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Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, bilancio del primo triennio

  • Pubblicato il: 16/03/2018 - 08:02
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

La Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) viene istituita con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.171 del 29 agosto 2014 all’art.16 con l’intento di promuovere l’arte e l’architettura contemporanee in Italia e all’estero. Una novità assoluta per il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che, completando l’assetto strutturale conseguente alla riforma, pone l’attenzione anche su quelle realtà urbane, le periferie, sviluppatesi in tempi più recenti dove spesso il confronto tra identità diverse dà luogo a creatività e innovazione e dove la cultura può innescare processi di rigenerazione urbana. Federica Galloni, Direttore Generale della DGAAP, ci racconta questi primi anni di attività.


 
Il primo triennio della DGAAP ha registrato un nutrito palinsesto di iniziative e progetti, dalla mappatura del settore ‘arte e architettura contemporanea’ allo stato dell’arte delle periferie italiane per fare emergere punti di forza, esigenze, criticità e per dare luogo alla sperimentazione di nuove pratiche di rigenerazione delle periferie dove la cultura e la creatività giocano un ruolo fondamentale.
Per fare conoscere il programma del triennio 2015-2017 in ambito nazionale e internazionale, la DGAAP ha prodotto un rapporto presentato il 20 febbraio presso la sede del MiBACT a Roma.
 
Il rapporto è stato elaborato in collaborazione con Struttura srl ed è suddiviso in cinque sezioni.
La prima - percorsi di conoscenza - espone i risultati delle attività di indagine, catalogazione e di mappatura del patrimonio contemporaneo. Tra queste il Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento, che prosegue quello avviato nei primi anni del 2000 dall’ex Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee (DARC). Attualmente sulla piattaforma www.architetturecontemporanee.beniculturali.it risultano schedati oltre 2500 edifici o complessi architettonici, tra i quali 380 opere indicate come ‘eccellenze’. L’Atlante delle periferie funzionali metropolitane per conoscere aree periferiche di dieci città metropolitane del territorio nazionale (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) e l’Indagine sulle periferie cui la rivista italiana LIMES ha dedicato un numero. Per non dimenticare l’archivio online RAAM – Ricerca Archivio AMACI Musei che riunisce in un solo strumento le opere di 24 musei appartenenti alla rete AMACI e guida I luoghi del contemporaneo una mappatura del Contemporaneo in Italia a breve online.
 
La sezione rigenerazione presenta i progetti che hanno attivato processi di sperimentazione e di nuove pratiche: dal Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, iniziativa istituita dal Governo con le leggi di stabilità del 2015 e del 2016 alla riqualificazione dell’Arsenale pontificio, inserita su proposta della DGAAP, nel Piano Strategico Grandi Progetti Beni culturali tanto per citarne alcuni.
 
La terza sezione - condivisione/innovazione – è dedicata ai progetti ideati e realizzati in collaborazione con le numerose istituzioni che da anni operano a vario titolo sul contemporaneo. Nel primo triennio la DGAAP ha attivato partnership importanti come quelle con AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con il Comitato Fondazioni Italiane Arte Contemporanea, composto dalle più prestigiose Fondazione italiane, Save the Children, AIB Associazione Italiana Biblioteche, EMERGENCY ong onlus, LEGAMBIENTE onlus, ALTERECO aderente a LIBERA. MUFOCO - Museo di Fotografia Contemporanea.
 
Nella sezione spazio al talento vengono presentati i concorsi, le committenze, le esperienze formative, gli incentivi, le opportunità educative qualificate offerte dalla DGAAP. Tra questi il progetto DE.MO., rivolto ai giovani, trai 18 e i 35 anni, impegnati nei diversi settori delle arti visive, del design, della fotografia, dello spettacolo, della scrittura, della danza per promuovere il lavoro degli artisti italiani in ambito internazionale.
Infine, la sezione visioni internazionali che raccoglie i programmi internazionali, come il Premio New York, la Convenzione internazionale per l’attuazione della III edizione del Premio Shanghai, con il Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Istituto Garuzzo Arti Visive, Shanghai UNESCO Creative City Promotion Office/East China Normal University of Shanghai, School of Design, China Academy of Art di Hangzhou., il Premio Berlino.
 
Il rapporto è scaricabile in formato elettronico a dal sito.
 
Federica Galloni traccia un bilancio di questo primo triennio di attività.
 
  1. Come valuta l’attività della DGAAP in termini di obiettivi raggiunti, criticità incontrate, etc.?

Per rispondere agli obiettivi strategici assegnati, durante il primo anno di attività, la Direzione
Generale è partita innanzitutto da un’analisi conoscitiva dello status quaestionis delle periferie italiane. Tutto ciò per focalizzare l’attenzione su urgenze e priorità al fine di elaborare progetti specifici e mirati, funzionali in tutti gli ambiti d’azione: arte, architettura e periferie. Successivamente sono stati messi in atto processi e azioni che avevano l’obiettivo di far crescere l’interesse della collettività verso l’arte e l’architettura per creare accanto alla domanda culturale consueta una speciale attenzione al contemporaneo. Sono consapevole del fatto che sul tema delle periferie urbane non basta più elencare parole chiave, ma che è arrivato il momento di renderle concrete, e di fare in modo che interagiscano con il territorio e diano efficace risposta alle tante richieste, sono stati avviati e conclusi numerosi progetti, tutti descritti dettagliatamente nel Rapporto. Le criticità maggiori incontrate in tre anni di attività sono legate soprattutto al mancato coinvolgimento nella sperimentazione di processi innovativi delle pubbliche amministrazioni. La difficoltà più grande è stata quella di sensibilizzare gli enti locali a programmare iniziative culturali come facenti parte a pieno titolo dell’agenda politica. Solo con il rafforzamento di esperienze culturali significative nella pratica amministrativa comprensive della valutazione degli impatti positivi di queste ultime, si potranno facilitare le relazioni tra basso e alto, operando con trasparenza, e rendendo così disponibili in tal modo delle valutazioni condivise.
 

