Attiv●Aree
SPECIALE AREE INTERNE. Un bando per l'attivazione di pratiche per un ritorno... in avanti. Ce ne parla Elena Jachia, Direttore dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo, promotore dell'iniziativa
ATTIV•AREE è uno dei quattro programmi intersettoriali avviati da Fondazione Cariplo nel 2016, caratterizzati dall'attività congiunta delle persone che operano nelle sue 4 aree (Ambiente, Arte e Cultura, Servizi alla persona e Ricerca Scientifica), dalla rilevanza degli obiettivi che intendono raggiungere e dalla importante dote economica di 10 milioni di euro ciascuno sull'arco del triennio 2016-2018.
ATTIV•AREE, in particolare, punta ad aumentare l’attrattività delle aree interne per chi le abita, per nuovi residenti e per potenziali investitori, riducendone l’isolamento e favorendo buone pratiche di ritorno. In particolare, vuole promuovere uno sviluppo locale sostenibile, valorizzando le risorse ambientali, economiche, sociali e culturali, nonché legami di collaborazione, solidarietà e appartenenza.
La Fondazione ha scelto di dedicare un programma alle aree interne per contrastare il progressivo abbandono da parte dei propri abitanti e la crescente subalternità verso i centri urbani sia per l'imporsi di modelli culturali che tendono ad appiattire le peculiarità dei luoghi sia per una difficoltà crescente di accesso ai servizi. Il nostro supporto intende alzare il volume rispetto ai bisogni di questi territori e accendere i riflettori su quanto avviene - anche in modo spontaneo - in queste aree, valorizzandolo. In questo senso è fondamentale anche per la nostra iniziativa la visione proposta da Filippo Tantillo - coordinatore scientifico del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne - nell'articolo pubblicato dal vostro Giornale nel mese di ottobre 2016: le aree più "marginali" che vogliano oggi reagire e lavorare per un nuovo orizzonte di futuro possono diventare un luogo di sperimentazione innovativa di azioni sostenute necessariamente da reti di soggetti e competenze molto ampie (pubblico/privato/privato non profit/cittadini), in una dimensione di sistema che va oltre i confini e gli interessi del singolo comune o del singolo individuo.
Il momento è particolarmente favorevole. Vi è infatti un'importante convergenza tra le politiche nazionali (in primis la Strategia Nazionale Aree Interne) e i fenomeni individuali e spontanei di ritorno alle aree rurali e all'agricoltura e abbiamo ritenuto di poter dare un contributo di idee che facesse leva sulle esperienze acquisite dalla Fondazione tramite alcuni progetti particolarmente significativi per il territorio (dai Distretti culturali al progetto Welfare di comunità, dai corridoi ecologici e i contratti di rete al progetto AGER di ricerca in campo agricolo).
In cosa consiste il programma ATTIV•AREE? È' un percorso articolato in tre fasi:
- una call for ideas per selezionare due aree all'interno del territorio di riferimento di Fondazione Cariplo (Lombardia e province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola);
- una fase di co-progettazione con i territori per definire uno studio di fattibilità che puntualizzi le idee proposte; 3) una fase di realizzazione concreta degli interventi.
La call for ideas ha visto la partecipazione di 11 aree in base alla qualità delle idee e alla loro rispondenza alla nostra Call, indipendentemente dalla partecipazione dei territori anche al programma SNAI ma ovviamente con grande attenzione ai margini di possibile sovrapposizione ma soprattutto alle potenziali sinergie, quali ad esempio una particolare attenzione al terzo settore e al suo ruolo, alla partecipazione dei cittadini e in particolare dei giovani come motore dei territori, alla centralità della comunicazione e dei suoi strumenti, alla scelta di interventi che possano sostenersi nel tempo.
Sono state selezionate le idee presentate da Fondazione Oltrepò Pavese e dalle c.m. delle Valli Trompia e Sabbia. Pur essendo molto diverse tra loro, più concentrata la strategia dell'Oltrepò, più diversificata quella della Val Trompia, entrambe sono comunque ambiziose.
