E il museo diventa scuola
L’installazione del Castello di Rivoli «The Nature of the Beast», in cui Goshka Machuga lega l’arte alla dimensione politica del confronto, è stata location ideale per la prima tavola rotonda del nuovo progetto di «Summer School» di educazione all’arte e attraverso l’arte, che prenderà vita nel museo nell’estate 2012.
L’iniziativa nasce all’interno di Zonarte, la piattaforma che riunisce i dipartimenti di educazione dei musei e delle fondazioni d’arte contemporanea del Piemonte, sostenuta dalla Fondazione CRT e voluta da Anna Pironti, responsabile del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli.
Numerosi professionisti dell’arte contemporanea hanno risposto all’invito progettuale, condividendo competenze, stimoli e strategie, per mettere a punto un programma formativo in grado di rivolgersi a un pubblico di ogni età e provenienza, specializzato e non.
Sono così emerse linee guida, come quella suggerita da Cristina Proci (Agenzia TU, UniCredit Group) che pensa a una piattaforma interculturale per aprire nuove forme di dialogo con cittadini delle comunità straniere.
A mettere in relazione sfera artistica e sociale sono Lisa Perlo (A. Titolo) e Gabi Scardi, attivatrici di progetti di arte pubblica. Critici e curatori, quali Olga Gambari e Marcella Beccaria, pongono inoltre l’attenzione sulle molteplici modalità di costruzione del significato: dall’interpretazione dell’opera alla sua comunicazione, dal ruolo del museo all’analisi del sistema in cui è inserito.
Processi che Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Accademia Albertina, cala nel contesto della storicizzazione dell’arte, sottolineando, inoltre, l’importanza di poter lavorare con gli artisti. Cecilia De Carli e Silvia Mascheroni, docenti dell’Università Cattolica (che curano il CREA, il neo-costituito centro di ricerca sull’educazione all’arte), aggiungono riflessioni su metodologie, ricerca e produzione letteraria in ambito educativo e sollevano la necessità di un lessico comune. Professori d’istituti secondari, operatori museali, funzionari e assessori comunali e altri specialisti ancora, intervengono infine mettendo in luce nodi interdisciplinari, sinergie territoriali, possibilità di cooperazioni pubblico/privato, modelli educativi che vanno dall’età scolare alla terza età, dalla specializzazione post-universitaria alla creazione e all’aggiornamento di competenze sia di manager aziendali e amministratori pubblici, chiamati a sostenere operazioni d’arte, sia di tutte quelle professionalità del settore culturale, turistico e alberghiero che vi gravitano intorno.
Una scuola a struttura orizzontale, dunque, un laboratorio di pensiero in cui ciascuno possa interpretare la complessità del reale attraverso l’arte e i suoi linguaggi.
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