Napoli. «Fuori dall’Unesco: è un onore che non meritiamo». La sferzante proposta viene da una parte della città stanca di assistere all’agonia del centro storico: «Napoli non fa niente per tutelare i suoi tesori, tanto vale farsi da parte». Dopo 17 anni dalla proclamazione di Napoli come Patrimonio dell’Umanità, 16 associazioni partenopee e 60 intellettuali dicono no «Per protesta e vergogna, visto il degrado che uccide palazzi monumenti chiese nel cuore storico della città. No a un riconoscimento immeritato che rimane solo sulla carta».
Il titolo del dossier fotografico sulla umiliante situazione del patrimonio artistico di Napoli (con le immagini delle chiese depredate anche di recente, delle antiche ville sfregiate da furti e scritte vandaliche, dei libri rubati dalla Biblioteca dei Girolamini e dello sfratto della Biblioteca degli Studi Filosofici) è tratto dal film di Massimo Troisi «Pensavo fosse amore e invece era un calesse». Tra le tante firme: «Comitato Centro Storico», «Associazione Ernesto Rossi», «Comitato di Portosalvo», «Napoli puntoacapo» ecc.
Il 16 novembre le associazioni hanno presentato la loro proposta di cancellare Napoli dai luoghi della «Heritage List», nell’Aula Magna dell’Università Federico II, durante il convegno per la celebrazione dei 40 anni della convenzione del patrimonio mondiale Unesco. Grave soprattutto, hanno affermato, il fallito «appuntamento-evento» napoletano del Forum Universale delle Culture 2013 per il quale la città ha pagato 4 milioni di euro alla Fondazione di Barcellona organizzatrice della kermesse. «Se è una provocazione non è giusto farla proprio ora che il Comune è riuscito ad evitare la perdita dei 100 milioni Ue per la riqualificazione del centro storico: finanziamenti salvati in extremis», la risposta del sindaco Luigi de Magistris.

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da Il Giornale dell'Arte , edizione online, 18 novembre 2012