Nel caso del progetto “Oltrepò biodiverso”, particolarmente interessante è la visione di cambiamento proposta, basata sulla biodiversità come fattore di competitività, connessione, sviluppo e ripopolamento, un progetto che potremmo definire di “rigenerazione rurale e comunitaria". Infatti qui la "biodiversità è intesa anche in senso sociale, culturale e interculturale, attribuendo un rinnovato ruolo all’agricoltura e al paesaggio e collegandoli ad altri ambiti quali quello scientifico, sociale, culturale e di sviluppo locale. Collegata a questa visione, l'idea di aprire la comunità locale a giovani e migranti e di sviluppare nuovi servizi che favoriscano il ripopolamento rurale e la conciliazione lavoro-famiglie e perciò una maggiore occupazione femminile, nonché la riattivazione di luoghi che favorisca il processo di identità culturale collettiva.
Nel progetto “VAlli resilienti” proposto dalle due comunità montane Val Trompia e Val sabbia e dai partner dei Consorzi di cooperative Valli e Laghi, l'idea di rilancio è basata su una diversificazione delle azioni su vari ambiti, sia valorizzando le esperienze e competenze esistenti nei settori più tradizionali come l'agricoltura, sia puntando verso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. E inoltre un buon equilibrio tra il "dentro" e il "fuori", da un lato servizi di prossimità agli abitanti gestiti in rete attraverso cooperative e azioni di valorizzazione di prodotti locali e dall'altra efficienza amministrativa per attirare nuovi investitori o la specializzazione nell'accoglienza di target sociali fragili provenienti anche da altri territori. La leva che i territori intendono utilizzare in tutto il percorso è la volontà di collaborare e contaminarsi reciprocamente tra i partner dell'iniziativa, in particolare tra le due comunità montane, scambiandosi buone pratiche e copiando quelle che funzionano.
E in entrambi i casi i progetti hanno colto lo stimolo a sviluppare un immaginario ponte verso i centri urbani di maggiori dimensioni non in chiave di subalternità o di perdita della propria identità ma di complementarietà e di scambio di know how e servizi. Così come hanno evidenziato l'importanza dell'accoglienza di migranti e richiedenti asilo in chiave di ripopolamento e apertura multiculturale.
Quali saranno i prossimi passi? Ora si apre la seconda Fase del programma ATTIV•AREE, durante la quale i due territori procederanno a consolidare la propria visione di futuro e ad affinare le idee progettuali con il supporto di alcuni esperti perché possano diventare operative. Dal mese di febbraio si avvierà la terza fase di realizzazione degli interventi, che sarà accompagnata dalle attività di monitoraggio e valutazione oltre che da attività di comunicazione esterna.
La speranza è di poter verificare periodicamente e tra qualche anno che i territori marginali possono ridisegnare il proprio futuro e concretizzarlo in un modo più sostenibile e solidale.
www.fondazionecariplo.it/it/progetti/intersettoriali/programma-attiv-aree.html
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Elena Jachia è Direttore dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo. Laureata in Discipline Economiche e Sociali all’Università Bocconi, ha sviluppato la propria attività nell’ambito della consulenza ambientale dapprima verso il settore pubblico (Lombardia Risorse, 1988-1992) e successivamente verso il settore privato (Environmental Resources Management, 1993-2006). Dal 2007 coordina il settore ambientale della Fondazione Cariplo, ampliando la propria attività verso il settore nonprofit. In quest’ambito ha sviluppato numerose iniziative in partnership con le associazioni ambientaliste, gli enti locali e gli istituti scolastici nel campo della biodiversità, dell’agricoltura di prossimità, della protezione del suolo, dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile e dell’educazione ambientale. Dal 2016 è responsabile del programma intersettoriale
Attiv●Aree.
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