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Andrea Salvino ridisegna la storia alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

  • Pubblicato il: 28/10/2011 - 08:25
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo
Andrea Salvino. Nicht Versöhnt Oder Es Hilft Nurgewalt Wo Gewaltherrscht

Torino. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è da sempre interessata alla commistione tra diversi medium artistici e ai progetti che nascono o si sviluppano in modo inconsueto: la personale di Andrea Salvino inaugurata mercoledì 26 ottobre non smentisce questa inclinazione. “Nicht Versöhnt oder Es hilft nur Gewalt, wo Gewalt herrscht - Non riconciliati o Solo violenza aiuta dove violenza regna”, nasce infatti unitamente ad un progetto editoriale, un libro d’artista pubblicato da Nero e dalla Galleria Antonio Colombo. Il libro e la mostra condividono il nome, preso a prestito da film di Straub-Huillet del 1965, e sono entrambi concentrati sulle opere su carta di Salvino: la mostra è focalizzata sui lavori eseguiti negli ultimi anni, il libro invece presenta una selezione più ampia, corredata da materiali d’archivio. 
Le opere in mostra abbandonano il carattere diretto e militante cha ha caratterizzato molti lavori pittorici di Salvino in favore di un approccio più morbido e mediato. Il tema della violenza, insistentemente richiamato nel titolo, è filtrato e diluito dalla consuetudine. L’artista si è ispirato a immagini note, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo. Ridisegnando locandine di film, celebri foto di eventi storici, mappe della città di Berlino e ritratti di personaggi famosi, da Brigitte Bardot a Mahmud Ahmadinejad, Salvino sposta l’attenzione dall’immagine in sé al rapporto tra lo spettatore e immagine. Come il curatore, Irene Calderoli, ha sottolineato nel testo di commento alla mostra: “le opere offrono un affascinante viaggio nel mondo dell’immagine, nel suo rapporto con la società, la politica, la vita, ma soprattutto con la sfera dell'emotività. Pur essendo infatti riconoscibili, ed esaurite dall'uso e riuso, queste immagini sono ancora in grado di suscitare reazioni, anche molto forti, di far riflettere, di far ricordare.” 
Una mostra densa, in cui Salvino concentra in una stanza un archivio di immagini disparate, al contempo familiari e stranianti. L’aspetto autobiografico lega e armonizza soggetti molto diversi, con un sistema quasi storiografico per analizzare immagini-simbolo della storia tedesca e italiana, in particolare legate al Nazionalsocialismo e agli Anni di Piombo. Come Salvino ha sottolineato durante la presentazione del libro che ha preceduto l’inaugurazione: “il disegno è una forma di liberazione della pittura, dove posso sfogare la voglia di divulgare per immagini certi fatti e di indagarli per colmare le lacune di un periodo storico che ho acquisito e non vissuto.”
La mostra, aperta fino all’8 gennaio 2012, è stata supportata da Regione Piemonte, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo Camera di Commercio di Torino e Asja.

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