Celeste Prize 2013
Roma. Da circa una settimana il Celeste Prizeha comunicato i vincitori della sua quinta edizione.
Il 7 dicembre presso il nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea Fienaroli 28 a Roma, i quaranta artisti finalisti, il curatore del premio Ami Barak e il pubblico che ha preso parte all’evento hanno decretato le opere vincitrici per le sezioni Painting & Graphics; Photography & Digital Graphics; Video & Animation; Installation, Sculpture, Live Media & Performance a cui si aggiungono le sezioni Curator’s Choice e Visitors Choice. In base alle preferenze espresse sono stati assegnati ventimila euro di premi rispettivamente a: Noa Giniger, Alexander Solomon, Pavel Braila, LAB BINAER feat. Felix Weinold, Dominique Blais e Ana Prvacki, e Cristina Gardumi,le cui opere saranno in mostra fino al 15 dicembre presso lo spazio Fienaroli 28. Inoltre, come benefit, viene data la possibilità agli artisti di essere scelti per una residenza d’artista o corso gratuiti presso The Invisible Dog Art Center di New York, l’Ondarte International Artist Residency a Cancun in Messico, o il Siena Art Institute.
Una prima selezione rispetto al migliaio di artisti partecipanti – emergenti e mid-career senza limiti di età, qualifica o curriculum - è stata eseguita da Ami Barak, il quale dopo averne scelti centoventi li ha sottoposti al giudizio di un team di undici curatori e critici internazionali che hanno pubblicato online le loro preferenze permettendo così l’individuazione dei quaranta finalisti tra i quali è stata effettuata la selezione finale svoltasi a Roma.
La particolarità di questo premio è proprio il grande spazio concesso all’interattività. Il Celeste Prize nasce infatti nel 2006 nell’ambito del Celeste Network, un social network online di arte contemporanea, dove artisti, galleristi, curatori e molti altri professionisti del settore nazionali e internazionali condividono esperienze e pensieri. Come ha spiegato Ami Barak «tutto questo facilita la comunicazione tra i membri di una comunità, creando un circolo interno. Questo innesca la domanda: qual è la rilevanza e il grado di accettazione di un premio come il Celeste Prize? In termini di eco e reputazione il tipo di iniziativa esaudisce le aspettative. Gli annunci per il call for works sono fatti con largo anticipo e i premi essendo allettanti assicurano che sia conosciuta velocemente ed efficientemente dai network, richiamando l’attenzione di molti, soprattutto coloro che non appartengono alla community del Celeste Prize. La giuria e la reputazione dei partner del Premio danno poi forza al resto, incluso la garanzia che le selezioni siano fatte in base a criteri di professionalità e secondo i valori contemporanei dell’opera d’arte. L’idea è insomma di pensare al concetto di comunità non come entità, ma come una relazione che conserva la sua autonomia, così come di caratterizzarla in quanto essere plurale singolare».
© Riproduzione riservata