A chi non vive lo spirito del suo tempo, del suo tempo toccano solo i mali
Milano. Quarto episodio di un’esplorazione sulle possibili connessioni tra arte e scienza realizzata da Fondazione Marino Golinelli in collaborazione con La Triennale (le precedenti ANTROPOSFERA, nuove forme della vita nel 2010; HAPPY TECH, macchine dal volto umano nel 2011; Da ZERO a CENTO, le nuove età della vita nel 2012). «BENZINE. Le energie della tua mente» è una mostra essenziale, ma fortemente maieutica e trasversale e per molti pubblici: giovani e adulti.
L’allestimento, da un concept di Iosa Ghini Associati, è esso stesso un’esplorazione, entrando ci accoglie lo spazio dedicato ai laboratori per bambini e ragazzi: un grande tavolo, un’infinità di colori ed una trama a cui sono appese le idee prodotte. Il percorso prosegue tra setti che racchiudono spazi dedicati, talvolta ad opere, più spesso a video illustrativi delle potenzialità del nostro tempo.
Sulle grandi pareti che delimitano lo spazio espositivo, citazioni evocative, scritte bianco su bianco, svelate grazie ad un gioco di luci ed ombre: «Quando dedichi tempo a leggere un libro, ad ascoltare della musica o a guardare un quadro, la prima cosa che fai è rivolgere la tua attenzione verso l’interno. Il mondo esterno, con tutte le sue richieste, deve attendere. Mentre sottrai energia al mondo, l’opera d’arte comincia a raggiungerti con le sue energie. La creatività e la concentrazione che sono state messe nella produzione dell’opera d’arte cominciano a fluire dentro di te. Non si tratta soltanto di venirne ricaricati, come dopo una buona dormita o una vacanza, ma di venirne ricaricati ad un voltaggio completamente diverso. L’arte non può offrire nessun ritorno immediato. Il suo tasso di cambio è intensità per intensità. (...) L’arte ci può riportare alla consapevolezza, a volte dolcemente, altre in modo drammatico, ma la responsabilità di reagire a quello che scopriamo è nostra» (Jeanette Winterson).
Il percorso della mostra – che ospita, tra gli altri, opere di Terence Koh, Peter Fischli e David Weiss, il collettivo danese Superflex, Gabriel Orozco, Marinella Senatore, Tim Rollins + K.O.S., Joao Onofre, Raqs Medial Collective – chiude con un video che mette a confronto numerose testimonianze di artisti, architetti, esponenti del mondo della cultura, e dello stesso Golinelli che, come imprenditore e collezionista, dichiara: «gli artisti sono i ricercatori del mondo che cambia», sottolineando l’importanza della prima intuizione in forma di immagine (quella che F. Jacob chiamava la «scienza della notte»), sulla quale poi altre discipline («la scienza del giorno») dovranno lavorare, perché l’istanza innovativa possa essere tradotta concretamente in una nuova impresa umana.
La mostra, in un percorso tra sette diverse, ed inevitabilmente connesse, «benzine» (l’Arte, le Idee, la Creatività, gli Altri, il Nuovo, il Saper Imparare, la Passione), ci invita a prendere consapevolezza delle energie della mente che tutti possediamo, e a riattivarle, divenendo attori proattivi, piuttosto che vittime, nel passaggio all'economia della conoscenza.
Il monito è quanto mai necessario, oggi che «il 53,2% degli Italiani non legge mai né un libro né un quotidiano e solo il 15,1% ne legge più di 12 all’anno. In quasi 1.000.000 di famiglie italiane non si usa mai internet, né a casa né sul lavoro. Il 46,1% degli italiani fra i 16 e i 65 anni è in grado di capire solo testi estremamente elementari».
Usciamo dalla visita con la sensazione che l’attuale congiuntura, questa «crisi», per quanto dolente, possa essere foriera di nuovi paradigmi e, come ci ricordano le parole della Winterson, la responsabilità di reagire è solo nostra.
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