Il Madre non ha santi in Paradiso e la Curia gli contende la chiesa di Donnaregina Vecchia
Napoli. Lo scorso 2 aprile parte della stampa locale, e per primo «Il Corriere del Mezzogiorno», ha diffuso la notizia che la Giunta comunale, facendo seguito alla richiesta del 29 novembre 2011 avanzata dalla Curia napoletana per la gestione museale della chiesa di Donnaregina Vecchia, ha deliberato il 29 febbraio per «l’inserimento della navata come parte integrante del percorso del Museo diocesano».
La chiesa angioina, gioiello trecentesco che dal 1975 ospita la Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli «Federico II», viene utilizzata, senza formalizzazione alcuna, come spazio espositivo dal Madre, che vi ha allestito suggestive mostre, tra cui quella di Robert Wilson e la più recente «Arte Povera + Azioni povere 1968».
Se da un lato non meraviglia l’interesse della Curia, dall’altra impensierisce la modalità d’azione del Comune di Napoli, proprietario della chiesa, che ignorando (volutamente?) l’attuale destinazione d’uso e senza informare il presidente del Cda della Fondazione Donnaregina ha di fatto «sottratto» al Madre un luogo che è stato valorizzato e manutenuto come parte integrante del complesso museale.
Dopo la diffusione di un comunicato, in cui la Fondazione ha dichiarato di avere appreso dalla stampa la notizia (sic!), il presidente Pierpaolo Forte ha deciso di non rilasciare ulteriori dichiarazioni ufficiali. L’istituzione, d’altra parte, proprio in questi giorni sta lavorando alla nomina del nuovo comitato scientifico e alla pubblicazione del bando per il nuovo direttore del museo che andrà a sostituire Eduardo Cicelyn, «sfiduciato» dal Cda della Fondazione lo scorso dicembre.
Il museo napoletano d’arte contemporanea in questi mesi sta subendo un lento e costante depauperamento della sua collezione in comodato d’uso con il ritiro delle opere da parte di molti prestatori. Tra queste, quelle della celebre collezione Sonnabend almeno in parte dovrebbero trovare ospitalità al Reina Sofía di Madrid e in parte rimanere a Napoli al Museo di Capodimonte.
E così, tristemente, si legge sulla pagina Facebook del Madre: «Da mercoledì 18 aprile per consentire il disallestimento della mostra di Fausto Melotti e delle opere il cui prestito è terminato, il museo Madre manterrà temporaneamente aperti al pubblico il primo piano, dove sono esposte le opere site specific di Clemente, Paladino, Koons, Kapoor, Kounellis, Paolini, Serra, Fabro, Horn, LeWitt, Long e Bianchi, e, in attesa del riallestimento, le sale del secondo dov'è in corso fino al 28 maggio la personale di Gerardo Di Fiore. Restano regolarmente in funzione i servizi biblioteca, bookshop e bar.
In considerazione di ciò, il biglietto d'ingresso al museo sarà temporaneamente ridotto alla metà».
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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 18 aprile 2012