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ArtLab 16 Milano | Hub creativi e rigenerazione urbana

  • Pubblicato il: 12/07/2016 - 10:23
Autore/i: 
Rubrica: 
PAESAGGI
Articolo a cura di: 
Roberto Albano

A fine maggio scorso ha preso avvio al BASE Milano il primo dei quattro eventi di Artlab 16. Una delle sessioni di confronto si è focalizzata sulle strategie di sviluppo e sulle potenzialità di alcuni hub creativi europei invitati a partecipare. In particolare appare innovativo il caso di NDSM Wharf, ad Amsterdam che punta alla trasformazione urbana a base culturale

La prima tappa di ArtLab 16, l’annuale meeting sul management culturale di Fondazione Fitzcarraldo, nelle giornate del 19 e 20 maggio è stata ospite di BASE Milano, un innovativo hub creativo e tra i progetti italiani più ambiziosi di imprenditoria sociale e culturale. La due giorni di confronto e di riflessione ha coinvolto oltre 450 professionisti del mondo della cultura e ha affrontato, in maniera prevalente, politiche, programmi di sostegno e opportunità delle imprese culturali e creative,  valutazione degli impatti e la sfida del digitale per l’innovazione delle pratiche culturali. All’interno dei 20 panel organizzati si è voluto anche approfondire, in una sessione dedicata, il processo di genesi e di gestione del complesso di Base di Milano, che, dopo una consistente, seppur ancora parziale trasformazione, da stabilimento legato alla produzione, diventa contenitore di cultura. La sessione di lavoro e di confronto si è svolta attraverso la partecipazione al panel di altre realtà europee, tra cui la Factoria Cultural di Madrid e la Fondazione NDSM Wharf East di Amsterdam, che, attraverso le parole della sua direttrice Kim Tuin, ha presentato il piano culturale triennale 2017/2020 in cui la componente artistico/creativa, che emerge con forza dal passato recente dell’area, appare come fortemente integrata all’interno dell’ampio processo di rigenerazione urbana dell’area nord della capitale economica del paese.
 
Per capire al meglio l’intervento previsto appare necessario collocarlo all’interno del contesto di riferimento, che, nel caso del NDSM, è Amsterdam, città con circa 827.000 abitanti, rispettivamente 200.000 e 300.000 residenti in più delle vicine Rotterdam e Den Haag. La città, ormai da alcuni anni sta cercando di conciliare un incremento esponenziale dei flussi turistici nella città storica, con una richiesta di nuovi abitanti che genera una crescita di residenze pari a circa 5.000 nuove abitazioni/anno (Stichting NDSM-werf, Space for the City, 2016) insieme a una qualità della vita che in Olanda significa anche qualità degli spostamenti e degli spazi pubblici.   
La sfida che è stata raccontata dalla direttrice della Fondazione NSDM è quella di trasformare oltre 10 ettari, situati a nord del porto, a circa 20 minuti dalla stazione di Amsterdam Centraal, in uno dei quartieri a più alta densità creativa della capitale dei Paesi Bassi: tra la costruzione di oltre 33.000mq di uffici e appartamenti residenziali l’obiettivo è quello di valorizzare le numerose attività creative che, a partire dagli anni ‘80, dopo l’abbandono dell’attività manifatturiera, hanno occupato spontaneamente questi spazi. Oltre 400 artisti si sono stabilizzati in quest’area promuovendo eventi temporanei (NDSM Est) o l’insediamento di attività stabili, come laboratori, atelier e negozi (NDSM Ovest). Il mantenimento e il rafforzamento di tali attività è il punto di partenza della nuova trasformazione, che si identifica come the indispensable cultural refuge for and of the city of Amsterdam. (Stichting NDSM-werf, Space for the city, City of amsterdam, Artistic Plan 2017 – 2020, 2016, pag. 6).
La Fondazione NDSM è stata fondata nel 2009 da diversi soggetti tra cui il Consiglio della città di Amsterdam e raggruppa insieme alcune società di sviluppo del real estate che hanno deciso di operare nell’area nord della capitale. L’ente, oltre ad essere il soggetto che governa la trasformazione fisica del luogo, ha anche il ruolo di narrare la storia, tutelare l’identità e tracciare il futuro le linee guida dello sviluppo futuro, anche attraverso il coinvolgimento attivo della comunità locale.
La Fondazione ha da poco approvato il piano artistico 2017-2020 con l’obiettivo di rafforzare e promuovere questa identità unica e sviluppare l’ambizioso programma attraverso il potenziamento di nuove partnership internazionali. Tra i principali obiettivi guida della strategia troviamo offrire una sede permanente alle manifestazioni temporanee, organizzare le attività in collaborazione con la comunità, persone  e  associazioni locali, stimolare la creatività e l’innovazione e creare delle attività che non siano indifferenti al contesto ma che riescano a comprendere le specificità del territorio, dello spazio fisico e della storia remota e recente.
I contenuti principali dell’agenda artistica prevedono uno sviluppo simultaneo lungo due linee guida parallele che riguardano lo sviluppo urbano da un lato e la cultura creativa dall’altro che, stimolata dal DNA pregresso dell’area diventa il fondamento che guida la trasformazione. La Fondazione è coinvolta direttamente in numerose collaborazioni con diversi soggetti finalizzate a garantire visibilità internazionale ad alcuni eventi (o artisti): attraverso la collaborazione con lo Stedelijk Museum di Amsterdam  sta lavorando per un intervento di illuminazione scenografica che comprende l’intera area di trasformazione e che sarà probabilmente ultimato nell’autunno 2018; con il Palais de Tokyo si sta progettando un’installazione che vede sovrapporre arte, tecnologia e innovazione architettonica, e nella primavera 2017 saranno ultimati i lavori per il pop up Museo di Joep van Lieshout. Insieme a questi “progetti iconici”, come sono definiti dal programma, la Fondazione sta inoltre organizzando laboratori in cui si discute sul valore e sul senso da attribuire agli spazi vuoti in una città sovraffollata, lavorando in contemporanea anche sulla promozione del wharf come terreno fertile per la comunità creativa.
Un’ultima considerazione riguarda la stabilità del modello finanziario del programma artistico a cui contribuisce in maniera consistente l’organizzazione di eventi commerciali che forniscono le risorse per l’attivazione del programma con una media di oltre 40 giorni di eventi commerciali all’anno che portano inoltre nel wharf un pubblico molto eterogeneo.
La strategia sopra menzionata si aggancia a un valore pregresso e riconosciuto di un territorio, che è quello di essere un incubatore creativo e innovativo, e tenta di perseguire una “istituzionalizzazione” di tali attività in parallelo al governo della trasformazione urbana. La cultura prova in questo caso a rappresentare il vero valore attrattivo fin dalle battute iniziali del processo.
I temi trattati nell'edizione Milanese di ArtLab verranno ripresi nelle prossime tappe previste dall'evento: a Mantova dal 29 settembre al 1 ottobre, occasione per parlare ancora di rigenerazione sino a Lecce, dove in autunno verranno approfondite alcune opportunità legate alle imprese culturali e creative del sud Italia.

www.ndsm.nl
 
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