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La collezione Walmart

  • Pubblicato il: 18/11/2011 - 12:19
Autore/i: 
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Brook S. Mason

Il Crystal Bridges Museum of Am­er­ican Art di Bentonville, Arkan­sas, ha aperto l’11 novembre 2011. Il museo è stato fondato da Alice Walton, l’ereditiera dell’impero della grande distribuzione Walmart e, secondo Forbes, la nona persona più ricca degli Stati Uniti con un patrimonio stimato in 21 miliardi di dollari. Il museo è la prima istituzione specificatamente dedicata all’Arte Americana che apre da più di mezzo secolo e la Walton ha impiegato più di 5 anni, e una considerevole somma di denaro, ad assemblarne la collezione: 400 lavori della sua collezione (che conta più di 1.000 opere) costituiscono il primo allestimento. Comunque, qualche settimana prima dell’inaugurazione, la Walton è stata protagonista di un colpo di scena dell’ultimo minuto: è stata arrestata per guida in stato d’ebbrezza vicino a Fort Worth, in Texas, il 7 ottobre, il giorno del suo 62mo compleanno e ha passato la notte nella prigione di Parker County.
Il Crystal Bridges Museum, istituito con un fondo di 800 milioni di dollari dalla Walton Family Foundation, è costruito su un sito di 120 acri di proprietà della famiglia, vicino al centro di Bentonville.
E’ stato disegnato dall’architetto Moshe Safdie, per una superficie totale di 18.672 metri quadrati, ed è diviso in 9 padiglioni che costeggiano 2 stagni.
Gli edifici, rivestiti con grandi finestre e numerosi lucernari, sono realizzati in cemento armato cinto da cedro rosso e sormontato da luccicanti tetti di rame. L’ingresso al museo è libero grazie alla donazione di 20 milioni di dollari da parte di Walmart.

Le acquisizioni della Walton vanno dal periodo coloniale fino ai giorni nostri (la «sound-suit» di Nick Cave del 2010 fa parte del materiale promozionale del museo).
Secondo John Wilmerding, professore emerito di arte americana alla Princeton University, membro del consiglio del Cristal Bridges e consigliere chiave della Walton per gli acquisti d’arte negli ultimi sei anni: «Si è mossa durante la recessione, quando alcune opere importanti sono diventate disponibili dato che i collezionisti si sono sentiti sollecitati a venderle. Molti dipinti sono usciti allo scoperto e lei ha approfittato di questa occasione. Ma – dice – ci sono anche sorprese». Wilmerding cita l’opera del 1901 «Oil Rose Garden» di Maria Oakey Dewing; il bronzo di Claes Oldenburg «Alphabet/GOOD HUMOR» del 1972, acquistato per 962.500 dollari all’asta di Michael Crichton (Christie’s, New York, maggio 2010); e «Lowell’s Ocean» di Mark di Suvero del 2005-08, acquistato da Paula Cooper Gallery.

Tuttavia, la collezione è ben lungi dall'essere completa. «Colonialismo e modernismo sono forti ma c’è un’interruzione curiosa sull’espressionismo astratto e la pop art» dice il dealer newyorkese Frederick Hill. «L’impressionismo americano ha bisogno di essere rinforzato».

Wilmerding racconta che il processo di acquisizioni per il museo è stato davvero «confusionale... stavamo comprando all'asta, da gallerie, con trattative private e da altri collezionisti privati. Alice Walton è capace di scovare la più piccola galleria del Southwest, del Midwest e della California. Poi abbiamo visitato gli studi di artisti. Nello studio di Richard Estes, hanno acquistato quattro foto – dice Wilmerding –  ma circa il 20% delle acquisizioni è stato fatto da Sotheby’s e Christie’s».

Walton ha anche tentato di acquistare una quota del 50% della collezione Stieglitz, donata da Georgia O'Keeffe alla Fisk University di Nashville, Tennessee. Un giudice ha respinto l’offerta, stabilendo che ciò sarebbe andato contro la volontà del donatore. Ma l'università e il museo hanno raggiunto un accordo per cui le due istituzioni esporranno la collezione ad anni alterni.

Casualmente (o deliberatamente, a seconda di chi si ascolta) il Crystal Bridges Museum ha aperto lo stesso giorno della riapertura di un’altra istituzione focalizzata sulla storia americana, la New York Historical Society. «Alcune persone si sono lamentate di questa coincidenza, soprattutto dal momento che molte persone – donatori, direttori e curatori – dovrebbero essere presenti a entrambe le inaugurazioni» dice Hill. «Personalmente penso che sia una coincidenza e che la messa a fuoco [della Walton] sull'arte americana è un colpo di genio».

di Brook S. Mason da The Art Newspaper,  Issue 229, November 2011
Traduzione di Chiara Tinonin

We're Glad You're Here from Crystal Bridges on Vimeo.