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Que será Sarah

  • Pubblicato il: 17/02/2012 - 11:01
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Franco Fanelli, da Il Giornale dell'Arte
Sarah Cosulich Canarutto

Torino. Sarà stata la comprensibile emozione, ma la prima uscita ufficiale di Sarah Cosulich Canarutto, neodirettrice di Artissima, non è stata memorabile.
Alla conferenza stampa di presentazione della trentasettenne critica e consulente triestina, svoltasi il 15 febbraio presso il Circolo dei Lettori di Torino, gli assessori alla Cultura di Comune (Maurizio Braccialarghe), Regione (Michele Coppola) e Provincia (Ugo Perone), in rappresentanza delle istituzioni pubbliche cui fa capo la fiera d’arte contemporanea torinese, che ha il «marchio» Fondazione Torino Musei, hanno fatto la parte dei «tre tenores». Hanno ricordato le modalità con cui è stata scelta la direttrice, facente parte di una rosa di 44 candidati poi ridotti a 7 finalisti, evidenziato la rapidità con cui si è proceduto alla nomina e rimarcato il ruolo di Torino come principale centro italiano per l’arte contemporanea, ma hanno anche parlato della volontà di puntare, per Artissima, su una personalità capace di riunire due funzioni, quella di direttore artistico e quella di manager, in considerazione del carattere commerciale della manifestazione.
Dopo il siparietto tra Coppola, che ha fatto notare a Braccialarghe quanto fosse poco elegante dire che la direttrice era il pollo migliore che potessero infilzare su uno spiedo già pronto, ha parlato la Cosulich Canarutto. Continuità con le linee tracciate dal suo predecessore Francesco Manacorda (volato a Liverpool per dirigere la locale filiale della Tate), potenziamento dell’internazionalità della fiera, mantenimento della sezione «Back to future» dedicata a opere storicizzate del secondo ’900, ovviamente l’ulteriore rafforzamento del rapporto fra Artissima e il «sistema arte contemporanea» torinese sono stati tra i pochi e non sconvolgenti contenuti del suo intervento, nel quale per quattro volte ha nominato il «territorio», un must dei politici e dei TG regionali, e, bontà sua, una sola volta ha parlato di «sinergie». Per il resto, e per la serie «lasciamola lavorare», non resterà che riporre fiducia nelle idee, nelle credenziali e nell’esperienza, anche manageriale, accumulata dalla Cosulich Canarutto nei suoi precedenti incarichi, l’ultimo dei quali ricoperto, in qualità di direttrice, presso la galleria Cardi Black Box di Milano, e dell’efficacia della scuola Bonami, nella quale sono cresciuti lei e Massimiliano Gioni, neodirettore della Biennale di Venezia. La pressoché totale assenza di domande da parte dei giornalisti convenuti alla conferenza stampa (tra il pubblico, Danilo Eccher e Beatrice Merz, direttori della Gam e del Castello di Rivoli e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ma paradossalmente sguarnita la rappresentativa dei galleristi torinesi, pare non invitati) era infatti la conseguenza della sconcertante premessa della direttrice: nominata in base a un programma (e gli assessori hanno enfatizzato questo aspetto) non ne avrebbe anticipato nulla, perché «molti contatti sono in corso» o ancora da intraprendere, con buona pace di chi magari non si spiega perché il programma, o almeno il progetto, di una fiera ampiamente finanziata con denaro pubblico debba restare top secret. Tutti a casa, quindi, e in un orario utile, come voleva il padrone di casa Luca Beatrice, presidente del Circolo dei Lettori, per vedere Parma-Juventus, finita, pure quella, zero a zero.

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 16 febbraio 2012