Wildt torna a Forlì
Forlì. A distanza di undici anni dalla mostra «La scultura dell’anima» dedicata ad Adolfo Wildt (1868-1931) e curata da Vittorio Sgarbi nel 2000, Forlì ospiterà nello splendido complesso di San Domenico, dal 28 gennaio al 24 giugno 2012, la mostra «Adolfo Wildt. L’anima e la forma tra Michelangelo e Klimt».
Con il supporto della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì una nuova grande mostra per la cittadina romagnola, che, sempre attenta alla tradizione del territorio, celebra oggi le sue collezioni d’arte.
Un corpus significativo di opere del Wildt sono infatti custodite nei Musei Civici della Città, come le splendide sculture marmoree Santa Lucia (1926), San Francesco d’Assisi (1926), Maschera del dolore (1908-1909).
Wildt, che si formò a Brera, sviluppò un modo di fare scultura personalissimo, influenzato da un lato dall’esplosione dell’Art Nouveau, dall'altro dall’integrità plastica tipica della tradizione italiana. Un connubio che conferisce alle sue opere purezza ed eleganza e che lo rende uno dei nostri scultori più interessanti del periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Come ricordato dal Presidente della Fondazione Cariforlì, Piergiuseppe Dolcini in occasione del X Rapporto Annuale Fondazioni del nostro giornale, «in pochi anni, a partire dal 2005, le mostre finanziate e realizzate dalla Fondazione nel ristrutturato convento di San Domenico, hanno portato nelle sue sale 450mila visitatori». Silvestro Lega, Antonio Canova, Guido Cagnacci, Melozzo da Forlì, sono alcuni dei nomi le cui mostre hanno legato Forlì a una nuova immagine di città d’arte.
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