Misurare il valore dei Musei: l’esperienza della Fondazione Antichità Egizie
Enrico Bertacchini e Lorenzo Pregliasco, rispettivamente del Centro Studi Silvia Santagata-Ebla e Quorum, illustrano la recente indagine sull’impatto economico del Museo Egizio di Torino, commissionata dall’istituzione per interrogarsi sull’efficacia del percorso intrapreso a quattro anni dall’apertura della nuova sede.
Definire e misurare l’impatto che i musei hanno sui loro pubblici e sul territorio è una delle sfide più complesse per comprendere e legittimare il ruolo della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale nelle società contemporanee. Parte di questa sfida deriva dalla molteplicità dei valori che i musei generano e non soltanto nell’ambito della loro missione. I musei producono conoscenza sul patrimonio storico e artistico e hanno una significativa funzione educativa, ma allo stesso tempo contribuiscono all’attrattività turistica del territorio e sono attori economici e attivatori di filiere.
Un nuovo contributo a questo dibattito è stato offerto il 2 maggio con la presentazione dei risultati dell’indagine sui visitatori e l’impatto economico del Museo Egizio, condotta da Quorum e il Centro Studi Silvia Santagata – Ebla. La ricerca nasce infatti dalla volontà del Museo, a quattro anni dal suo rilancio, di interrogarsi sull’efficacia dei nuovi percorsi intrapresi attraverso la comprensione e la profilazione del proprio pubblico e la relazione che il Museo ha con il territorio.
L’analisi quantitativa, condotta su un arco temporale di 10 mesi e su un campione di oltre 3.100 intervistati, ha permesso di fotografare per la prima volta in modo approfondito le caratteristiche e le opinioni dei visitatori. Dai risultati emerge prima di tutto come il Museo si confermi una delle principali mete del turismo culturale a Torino, con il 60% dei circa 720.000 visitatori (escludendo le scolaresche) provenienti da regioni diverse dal Piemonte, mentre circa il 15% proviene dall’estero. L’esperienza di visita è stata giudicata molto positivamente (con una media di 8,8 punti su 10), elevato è stato il livello di gradimento sui servizi offerti dal museo e, dall’analisi qualitativa condotta con focus group su tre segmenti di pubblico locale, emerge con forza il ruolo chiave del nuovo allestimento nella costruzione di una nuova immagine del Museo Egizio.
Per calcolare le ricadute economiche sul territorio torinese, sono state stimate le spese direttamente attivate o effettuate dal Museo nell’area metropolitana, considerando sia le spese della Fondazione per il personale e per l’acquisto di beni e servizi (pari a circa 3 milioni di euro) che quelle dei visitatori non residenti (turisti ed escursionisti). Se si esclude il costo di trasporto e il prezzo del biglietto, ciascun visitatore non residente ha speso in media 81€ al giorno (89 se si considerano i turisti e 32 gli escursionisti). Quanto di questa spesa turistica che entra nel sistema locale sia attribuibile al Museo Egizio è uno dei punti cruciali per calcolare l’impatto economico. In questa prospettiva, le risposte all’indagine hanno portato a risultati estremamente positivi sulla capacità attrattiva del Museo per la città. Circa un visitatore non residente su 4 ha dichiarato di essere venuto a Torino espressamente per visitare il Museo, un numero che sale al 53,8% se si considera chi ha ritenuto la visita un fattore importante per venire o soggiornare in città (risposte con valori da 8 a 10 su una scala di 10). In base a questi dati sulle motivazioni di visita, la spesa turistica attribuibile al Museo Egizio è stata stimata a 85 milioni di euro, un valore corrispondente a 10 volte il bilancio del Museo e circa 20 volte le spese del Museo sull’area metropolitana Torinese.
L’impatto economico totale generato dal Museo sul territorio è stato infine stimato a 188 milioni di euro (1.237 addetti in termini occupazionali), con un moltiplicatore degli effetti diretti, indiretti e indotti delle spese iniziali pari a 2,11.[1] In altre parole, ogni euro di spesa prodotto o attivato dal Museo Egizio sulla provincia di Torino genera un ulteriore 1,11 euro di fatturati nell’economia locale.
Al di là dei risultati estremamente positivi evidenziati, la ricerca suggerisce alcuni spunti di riflessione più ampi sulla misurazione degli impatti in ambito culturale.
Nel contesto italiano vi è stato finora un numero piuttosto limitato di studi di impatto su singoli musei o di sistemi museali. Più di frequente, le analisi sono state rivolte all’impatto economico di eventi, mostre e festival, anche per giustificare gli impegni delle (sempre più scarse) risorse per sostenere manifestazione culturali a fronte di un ritorno economico per il territorio. Il caso del Museo Egizio serve in questo senso per meglio inquadrare il contributo economico di istituzioni culturali stabili rispetto all’enfasi che è stata data all’impatto di eventi e manifestazioni culturali. Queste ultime tendono ad attrarre generalmente pubblici di prossimità o non residenti che fruiscono solitamente dell’evento in giornata.
L’indagine sui visitatori e l’analisi dell’impatto economico sono solo il primo passo verso una comprensione più approfondita dei molteplici valori che i musei generano. Il dibattito su questo tema è vivo da molti decenni, ma si è spesso scontrato con il problema di sviluppare metriche adeguate e condivise. Se si escludono gli impatti economici su cui c’è un relativo consenso sulle metodologie, i valori culturali e sociali dei musei sono spesso intangibili e soggettivi, e per questo difficilmente comparabili o trattabili mediante metriche standard.
Oltre alle ricadute economiche sul territorio, la ricerca ha testato in via sperimentale la quantificazione di alcune dimensioni del valore culturale e istituzionale generati dal Museo attraverso da un lato l’analisi delle opinioni dei visitatori sul valore educativo e di condivisione dell’esperienza e, dall’altro, della loro propensione a donare per sostenere le attività del museo su progetti specifici.
L’84% e 96% dei visitatori intervistati hanno attribuito valori uguali o superiori a 7 (su 10) rispettivamente al valore educativo e voglia di condividere con altre persone dell’esperienza di visita al Museo Egizio. Il riscontro positivo dato dal pubblico del Museo sul valore dell’esperienza di visita è generalmente molto trasversale, indipendentemente dalle caratteristiche e attitudini dei visitatori.
L’analisi della propensione a donare dei visitatori offre infine un’ulteriore prospettiva sulla capacità del Museo Egizio di relazionarsi e creare valore istituzionale nei confronti dei suoi pubblici. La donazione individuale può infatti essere considerata come una forma di disponibilità a pagare per sostenere le attività del Museo in aggiunta a quanto viene speso per il prezzo del biglietto. In questo caso, circa il 60% degli intervistati prendono in considerazione l’idea di aderire a una campagna di crowdfunding su progetti specifici per migliorare l’offerta del Museo Egizio. Un dato che aumenta sensibilmente per coloro che hanno già donato in cultura in passato, ma soprattutto fra le persone maggiormente soddisfatte dalla visita al museo, confermando come la qualità della gestione e dei servizi offerti siano alla base del valore istituzionale che i musei generano.
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