Perché un’Agenda europea per la cultura
La Commissione europea rilancia l’Agenda europea per la cultura, a dieci anni dalla Comunicazione su un “Agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione”, che nel 2007 aprì una nuova stagione per la cooperazione culturale europea. Ne parla Erminia Sciacchitano, advisor scientifico della Commissione Eu per dell’Anno europeo per il patrimonio culturale.
Cosa rende l’Agenda diversa dagli altri documenti di policy europei sulla cultura?
Innanzitutto il “momentum politico”: l’Agenda esce a seguito della discussione fra i capi di Stato e di governo su istruzione, formazione e cultura che si è tenuta al Vertice sociale per l'occupazione equa e la crescita di Göteborg in Svezia del novembre 2017, dove è stato adottato il pilastro europeo dei diritti sociali. Nel vertice fu riconosciuto come investire in abilità, competenze e conoscenze sia fondamentale per promuovere l'innovazione, la competitività e la capacità di recupero dalla crisi economica e sociale. La discussione fu allora guidata dalla comunicazione della Commissione "Rafforzare l'identità europea attraverso l'istruzione e la cultura", che aveva indicato le possibili strade da percorrere in questa direzione, annunciando fra l’altro una nuova Agenda per la cultura. Il Consiglio europeo il 14 dicembre 2017 ha quindi invitato gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a portare avanti l'ordine del giorno discusso a Göteborg e a vagliare eventuali misure riguardanti “le condizioni quadro giuridiche e finanziarie per lo sviluppo delle industrie culturali e creative e la mobilità dei professionisti nel settore culturale.” Il Consiglio europeo ha inoltre evidenziato che l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 è un'opportunità per accrescere la consapevolezza dell'importanza sociale ed economica della cultura e del patrimonio.
Si tratta di un passaggio importante perché è la prima volta che i capi di Stato e di governo si pronunciano su questi temi. E per questo motivo la nuova Agenda fa parte di un “pacchetto” di iniziative che mirano a migliorare la mobilità per l'apprendimento e le opportunità di istruzione, incoraggiando i giovani a partecipare alla vita civile e democratica e valorizzare il potenziale della cultura per il progresso sociale e la crescita economica in Europa. Il “pacchetto” ha per “cappello” una comunicazione sulla strategia generale della Commissione sul ruolo di gioventù, educazione e cultura per un Europa più forte e, oltre all’Agenda, include una strategia per i giovani per il 2019-2027, e proposte per progredire verso la costituzione dello Spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, in particolare sull’educazione della prima infanzia, l'apprendimento delle lingue e della cultura straniere e sul riconoscimento reciproco automatico dei diplomi e dei periodi di apprendimento all’estero.
Perché un’Agenda europea per la cultura?
La Comunicazione di novembre 2017 propone strade da percorrere, ma ricorda anche che occorre tenere conto del principio di sussidiarietà e del fatto che le competenze in materia di istruzione e cultura spettano in primo luogo agli Stati membri, a livello nazionale, regionale e locale, mentre all’Unione europea competono l'incoraggiamento della cooperazione, il sostegno e l'integrazione degli interventi nazionali. L’Agenda europea per la cultura del 2007 propose per la prima volta un quadro strutturato per la cooperazione culturale europea, articolato intorno a tre piste di lavoro: la diversità culturale e il dialogo interculturale (incluse mobilità trans-frontaliera degli artisti e degli operatori, circolazione trans-frontaliera delle opere d’arte), la cultura come strumento per una «crescita intelligente, inclusiva e sostenibile» e la cultura come elemento essenziale delle relazioni internazionali.
Ma era necessario rivedere il documento, per vari motivi. Innanzitutto, perché rispetto al 2007, il mondo è cambiato. Non solo per via della crisi economica, della competizione con le “tigri asiatiche”, o dell’emersione del terrorismo e dei populismi. La digitalizzazione e la globalizzazione stanno alterando le nostre società nel profondo, trasformando i modelli di produzione e accesso alla cultura, e i sistemi di apprendimento e di trasferimento delle conoscenze: praticamente il cuore di ogni civiltà.
Ma anche perché, grazie all’Agenda del 2007, possiamo costruire sul lavoro svolto nei tre cicli di Piani di lavoro: 2008-2010, 2011-2014, 2015-2018. La filosofia della nuova Agenda infatti è quella di mettere a frutto l’imponente base di conoscenza accumulata grazie ai tanti gruppi di lavoro di esperti che hanno condiviso buone pratiche e individuato raccomandazioni nell’ambito del “metodo di coordinamento aperto”, alle piattaforme di dialogo strutturato con la società civile, agli studi e le ricerche coordinati dalla Commissione, alle statistiche culturali elaborate da Eurostat. Una base conoscitiva, (che viene descritta nello “Staff working document” che accompagna la comunicazione), che oggi ci consente di rispondere più efficacemente alle sfide attuali.
A questa si aggiunge l’esperienza dell'Anno europeo, dove si sta sperimentando un modello di governance partecipativa e multi livello, che vede lavorare insieme le istituzioni europee, le diverse Direzioni generali della Commissione, gli Stati membri e i portatori di interesse e la società civile per ri-connettere gli europei con il loro patrimonio culturale, assicurare alti livelli di qualità negli interventi sul patrimonio culturale, e quindi valorizzare al meglio questa un’importante risorsa per lo sviluppo sociale ed economico dell’Europa.
Gli Stati membri, gli altri portatori di interesse, partner internazionali e la società civile saranno quindi invitati a cooperare in maniera più stretta per realizzare gli obiettivi dell’Agenda:
- mettere a frutto il potenziale della cultura e della diversità culturale per la coesione sociale e il benessere, grazie alla promozione della partecipazione culturale, della mobilità degli artisti e la protezione del patrimonio culturale;
- sostenere l'occupazione e la crescita nei settori culturali e creativi, promuovendo l'arte e la cultura nell'istruzione, aumentando le competenze pertinenti e incoraggiando l'innovazione nella cultura;
- rafforzare le relazioni culturali internazionali, sfruttando al massimo il potenziale della cultura per favorire lo sviluppo sostenibile e la pace;
Fra le azioni individuate nell’agenda, la promozione della mobilità degli artisti, un migliore sostegno dei settori culturali e creativi, il rafforzamento della cooperazione con i paesi terzi, ad esempio i Balcani occidentali e un piano d'azione per il patrimonio culturale, annunciato a conclusione dell'anno europeo e per combattere il traffico illecito dei beni culturali.
Erminia Sciacchitano
si occupa di politiche culturali presso la Direzione generale per l’educazione e cultura della Commissione europea ed è l’advisor scientifico dell’Anno europeo per il patrimonio culturale
Per maggiori info
Questions and Answers
Link
Culture (including factsheet)
Comunicazione A New European Agenda for Culture
Commission Sfatt Workind Document A New European Agenda for Culture - Background Information
Conclusioni del Consiglio europeo 14 dicembre 2017 Comunicazione della Commissione
"Rafforzare l'identità europea attraverso l'istruzione e la cultura
Il pilastro europeo dei diritti sociali