Henri Cartier-Bresson e Paul Strand: obiettivo Messico
Parigi. La Fondation Henri Cartier-Bresson dall’11 gennaio al 22 aprile mette a confronto il lavoro realizzato in Messico tra il 1932 e il 1934, quasi contemporaneamente, dall’americano Paul Strand e dal francese Henri Cartier-Bresson. Dal 13 maggio al 2 settembre la mostra, una novantina di fotografie, si sposterà a Cherbourg.
Paul Strand e Henri Cartier-Bresson viaggiano in Messico prima di incrociarsi a New York, nel 1935, dove entrambi raggiungono il gruppo di cineasti impegnati Nykino, per tentare un’esperienza cinematografica. Strand (1890-1976) arriva in Messico nel ’32, su invito del Ministero dell’Istruzione. Nel ’34 inizia qui anche le riprese del suo film «Redes» (Reti). I suoi lavori fotografici verranno esposti in Messico in quel periodo. Poco più tardi anche le fotografie di Cartier-Bresson verranno esposte al Palacio de Bellas Artes. Cartier-Bresson arriva nel Paese nel 1934 e vi resta un anno, dopo l’annullamento della missione etnografica francese a cui doveva partecipare e che doveva portarlo fino in Argentina.
Entrambi i fotografi sono interessati ai documenti sociali, realizzano foto dirette, senza riferimenti pittorici. Ma, al di là di questa convergenza di contenuti, i loro stili sono profondamente diversi. Le fotografie di Cartier-Bresson sono fluide, colgono l’attimo, un atteggiamento. Mentre quelle di Paul Strand ricercano l’immobilità. Ne risultano due visioni diverse di uno stesso Paese in pieno cambiamento, appena uscito dalla guerra civile tra esercito e cattolici. Nel 1932, il generale Abelardo Rodríguez distribuisce ai contadini un terzo delle terre e nel 1934 sale al potere Lázaro Cárdenas, che aiuterà la Repubblica spagnola contro Francisco Franco.
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