Faccia a faccia col ’900
Martigny (Svizzera). Nata dalla collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi ma ideata espressamente per la Fondation Pierre Gianadda, la mostra «Portraits Ritratti», a cura di Jean-Michel Bouhours, dal 2 marzo al 24 giugno esplora le trasformazioni vissute nel XX secolo da questo genere apparentemente meno soggetto di altri al flusso delle correnti artistiche e si propone di illustrare come, al contrario, ogni ritratto sia sempre anche un «manifesto estetico». Muovendo da questa premessa, la rassegna riunisce 60 ritratti e autoritratti (tra gli altri, Picasso, Matisse, Modigliani, Laurens, Léger, De Chirico, Giacometti, Artaud, Bacon e Saura) della collezione del Centre Pompidou e li articola in cinque sezioni che illustrano la liberazione dell’artista del Novecento dai vincoli lungamente imposti dalla committenza (nella foto, Chaïm Soutine, «Le Groom», 1925). Apre il percorso la sezione «Misteri di un’anima», con Fauvisme ed Espressionismo, seguita da quella dedicata alla sfida più temibile, gli autoritratti. Si passa poi ai volti sottoposti, come accade nel Cubismo, alla prova della scomposizione. In «Caos e disordini o l’impossibile permanenza dell’essere» tocca a Bacon, Artaud, Giacometti e altri, per approdare, nella sezione «Dopo la fotografia», alla fuga (in Balthus, Beckmann, Derain e altri) dal principio di oggettività verso una ricerca più formale e pittorica.