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Riapertura a Bordighera di Villa Regina Margherita

  • Pubblicato il: 10/06/2011 - 19:39
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Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Villa Regina Margherita

Riapre dopo una lunga chiusura il 19 giugno Villa Regina Margherita, imponente edificio in cui dimorò negli ultimi anni di vita la prima regina d’Italia Margherita di Savoia: la nobildonna la fece costruire a Luigi Broggi nel 1914-1916 e la abitò sino al 1926, l’anno della morte appunto.
La villa divenne pubblica e le istituzioni, Comune, Provincia di Imperia e Regione Liguria (le prime due ne detengono la proprietà), negli ultimi due anni è stata restaurata e assegnata per trent’anni a sede della Fondazione privata della Famiglia Terruzzi diretta da Annalisa Scarpa.

Qui, con l’organizzazione della fondazione, dello studio Villaggio Globale International e dell’editore Skira, è collocata ora in via permanente la collezione Terruzzi composta da un migliaio di pezzi tra cui 170 dipinti, mobili antichi, ceramiche e porcellane europee e orientali.
Importante che un luogo così legato alla storia dell’Italia riapra dunque proprio nell’anno del 150esimo dell’Unità. Dopo il restauro, con recupero degli stucchi, delle vetrate e delle tempere che decorano gli interni il progettista Michelangelo Lupo ha ricostruito gli interni d’epoca dove sono state collocate le opere di quello che ora è uno dei maggiori musei d’arte privati in Europa. Ecco il percorso. Per quanto riguarda i quadri si parte con le tavole a fondo oro del Tre e Quattrocento di Giovanni Del Biondo, Bicci di Lorenzo e Bartolomeo Vivarini, collocate nella cappella della villa e nella sala antistante, sino ai dipinti del Sei e del Settecento italiano con particolare attenzione alle scuole ligure, con Gioacchino Assereto, Bernardo Strozzi, Alessandro Magnasco, emiliana (Giuseppe Maria Crespi) e napoletana con lavori di Luca Giordano, Francesco De Mura, Giuseppe Recco oltre ad alcune incursioni nella pittura francese, fiamminga e olandese.

Ma in altre parti della villa si trovano alcuni capolavori come un «Cristo alla colonna«Adorazione dei pastori» e «San Gerolamo» di Jusepe de Ribera Lo Spagnoletto. Tante le nature morte di Baccio del Bianco, Felice Ficherelli, del Maestro della Fruttiera Lombarda, Michele Antonio Rapous, Giovanni Stanchi “dei Fiori”, Bartolomeo Bimbi insieme a ulteriori lavori Sei-Settecenteschi di Giovanni Baglione, Giambattista Gaulli detto il Baciccio, Agostino Carracci, Paolo Anesi, Giuseppe Zocchi, Benedetto Gennari, Pietro Paolini, Francesco Londonio, Jean-Baptiste Lallemand, Piat-Joseph Sauvage, Charles Joseph Natoire, Jean-François de Troy, Hubert Robert e Jacques de la Joue.

Ma c’è molto altro. In ogni sala di Villa Margherita si ammirano pezzi d’arredo di grande valore, come due splendidi tavoli da muro di manifattura genovese (1725-35), un cassettone di area piemontese con cornici intagliate e dorate del XVII secolo, un bureau en pente dell’ebanista francese Jacques Dubois di metà ‘700, due trionfali commodes portoghesi in legno della stessa epoca, un bureau-cabinet dell’atelier di Pierre Mignon e una imponente scrivania con alzata, di manifattura nord-italiana databile 1730-1740, caratterizzata da ben 42 incisioni a découpage sul fronte dei cassetti. Presenti anche porcellane orientali, bronzi, argenti, ceramiche tra le quali spicca il celebre «Servizio Minghetti» da 381 pezzi realizzato per il Duca di Montpensier Antonio d’Orléans nel 1888.
Oltre alla collezione permanente in occasione dell’apertura del museo è stata anche allestita la mostra documentaria «Margherita, Regina d'arte e cultura» sino al 18 settembre con una trentina di opere, provenienti da Quirinale, Museo Internazionale d’Arte Moderna di Ca’Pesaro di Venezia e Mart di Rovereto, tra cui dipinti di Luigi Nono, Giacomo Balla, Bartolomeo Bezzi.