  1. Quale ruolo gioca l’arte contemporanea nel processo di rigenerazione delle aree urbane marginali e a rischio?

La sinergia tra arte e architettura e la loro osmosi ha generato in questi anni un’energia creativa positiva, anche collettiva, che ha permesso di mettere in atto dei processi caratterizzati da una forte capacità di innesco proprio nei luoghi dove la coesione sociale va favorita. Le periferie, lo spazio urbano, la città sono stati dunque il campo d’azione per la crescita culturale dei territori, perché il Paese esprima al meglio la sua identità nazionale, che si basa sul passato per costruire il futuro. Penso tra gli altri a programmi quali ‘Scuola: Spazio Aperto alla Cultura’ che ha ampliato l’offerta culturale delle scuole, site prevalentemente in zone caratterizzate da marginalità, attraverso la realizzazione di attività - rivolte a tutti i cittadini - da svolgersi all’interno degli edifici, in orari extra scolastici. Eventi culturali, manifestazioni artistiche e ludiche, attività espositive: l’obiettivo è stato quello estendere e facilitare la fruizione culturale nelle comunità, diffondendo al tempo stesso le espressioni della creatività contemporanea. Le istituzioni scolastiche hanno proposto progetti che sono in corso di realizzazione, anche con il coinvolgimento di altri enti, fondazioni, associazioni culturali e onlus, istituti di alta formazione per l’arte, per la musica, per la danza. Sono state trentuno le proposte premiate su tutto il territorio nazionale, e hanno ottenuto fino a 100.000 euro di contributi per la realizzazione per un totale di 3 milioni messi a disposizione dal MiBACT.
 

  1. Con quali interlocutori deve confrontarsi per raggiungere questo obiettivo?

Le categorie di pubblico, privato e Terzo settore non bastano più a spiegare le combinazioni di fattori caratteristici e fattori contestuali che intervengono in un processo di innovazione a base culturale come quelli che si innescano nei processi di rigenerazione delle periferie. Va infatti sottolineata l’importanza dei processi partecipativi, della figura degli esperti che, lavorando con la comunità, nel lungo periodo, aiutano a fornire concretezza e personalizzare i processi di sviluppo urbano. È determinante il ruolo di promotori, sviluppatori, gestori e networker che i makers possono assumere.
 

  1. Alla luce di quanto osservato durante questi tre anni, quali iniziative possono essere considerate ‘buone pratiche’?

Penso tra gli altri al progetto ‘Arte alla luce’ che promuove la conoscenza dell’arte contemporanea tra i ragazzi con il coinvolgimento degli artisti italiani del futuro. Nato dalla collaborazione tra la DGAAP e Save the Children, il progetto è stato realizzato all’interno dei Punti Luce dell’associazione, spazi allestiti nelle periferie e pensati ‘a misura di ragazzo’, per contrastare la povertà educativa delle aree che sorgono ai margini dei centri urbani ed offrire attività formative ricreative ed espressive gratuite. Ha visto il coinvolgimento di artisti quali: Massimo Grimaldi a Bari, Domenico Mangano a Palermo, Adrian Paci a Gioiosa Jonica, Luca Vitone a Genova, Elisabetta Benassi a Roma, Botto&Bruno a Torino, Nunzio a L’Aquila.
 

  1. Cosa manca al settore del contemporaneo per connotarsi a pieno titolo come strumento di riqualificazione delle periferie?

I progetti che la Direzione Generale sta elaborando per il 2018 sono tutti finalizzati ad ampliare i servizi culturali sui territori con il contributo determinante delle comunità che vivono questi luoghi. Quanto emerso dal progetto Futuro periferie. La cultura rigenera, gli stati generali ideati dalla DGAAP sul tema periferia e cultura lo scorso giugno, ha confermato la volontà di attivare nuove energie per raggiungere obbiettivi concreti. Sono in uscita due bandi per i territori: il primo ‘Cine periferie’, d’intesa con la Direzione Generale Cinema, finanzia l’organizzazione di rassegne cinematografiche di film dedicate ai temi delle periferie, nonché per la produzione di cortometraggi a carattere documentaristico sullo stesso tema. Il secondo ‘PrendipARTE’, finanzia progetti che promuovano la creatività contemporanea coinvolgendo in modo significativo giovani di un’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Tali progetti dovranno essere proposti da istituzioni culturali pubbliche e private senza scopo di lucro dedicate alla creatività contemporanea situate nelle periferie urbane. Entrambi i progetti sono volti a favorire l’inclusione sociale e la coesione dei territori fragili e marginali, potranno contribuire senz’altro a valorizzare l’identità di quei paesaggi periferici, troppo spesso connotati solo come aree di bisogno.
 

  1. Quale si auspica sia la direzione della DGAAP nel prossimo triennio?

Più che un auspicio si tratta di obiettivi politico strategici da raggiungere per il prossimo triennio. Sicuramente la Direzione Generale punterà sui bandi 2018 dell’Italian Council, che ha visto raddoppiare il budget a disposizione per la promozione dell’arte italiana contemporanea all’estero.
 
 
 
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