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La natura squisita

  • Pubblicato il: 10/02/2012 - 11:16
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Neve Mazzoleni
Marco Mazzoni

Milano. Un percorso fra 25 opere, grandi dipinti e disegni a matita colorata,  evocazioni di nature surreali,  con elementi tangibili della realtà, simboli che dialogano con la concretezza della natura, compiacente e seducente che racconta anche la contemporaneità  con le sue icone artificiali: questa è la mostra «La natura squisita, ai confini del Pop», a cura di Julie Kogler e Alberto Mattia Martini nella Gallery I della Fondazione Stelline.
Aperta fino al 25 febbraio, presenta per la prima volta insieme i lavori di Fulvio Di Piazza (Siracusa, 1969), Marco Mazzoni (Tortona, 1982) e Nicola Verlato (Verona, 1965) che interpretano il concetto di Natura come sentimento d’infinito surreale. Tre artisti a confronto che hanno come comune denominatore una notevole abilità della tecnica pittorica , che rimanda alla storia dell’arte italiana, alla tradizione, ma anche a un peregrinare onirico che sfocia nel Surrealismo, attingendo evocazioni dall’inconscio. Il visitatore viene condotto in una vitalità organicamente animata, come nelle opere di Mazzoni, quasi contemporaneo Arcimboldo, che diviene forza generatrice, arrivando ad abbracciare ogni elemento esistenziale.  Verlato rielabora eroi mascherati, procaci pin-up in jeans e scatenati rockets con chitarre elettriche, con composizioni che rimandano all’iconografia sacra del Cinque e Seicento. Infine Di Piazza affronta il tema della natura-super-natura, attraverso paesaggi onirici ed organici dove il confine fra umano e non umano si disperde in un’atmosfera romantica, post-atomica.
«È necessario armonizzare la natura, perché la conoscenza del bello, del bene e del vero stanno nella natura, la cui voce parla dentro di noi»: parole di Caspar David Friedrich, che il curatore Alberto Mattia Matini richiama nel suo testo introduttivo, per inquadrare il quadro di riferimento dell’espressione artistica dei tre artisti.
La mostra si inserisce nella programmazione «Stelline-Spazio Aperto» che, come spiega il Presidente della Fondazione Stelline, Camillo Fornasieri: «raduna opere raramente accostate e collocate all’interno di una proposta di conoscenza di una tendenza o genere, con le sue qualità, poetiche e successo, Milano e non solo, può così incontrare artisti e approvazione della collettività internazionale della quale intendiamo promuovere in modo diretto l’interazione con il mondo dell’arte contemporanea e i suoi diversi protagonisti.»
Con un intenso programma di mostre e conferenze, Fondazione Stelline si propone fra gli attori di spicco del contesto culturale di Milano, contando su una location di grande valore storico artistico, come Corso Magenta, dal lato opposto della bramantesca Santa Maria delle Grazie e il «Cenacolo» di Leonardo. La sua storia già parla di ri-destinazioni virtuose d’uso: nato come monastero delle Suore benedettine di Santa Maria della Stella,  nel Seicento viene convertito a orfanotrofio delle orfanelle, le «stelline» appunto, su volere di San Carlo Borromeo.
Per secoli i suoi cortili si offrono come centro di cultura della Milano ambrosiana, fino a diventarne sede della Scuola di Arte Drammatica di Paolo Grassi nel secolo scorso, e negli Anni Settanta, con l’acquisto da parte del Comune, sede dell’Istituto Internazionale per la Gestione della Tecnologia.  Questi sono gli anni anche del suo restauro da parte dell’Architetto Jan Battistoni.
La Fondazione nasce nel 1986 per volontà della Regione Lombardia e del Comune di Milano, con la missione di diventare luogo di progettualità, esposizioni, ricerca, editoria e intervento per l'arte contemporanea e del Novecento, partecipando all’ampia offerta culturale della città con eventi espositivi in collaborazione con la Provincia di Milano. E non ha perso tempo in questi anni, promuovendo oltre trecento eventi organizzati tra mostre d’arte, esposizioni e convegni dalla sua costituzione ad oggi. Gli spazi espositivi sono organizzati in due Gallerie, dove si sono avvicendate le mostre di grandissimi nomi internazionali, fra gli altri Chagall, Picasso, Carlo Carrà, Arturo Martini, Tony Cragg, Gabriele Basilico, Valerio Berruti, Leonard Freed.
Con il ciclo Collezioni alle Stelline la Fondazione accoglie in deposito temporaneo opere da collezioni private, allestite in vari punti dell’antico palazzo, proponendo così per la prima volta a Milano una soluzione espositiva di tipo museale “aperta”, anche valorizzando i cortili interni del Palazzo. Ora in corso la mostra del noto collezionista italiano Alessandro Grassi, con una preziosa selezione di opere appartenenti alla sua collezione di arte contemporanea.
La Fondazione ha anche una collezione permanente di circa 30 opere di Maestri della contemporaneità, frutto di acquisizioni e progetti tenuti in questi anni.
Accanto all’attività di carattere espositivo, la Fondazione Stelline promuove un programma di servizi educativi in collaborazione con Ad Artem, rivolti ai bambini e loro famiglie fra i 6 e 12 anni, nonché il fitto programma di convegni e seminari dedicati al mondo della cultura e le tematiche attuali.
Largo spazio è dedicato anche a progetti speciali, come ad esempio il coordinamento del portale «Arte contemporanea Lombardia», strumento di aggiornamento, collaborazione e azione per tutti coloro che operano nel campo dell’arte contemporanea, a partire dai Musei presenti sul territorio regionale: mostre ed eventi, bandi e concorsi, finanziamenti di arte contemporanea in Lombardia, con un occhio attento al panorama nazionale e internazionale. Notevole anche la mappatura, siglata con il nome le « Fabbriche dell’Arte» di tutte le realtà creative, studi d’artista e luoghi notevoli della contemporaneità.
 
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