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Soft Pop

  • Pubblicato il: 19/10/2012 - 09:29
Autore/i: 
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Roberta Bosco
Claes Oldenburg

Bilbao. Il Museo Guggenheim presenta «Claes Oldenburg: gli anni Sessanta». Aperta dal 30 ottobre al 17 febbraio, la mostra riunisce 300 opere, scelte da Achim Hochdörfer, conservatore del Mumok di Vienna, coproduttore della rassegna con il Guggenheim.
Il percorso inizia con l’installazione «The Street», che pone le basi del «Pop urbano», e continua con le rappresentazioni della vita nelle metropoli moderne e con il colorato mondo del consumismo di «The Store». Queste sculture, realizzate con strati di tela impregnata di gesso e dipinta a colori brillanti, sono la dimostrazione dell’ironia che caratterizza la ricerca di Oldenburg (Stoccolma, 1929) sul potenziale metaforico degli oggetti quotidiani, un aspetto che si manifesterà compiutamente nelle sculture monumentali, molte della quali, a partire dal 1976, Oldenburg realizzerà insieme a Coosje van Bruggen, scomparsa nel 2009.
La rassegna comprende le prime «sculture molli»«Mouse Museum», un museo in miniatura a forma di testa di topo, nel quale il pubblico può ammirare 381 oggetti riuniti dall’artista. Completa la selezione una serie di lavori inediti (disegni, fotografie, film, bozzetti e annotazioni) scelti personalmente da Oldenburg, che offrono una visione dei suoi processi mentali e creativi. In particolare i filmini in super 8, qui proiettati in pubblico per la prima volta, dimostrano l’impegno dell’artista nel cinema, attraverso immagini, spesso sfocate, di oggetti artificiali tramutati in qualcosa di misterioso e mostruoso. Dopo Bilbao, la mostra si trasferirà al MoMA di New York e al Walker Art Center di Minneapolis.

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da Il Giornale dell'Arte numero 324, ottobre 2012