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Il Maggio dei pittori

  • Pubblicato il: 27/07/2012 - 10:21
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Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Patrizia Veroli

Col suo grande formato e la sua strepitosa mole di schede, questo volume, il secondo di un Inventario ideato, progettato e coordinato da Moreno Bucci, offre la possibilità di uno sguardo ravvicinato su uno dei periodi più fulgidi del teatro novecentesco, quello in cui esso venne ripensato come arte anzitutto visiva.
Fu a quel punto che, sulla scia dei Ballets Russes di Diaghilev, gli artisti (pittori, scultori e architetti) si sostituirono in qualità di scenografi ai pur spesso validi mestieranti che erano stati responsabili fino ad allora delle scene e dei costumi degli spettacoli. Di questa felice stagione il Maggio Musicale Fiorentino è stato in Italia il primo e più grande protagonista. A partire dal 1933 questa manifestazione ha funzionato (eccezion fatta per la parentesi bellica e gli anni della ricostruzione) come il laboratorio ideale in cui ripensare lo spettacolo come arte visiva, e in cui registi, coreografie e artisti hanno ragionato assieme su come fecondare le opere di un passato più o meno recente coi segni della contemporaneità. Hanno risposto all’appello tanti e tanti degli artisti che hanno «fatto» il nostro Novecento, da De Chirico, Conti, Carena, Casorati, Prampolini, Severini, Sironi, prima della guerra, a Clerici, Cagli, Guttuso, Maccari, Savinio, Scialoja nel dopoguerra. Il Maggio ha costituito la fucina in cui sensibilità spesso nutrite al fuoco delle avanguardie e complessi saperi tecnico-pratici hanno forgiato spettacoli d’eccezione, già a partire dalla prima edizione, quando Max Reinhardt popolò i giardini di Boboli colle fate e gli elfi del visionario «Sogno di una notte di mezza estate». Gli incontri, il lavoro comune, lo stimolo dell’eccellenza, l’invito ai grandi maestri stranieri hanno implicitamente reso il Maggio una scuola d’eccezione in cui per decenni si sono formati giovani scenografi e registi, e in cui un pubblico sempre più internazionale ha potuto assistere al cimento dell’invenzione scenica. All’avanguardia in Italia per la valorizzazione del suo patrimonio scenografico tramite mostre di prim’ordine (ispiratore ne fu a lungo Raffaele Monti), il Maggio ha trovato nella Fondazione Carlo Marchi il sostegno finanziario che, dopo questo secondo volume, porterà a pubblicare l’intero patrimonio, fino alle produzioni più recenti. Si tratta ad oggi di 14mila bozzetti, conservati nell’Archivio Storico del Teatro Comunale fiorentino: ci si augura che quella che è oggi una raccolta gestita esemplarmente da Bucci, sia dotata quanto prima della figura di un vero e proprio conservatore.

I disegni del Maggio Musicale Fiorentino. Inventario II (1943-1953), a cura di Moreno Bucci, 446 pp.,
ill. b/n e colore, Olschki, Firenze 2012, € 110,00

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da Il Giornale dell'Arte numero 322, luglio 2012