati nella valorizzazione dell’arte e della cultura quali Eni e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Magnum Photos - che per una storica vocazione promuove attività culturali per la valorizzazione di tutte le forme della fotografia - e Leica Camera Italia - che quest’anno festeggia cento anni di produzione di fotocamere e obiettivi.
Ma perchè si è scelta proprio Torino come sede della nuova Fondazione? «Perchè è una città da sempre aperta all'innovazione e alla sperimentazione, perché abbiamo avuto modo di testare in questi ultimi anni il grande interesse e l'ottima risposta del pubblico torinese alle iniziative culturali e, nello specifico, fotografiche (basti pensare alle mostre di grande successo che Magnum sta seminando da qualche anno nei più prestigiosi contenitori culturali in città[i] e in Valle D’aosta[ii]) per l'entusiasmo dimostrato dai membri del «Comitato per un Centro Nazionale per la Fotografia» che dalla prima ora hanno appoggiato il progetto. Non ultimo, per il grande sostegno del Sindaco di Torino che ci ha sostenuti con passione e dedizione per realizzarlo» ha spiegato Bravetta.
Camera, insomma, potrebbe davvero diventare un «Hub della fotografia internazionale» - così come l’ha definita il fotografo Alex Mayoli - rimarginando in questo modo la ferita ancora aperta a Torino rappresentata dalla chiusura di Fondazione Italiana per la Fotografia (FIF) – e museo della fotografia storica e contemporanea - che nei suoi 12 anni di attività (1994 – 2006) ha realizzato 170 mostre, 10 edizioni della Biennale Internazionale di Fotografia, 4 edizioni di Fotodiffusione presentando 36 istituzioni museali europee. Ha generato un archivio di 167.000 reperti fotografici e una biblioteca di oltre 5.000 volumi e ha educato all’immagine oltre 24.000 studenti attraverso la sua attività didattica in soli 4 anni.
Non è un caso, quindi, che Daniela Triunfo, uno dei suoi più presenti testimoni, ne abbia scritto un libro pubblicato da PRINP Editoria d’Arte e intitolato «Fondazione Italiana per la Fotografia 1985 – 2006. L’avventura di una passione», con l’intento di lasciare una traccia esaustiva di quella che è stata una delle realtà più forti e interessanti nel panorama della vita culturale torinese e non solo.
A questo proposito, infatti, il fotografo Ferdinando Scianna afferma: «Mi stupisce che alcune Istituzioni riscoprano oggi l’importanza della fotografia dopo aver fatto morire la Fondazione Italiana per la Fotografia. Ma in un momento di difficoltà veder nascere una nuovo spazio è senza dubbio una buona notizia».
«Il primo passo sarà dialogare con il Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Ferrara, la Fondazione Forma di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo», ha detto Bravetta, «per capire quali sono le lacune ed evitare sovrapposizioni».
La gestione di questa imponente Fondazione sarà affidata a un organo collegiale costituito da figure di primo livello appartenti al mondo della fotografia nazionale e internazionale e da rappresentanti istituzionali. La collaborazione e dialogo continuo con l’esterno, alla base delle attività del centro, saranno poi coordinate da un direttore con delega operativa.
La struttura ospitata dai locali concessi in locazione dall’Opera Munifica Istruzionenel così denominato Isolato di Santa Pelagia, sarà il risultato delprogetto architettonico di Studio Camerana & Partners. Esso prevede, oltre all’ambiente strettamente espositivo, didattico e conservativo, un bookstore – caratterizzato da un’accurata selezione di opere fotografiche classiche, novità, edizioni rare e limitate provenienti da ogni dove - e un corner Caffè Lavazza aperto dalla mattina alla sera, compresi i fine settimana, per offrire al pubblico un luogo conviviale volutamente ritagliato sulla fotografia, nel rispetto dell’immagine di un’azienda quale Lavazza che nell’ultimo ventennio ha partecipato alle più importanti manifestazioni legate all’arte e alla fotografia, a cui si è stretta inoltre con il suo celebre calendario all’immagine d’autore.
