RE PLACE. Con l’arte L’Aquila s’illumina di «nuovo»
L’Aquila. Parlare di investimenti in cultura, in un territorio come L’Aquila, assume un significato particolare. La prima cosa a cui si pensa è un patrimonio, culturale e identitario, andato distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009, e quindi da salvare, ricostruire, restaurare. Visitando L’Aquila, si conosce una città ancora disabitata, una città-ombra, in cui il pensiero più importante è, inevitabilmente, tornare e sentirsi di nuovo «a casa». E si scopre anche come una parte integrante, e molto importante, di questo bisogno sia proprio legata alla bellezza del centro storico della città, pezzo di identità e fattore di qualità della vita per i cittadini. Colpisce allora, e pone degli interrogativi, l’idea di intervenire in un contesto come questo, inevitabilmente ancorato alla memoria di un passato distrutto, con l’arte contemporanea. La risposta che si ottiene è che l’intervento degli artisti contemporanei rende visibile il fatto che preservare questo passato significa anche, necessariamente, saper guardare la realtà elaborando nuove visioni, e con il coraggio di andare avanti. A darne dimostrazione è la seconda edizione di «RE PLACE», inaugurata lo scorso 10 dicembre e in corso fino al 31 dicembre, progetto di arte contemporanea che invita gli artisti a lavorare a L’Aquila, portando opere di luce site specific nei luoghi del terremoto, realizzato grazie all’impegno di soggetti pubblici e privati del territorio.
Protagonisti nel 2011 Giovanni Albanese, Carlo Bernardini, Fabrizio Corneli, Licia Galizia e Michelangelo Lupone, che, con il coinvolgimento degli studenti del Liceo Scientifico Bafile, hanno realizzato nel centro storico un percorso di opere luminose e sonore, entrando in profonda relazione con alcuni luoghi simbolo del patrimonio della città, e illuminandolo «di nuovo».
A promuovere «RE PLACE», la cui prima edizione si è svolta nel primo anniversario del sisma, con un intervento di Mario Airò curato da Pier Luigi Sacco, è l’Associazione Amici dei Musei d’Abruzzo. La seconda edizione è stata realizzata con il sostegno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale POR-FESR 2007-2013 «Attività VI.I.3» dell’Assessorato alle Politiche Culturali – Servizio Politiche Culturali, con il patrocinio dell’Ufficio del Vice Commissario per la ricostruzione delegato per la tutela dei Beni Culturali, della Presidenza del Consiglio Regionale Regione Abruzzo, Provincia de L'Aquila e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, e con il contributo di Comune de L'Aquila Assessorato alla Cultura, Fondazione Carispaq, Spedart.
Tra i partner, fin dalla prima edizione c’è la Fondazione Carispaq; la fondazione di origine bancaria locale, si è trovata davanti al difficile compito di intervenire in una situazione in cui tutto è necessario, ma bisogna compiere delle scelte. Di fronte al dramma del terremoto, la Fondazione ha attivato una serie di interventi rivolti a ripristinare alcuni dei monumenti e capisaldi dell’identità del territorio, come la Basilica di Collemaggio, oggi aperta e messa in sicurezza, Porta Napoli, la Chiesa di S.Bernardino, sostenendo il restauro del soffitto ligneo, la Chiesa della Madonna Fore, nel bosco secolare di S.Giuliano, preziosa meta domenicale degli aquilani.
Il Presidente della Fondazione, Roberto Marotta, spiega la ragione di questo sostegno: «la Fondazione Carispaq, per il secondo anno consecutivo, ha inteso sostenere RE PLACE per il territorio del cratere con la quale cinque artisti di fama internazionale hanno potuto dare in questo modo il loro contributo ad accendere i riflettori sul dramma di un’intera comunità, obiettivo che la Fondazione che presiedo sta portando avanti fin dai primi giorni dopo il sisma. Il confronto con l’arte contemporanea contribuisce, infatti, a ridare un senso di futuro al nostro territorio, valorizzando ulteriormente il nostro impegno nel recupero del patrimonio culturale della città».
Con RE PLACE, la Fondazione allarga, dunque, il suo contributo, sostenendo il ruolo dell’arte contemporanea in una ricostruzione che non è solo fisica, ma anche sociale e culturale, e che riguarda in maniera particolare le nuove generazioni.
L’ideatrice e organizzatrice di «RE PLACE», Germana Galli racconta così il senso e gli obiettivi di questa collaborazione: «la storia si ripete: mecenati e istituzioni, anche in precedenti terremoti, hanno sostenuto e cercato di qualificare interventi nella città chiamando a intervenire artisti da fuori. Si è sempre ricostruito qualificando, cercando di fare soprattutto meglio. L’intervento, possiamo proprio dire in questo caso “illuminato”di una fondazione bancaria che lavora strettamente sul territorio, che ne conosce il dettaglio, la sensibilità, è un segnale di qualità. E l’apertura all’arte contemporanea è dovuta al fatto che si deve lavorare sui giovani e coinvolgerli in tutti i sensi, fornendo loro argomenti di riflessione, discussione e approfondimento».
Il legame con le nuove generazioni, protagoniste della ricostruzione, è fondamentale, tanto che il Liceo Scientifico de L’Aquila da un paio di anni ha anche avviato la realizzazione di opere all'interno dell'Istituto, dando vita ad una vera e propria collezione permanente, frutto dei laboratori che coinvolgono gli studenti e artisti invitati da tutta Italia. È con i desideri, la curiosità e la passione di questi ragazzi, che L’Aquila ci insegna cosa significhi investire in cultura.
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