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Aria di primavera alla GAM: un vento che va dal Neoclassicismo alla Pop per rileggere l’evoluzione delle politiche di acquisizione

  • Pubblicato il: 09/03/2012 - 13:26
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo

Torino. Annuncio della programmazione della GAM per la primavera. Tre i  titoli delle mostre temporanee che inaugureranno il 16 marzo: «Strangers. Tra Informale e Pop dalle collezioni GAM» e «Giuseppe Mazzola e l'eleganza Neoclassica», sono partedi un ampio progetto volto a valorizzare e ripensare il patrimonio del museo.
Di questa strategia fanno parte il ciclo «Dialoghi» con il quale la GAM apre le sue collezioni ad un artista contemporaneo che avrà modo di concepire un percorso espositivo che integri il suo lavoro e alcune opere scelte dalla collezione e «Wunderkammer», che presenta a rotazione la collezione di opere grafiche del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.
«Strangers», curata da Riccardo Passoni negli spazi dell’Exhibition Area, ha un duplice obiettivo: da un lato presenta una parte della collezione che è stata raramente messa in esposizione, dall'altro ha l'insolito compito di raccontare la politica di acquisizione del museo, con i criteri e gli interessi che l'hanno orientata. In particolare, grazie una selezione di 60 opere, Passoni ha cercato di mettere in luce come nel secondo dopoguerra la GAM cambiò radicalmente la politica di acquisizioni, che fin dagli anni ‘20 si era orientata solamente all'acquisto di arte fortemente radicata al territorio piemontese, aprendosi alla scena internazionale. A partire dagli anni ‘50 importanti rassegne portano alla GAM  artisti internazionali. Snodo tematico cruciale della mostra è l'opera «Silenzio ‘Corneille’» di Hans Arp, prima scommessa della GAM che acquisì l'opera alla Biennale di Venezia (che fino a 1968 gestiva un importante ufficio vendite legato all’esposizione). La mostra si snoda tra l'Informale di André Masson e Hans Hartung, le ricerche ottico-geometriche di Beverly Pepper e arriva fino al nucleo di pop art acquisito nel 1964 dalla galleria Sperone, che comprende opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein e James Rosenquist. Il percorso  si conclude con le opere acquisite negli anni ‘70, dove la politica di acquisizioni prevede che il museo acquisisti una o più opere degli artisti chiamati a esporre in rassegne personali. In mostra non trovano spazio le recenti acquisizioni di arte contemporanea, ma la comunicazione ufficiale sottolinea come: «In anni recenti il patrimonio della GAM ha continuato ad accrescersi, anche grazie al notevole impegno, ormai decennale, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che ha permesso negli anni Novanta di colmare diverse lacune presenti in collezione, ad esempio Jean Fautrier, o comunque di arricchire nuclei di opere già presenti, come Karel Appel e Asger Jorn.»
Con «Wunderkammer» i disegni di Giuseppe Mazzola in mostra cercano di rappresentare con completezza i vari filoni cui l’artista si è dedicato: temi sacri, soggetti mitologici e letterari.
Piera Giovanna Tordella, docente di Storia del disegno e dell’incisione grafica presso l’Università di Torino e curatrice della mostra, vuole rendere tangibili attraverso le opere esposte i risultati di una ricerca concentrata sulla relazione tra stile e tecnica proponendo una dettagliata analisi del tratto dell'artista e della sua evoluzione, soprattutto in seguito all’amputazione dell’avambraccio destro, nel 1804, che forzò l’artista ad utilizzare la mano sinistra.
Giuseppe Mazzola fu allievo di Anton Raphael Mengs e come il maestro aderì alla cultura neoclassica, interpretata da Mengs attraverso la ricerca di un nuovo classicismo a partire da Raffaello e dai maestri del classicismo seicentesco. Nel 1779 Mazzola divenne pittore di corte presso Vittorio Amedeo III, dopo l’occupazione francese fu protetto da Napoleone e nominato professore all’Accademia di Brera e vicedirettore della Reale Galleria.
Alla GAM sono esposti quindici fogli, tra cui lo «Studio per il volto della Vergine» e lo «Studio per un Cupido in riposo». I disegni di Mazzola sono stati acquistati nel 1990 grazie ad un generoso contributo della Fondazione De Fornaris, nata per tutelare le volontà espresse nel testamento di Ettore De Fornaris di tendere all'educazione artistica della collettività, che ha così permesso di mantenere unito il fondo dell’artista.
La Fondazione De Fornaris continuerà a sostenere la GAM, infatti «ha disposto un generoso contributo per il biennio 2011-2012 destinato a sostenere il progetto, curato da Virginia Bertone, di costruzione e apertura al pubblico del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM .»
 
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