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Rivoluzione digitale alla Biblioteca Vaticana

  • Pubblicato il: 24/10/2011 - 17:09
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Stefano Luppi

Città del Vaticano. Parte la rivoluzione digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana, riaperta nel 2010 dopo tre anni di restauro: 80mila manoscritti, l'intero fondo dell'ente fondato a metà del XV secolo da papa Nicolò V, saranno digitalizzati nel corso dei prossimi dieci anni grazie a un software sperimentato dalla Nasa. I preziosissimi volumi della più importante biblioteca umanistica del mondo saranno anche fotografati e il tutto finirà in un database gigantesco da 45 milioni di miliardi di byte (45 petabyte). Il centro elaborazione è in via di costituzione in un palazzo fuori dalle mura vaticane la cui sicurezza è stata predisposta e finanziata dalla Fondazione Enzo Hruby che ha curato il sistema anti intrusione, la videosorveglianza e la gestione dei locali dove opereranno oltre cento tecnici. «Questa impresa in effetti penso non abbia precedenti, spiega monsignor Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca Vaticana. Per conservare le immagini abbiamo usato il formato Flexible Image Transport System elaborato quaranta anni fa dalla Nasa che lo usa tuttora. Contiamo di mettere in rete le prime immagini l'anno prossimo». Questo utilizzo digitale permetterà di salvaguardare testi preziosissimi, davvero un patrimonio dell'Umanità: la Vaticana infatti contiene, oltre a un milione e 600mila volumi a stampa e al fondo manoscritti anche 8.300 incunaboli, 74mila documenti, 100mila incisioni e 300mila tra monete e medaglie.

da Il Giornale dell'Arte edizione online, 24 ottobre 2011

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