Innovazione e Musei digitali del 21esimo secolo
Parlando di innovazione e Musei Digitali del 21esimo secolo, non si può prescindere dal tema della progettazione museale interdisciplinare. Se è vero infatti che i new media sono una tendenza e gli ecosistemi digitali offrono opportunità per arricchire l'esperienza di visita, tutto questo è strettamente collegato anche ad altri new trends museali tra cui: inclusione, dialogo interculturale, impegno sociale, creatività, partecipazione. La progettualità basata sulla ricerca di convergenze e il dialogo tra questi diversi ambiti, sono l'aspetto più innovativo e il presupposto per stimolare nuove prassi di sviluppo nelle imprese culturali e creative
In questa direzione si è svolto ArtLab16 presso BASE Milano. In un contesto realmente interdisciplinare, insieme a Serena Bertolucci Direttore Palazzo Reale Genova, Valentina Gensini Direttore Scientifico Museo Novecento e Direttore artistico Le MuratePAC Firenze, Giovanni Verreschi Amministratore Delegato ETT Solutions, strategicamente moderati da Alessandro Bollo Direttore Area Ricerca e Consulenza, Fondazione Fitzcarraldo, abbiamo discusso di innovazione tecnologica per i musei. I nuovi media offrono l'opportunità per rendere l'esperienza di visita più ricca e gratificante, ampliando tempi e spazi con soluzioni che ci coinvolgono emotivamente. I musei digitali devono però essere attenti ai propri visitatori, in linea quindi con l'idea di un museo centrato sugli utenti, capace di stimolare esperienze multiformi e multisensoriali. E' sempre utile ricordare che, “The Museum is a person” citando l'incipit di un'eclettica intervista a NEMO 23rd Annual Conference - Pilsen, fatta a Wim Pijbes, allora direttore del Rijksmuseum. Museo icona del cambiamento anche nelle proprie scelte digitali che, con il RijkStudio, ha scelto un Open-Access di oltre 200.000 immagini digitali fruibili e reinterpretabili online.
In questo cambiamento, la ricerca svolta dall'ICT - Information and Communications Technology - amplia le dimensioni dei servizi museali e le capacità dei visitatori, offrendo un'ampia scelta di tools e devices per essere attivamente impegnati nella produzione e condivisione di contenuti, tramite un dialogo personalizzato dinamico con il museo e centrato sull'utente. La stessa tecnologia diventa oggi human-centric ed è smart, wearable, augmented, expanded, adaptive. Sono questi alcuni aggettivi usati per descrivere innovazioni tecnologiche che pongono il visitatore al centro di sistemi digitali. Dal confronto è emerso come focus la necessità di ripensare la progettazione della cultura nel coinvolgimento del pubblico, seguendo qualità e innovazione anche nella produzione e gestione dei contenuti. La tecnologia da sola non basta, ci siamo detti in accordo con gli spunti emersi dall'interazione con i partecipanti nella Bottega Innovazione. La progettazione deve essere collaborativa, per evitare casi di tecnologie che si rivelano immature, inusabili, mal funzionanti, difficili da mantenere o che invecchiano troppo presto. In primo luogo è necessario osservare i visitatori, conoscere altre esperienze museali realizzate, condividere best practise e casi d'uso, valutare le soluzioni implementate. Sotto la lente anche questo progetto innovativo: Mmemosyne. Sviluppato da MICC-Media Integration and Communication Center - e collocato come beta test nella Sala Donatello del Museo del Bargello di Firenze. Una tecnologia multimediale non invasiva, nè intrusiva, tramite apposite telecamere e nel rispetto della privacy, il visitatore viene identificato e riconosciuto ecoinvolto con informazioni personalizzate, basate sullo stile e sul percorso di visita effettuato. Una prospettiva tecnologica innovativa user-centric, propria di sistemi adattivi utili per superare un disorientamento fisico e cognitivo e un'asimmetria informativa museale ben evidenziata in un recente e interessante articolo dal titolo “Managing Adaptive orientation Systems for museums visitors from an IoT perspective”.
Tornando ad ArtLab, un tema innovativo è stato anche #MuseiEmotivi , un percorso NEMECH che analizza il ruolo svolto dalle emozioni nella progettazione museale del 21esimo secolo. Laddove emotivo in ambito museale è di per sé un approccio interdisciplinare che riguarda più indirizzi: il cosa (museologia) il come (museografia), il chi (pubblico) e il mezzo (nuovi media). In questi contesti emotivi le nuove tecnologie diventano best-practice se utilizzate come un mezzo per stimolare coinvolgimento e con l'obbiettivo di motivare il visitatore all'apprendimento. Non per creare contesti di spettacolarizzazione fini a se stessi e che generino il cosiddetto effetto-wow, ma per fare in modo che la meraviglia diventi via di accesso ai contenuti e al loro apprendimento.
Non a caso, nella stessa area, seguiva un intervento sui modelli innovativi dell'EMYA-European Museum of the Year Award, il premio organizzato dall'European Museum Forum che segue i trends innovativi museali. Sfogliando le pubblicazioni sulle storie dei musei candidati, si scopre appunto che innovazione non è solo tecnologia, ma una tendenza basata sul dialogo tra più ambiti e più settori. Dove gli opposti sanno integrarsi, i mondi diversi dialogare e il Museo diventa un luogo aperto al confronto per una co-curatela allargata. Come ho già scritto in un articolo su Ecosistemi digitali e musei, citando un brano musicale Anni80 in cui si cantava il desiderio delle opere d'arte di varcare le soglie dei musei, le nuove tecnologie ci forniscono importanti letture per aprire i confini. Oltre questi confini, quindi, ciò che distingue i migliori musei “vincenti” del 21simo secolo è sempre un qualcosa che abbraccia più direzioni, una progettualità creativa che interpreta la metafora del mixaggio e la formula dell'interdisciplinarietà. Concludo citando una novità da seguire e che sta prendendo forma anche nel contesto italiano: MuseoMix - People Make Museums -, da cui spero possano nascere orizzonti creativi e nuove possibilità digitali e non.
© Riproduzione riservata