A completare le possibilità fornite dal centro, una serie di eventi collaterali quali dibattiti, conferenze e performance, un’ampia gamma di prodotti, un programma di iniziative rivolte agli appassionati, oltre all’opportunità di utilizzare gli spazi privatizzabili per eventi di vario tipo.
Ma come si articolerà più precisamente l’attività legata alle tre anime del centro - espositiva, didattica e conservativa -?
Ogni anno si prevedono da due a quattro mostre principali che si affiancheranno ad una serie di altri momenti espositivi legati alle attività didattiche, il tutto organizzato sui 600 mq modulabili destinati a questo scopo. La programmazione, in particolare, sarà curata da un direttore permanente che condividendo le linee guida con un Comitato consultivo, e avvalendosi dell’aiuto di diversi curatori invitati, metterà in dialogo fotografi di fama mondiale con giovani talenti a livello internazionale avvalendosi inoltre di altre forme di espressione basate sull’immagine, come il cinema e la video arte. In più si favoriranno scambi tra artisti e istituzioni di prestigio internazionale sia attraverso l’organizzazione di incontri, dibattiti e conferenze in connessione con il programma espositivo sia tramite la logica di collaborazione internazionale alla base dell’intero progetto.
Per quanto riguarda la didattica – per cui si è definita una collaborazione con Leica Camera Italia e l’ Università di Torino, oltre che con altri partner di prestigio - si sono previsti workshop e masterclass a cura di grandi fotografi che permetteranno di avvicinarsi alla pratica fotografica e/o migliorare le proprie conoscenze, così come percorsi pedagogici in collaborazione con realtà nazionali e internazionali concepiti per lo più per giovani e studenti in modo da iniziarli alla lettura e allo sviluppo di uno sguardo critico degno di una buona autonomia di giudizio. Il risultato di tali percorsi sarà la produzione di lavori che verranno successivamente esposti e pubblicati. Accanto a questi si svolgeranno inoltre iniziative e laboratori volti a quei «cittadini/osservatori» che vogliano avere tutti gli strumenti necessari alla lettura e comprensione dell’immagine attraverso l’esercizio dello sguardo, mentre ad un pubblico più vasto saranno infine destinati visite guidate alle mostre, conferenze con artisti, curatori, critici, sociologi e specialisti, workshop con i fotografi e atelier di riflessione.
Passando infine, al carattere conservativo dello spazio, si è pensato ad una struttura che potesse presentarsi come luogo prescelto per ospitare acquisizioni, donazioni o comodati, così come importanti collezioni pubbliche e private, con l’obiettivo di dar forma ad un patrimonio di riferimento che possa essere valorizzato, catalogato, archiviato, studiato, esposto e salvaguardato. Grazie alla digitalizzazione completa del fondo fotografico, esso potrà infatti essere esposto anche in altre sedi e pubblicato, così da metterlo a disposizione di Università e ricercatori di tutto il mondo.
L’occasione per presentare quello che già si afferma come un variegato luogo di attrazione per appassionati e semplici amatori, di studio e formazione rispondenti alle necessità di tutte le categorie di pubblico, si è avuta con la conferenza stampa tenutasi lunedì 31 marzo a cui hanno preso parte il Sindaco di Torino Pietro Fassino, il Presidente del Comitato Promotore Emanuele Chieli, l’Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni, il Presidente del Consiglio di Gestione Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, ilDirettore di Magnum Photos Lorenza Bravetta e i fotografi Mimmo Jodice e Alex Majoli. L’incontro è stato moderato dal Direttore dei Rencontres d’Arles François Hebel.
© Riproduzione riservata
[i] Palazzo Madama,Palazzo Reale, Fondazioni Sandretto e Merz.
[ii] Forte di Bard