Appello alle comunità educanti
Contrasto alle povertà educative. Pubblicati i primi due bandi da 105 milioni di euro complessivi, dedicato alle fasce d'età 0-6 e 11-17 anni, frutto di Protocollo di Intesa tra Governo e le Fondazioni di origine bancaria, rappresentate da Acri. Saranno finanziati progetti capaci di innovare processi diffusi e duraturi di welfare comunitario. Non solo interventi puntuali. La presentazione delle idee progettuali è prevista entro il 16 gennaio per il Bando Prima Infanzia ed entro l’8 febbraio per il Bando Adolescenza
Ne avevamo già parlato su Il Giornale delle Fondazioni di luglio: il contrasto alla povertà educativa dei minori è entrato ufficialmente nell’agenda del Paese.
Con la costituzione della impresa sociale non profit “Con i Bambini”, interamente partecipata da Fondazione CON IL SUD, Governo e Fondazioni di origine bancaria hanno reso operativo il Protocollo d’Intesa stipulato il 29 aprile 2016 tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Presidente di Acri, l’associazione delle Fondazioni (in attuazione di quanto previsto dall’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208). A fronte di un credito d'imposta, le Fondazioni investiranno per tre anni 120 milioni di euro per interventi destinati al contrasto delle povertà educative: i primi due bandi sono già stati pubblicati ad ottobre sul sito conibambini.org.
Qualche numero per capire
Destinati «al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori» (Art. 2, Decreto 1 giugno 2016), i primi bandi sono indirizzati alle fasce d’età 0-6 e 11-17 anni e prevedono il primo una dotazione massima di 69 milioni di euro, il secondo fino a 46 milioni. La presentazione delle idee progettuali è prevista entro il 16 gennaio per il Bando Prima Infanzia ed entro l’8 febbraio per il Bando Adolescenza.
Ambedue saranno suddivisi in due graduatorie: la graduatoria A, per progetti riferiti a territori compresi in un’unica regione e il cui contributo assegnato è compreso tra 250 mila euro e 1 milione di euro; la graduatoria B, per interventi di maggiore dimensione, che potranno insistere anche su più regioni e il cui contributo assegnato è superiore a un 1 milione di euro e fino a 3 milioni di euro.
Qual è il contesto
In Italia la povertà assoluta è in crescita e si riverbera significativamente sulle famiglie con almeno un minore, in cui l'incidenza è passata dal 2,8% del 2005 all’8,5% del 2014. Un quadruplicarsi vertiginoso che colpisce oggi circa 1 milione di minori, assumendo diverse forme e sfaccettature: dalla cura di sé, alla nutrizione e alla salute, all'accesso a spazi e servizi essenziali, fino alla fruizione del sistema educativo e ai comportamenti culturali, i minori vivono una condizione multidimensionale di povertà, che di fatto ne condiziona pesantemente la vita, le opportunità di crescita e di mobilità sociale, oltre che costituire un aggravamento della finanza pubblica per l'intero Paese, insomma, ne lede i diritti essenziali di cittadini ed esseri umani. Uno degli aspetti più evidenti di tale condizione è costituito dalla povertà educativa, che si traduce nell'assenza o nella carenza dell'accesso all'istruzione formale e informale, all'apprendimento, alla sperimentazione, allo sviluppo delle proprie attitudini e capacità, divenendo anche un limite allo sviluppo delle relazioni e dei comportamenti sociali. Save the Children, nel suo rapporto “Illuminiamo il Futuro 2030”, misura ad esempio tale indice mediante la capacità di comprendere un semplice testo letto o di svolgere elementari operazioni matematiche, insieme alla frequenza di abitudini come l’utilizzo di musei e biblioteche, o l'esercizio di sport e di attività culturali e artistiche. Con risultati davvero inquietanti.
Gli obiettivi dell'azione
I due bandi di “Con i Bambini” si prefiggono: di potenziare l’offerta di servizi di cura ed educazione dedicati ai minori tra 0 e 6 anni, ed in particolare ai bambini facenti parte di famiglie in difficoltà, promuovendone la qualità, l’accessibilità, la fruibilità, l’innovazione; di promuovere e stimolare il contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni, nonché situazioni di svantaggio e di rischio devianza, particolarmente rilevanti tra coloro che vivono in contesti ad alta densità criminale.
Il bando Infanzia interverrà sugli asili ma anche sui servizi educativi, sanitari, sociali, culturali e consultori, nell’ottica di una presa in carico globale, integrandoli con offerte complementari/integrative al servizio nido/scuole e con un forte sostegno alla genitorialità consapevole. Il bando Adolescenza vuole rafforzare il ruolo della scuola sia come luogo di apprendimento che come bene comune e luogo di relazioni sociali, sostenendo anche tutte quelle attività extra scolastiche che consolidino il contesto, con attenzione sia ai bisogni individuali che ai gruppi classe. Particolare attenzione sarà riservata al passaggio tra Primo e Secondo grado delle scuole Secondarie, ritenuto molto delicato e spesso vero punto debole del percorso scolastico, durante il quale si moltiplica il rischio di seminare gli elementi di un futuro abbandono.
Ma la novità sta nell’appello che viene rivolto alle cosiddette comunità educanti: famiglie, scuole, organizzazioni del Terzo Settore, ma anche università, musei e biblioteche e altre istituzioni, sono chiamate a fare la propria parte, perché gli interventi siano multidimensionali come il problema a cui sono chiamati a rispondere. Il rafforzamento di questi attori è considerato strategico e unica via alla sostenibilità futura dei progetti proposti, che non si devono limitare a produrre tamponi temporanei al problema, quanto piuttosto ad immaginare processi collaborativi virtuosi che sappiano individuare soluzioni fino ad ora non adottate, o sottovalutate. Una spinta a costruire progettualità integrate, che implementino scale di azione territoriale e partnership ampie quanto il fenomeno che intendono contrastare, per rinunciare ad interventi frammentati, isolati e quindi destinati alla debolezza dei risultati.
La valutazione
I bandi esprimono con chiarezza l'attesa di metodologie sperimentali già a partire dal monitoraggio dei progetti, nonché per ciò che riguarda la valutazione dell'efficacia degli impatti delle proposte sostenute rispetto ai destinatari e alle comunità di riferimento. Viene infatti richiesto il coinvolgimento di soggetti esterni e/o la mobilitazione di capacità e risorse interne al partenariato, le cui competenze in materia siano riconosciute e documentate. A tal proposito è stato lanciato un invito rivolto a enti e istituti di ricerca a manifestare entro il 30 novembre il proprio interesse per accompagnare i progetti proprio nella valutazione d'impatto.
L'iniziativa è un incentivo possente alla costituzione di quello che va configurandosi sempre più come welfare comunitario, con il coinvolgimento di attori che - grazie ad azioni di empowerment trasversale - diventino soggetti e non più semplici destinatari di azioni finalizzate alla creazione di benessere e arricchimento sociale diffuso. Reti di genitori, scambi e integrazioni tra scuole e musei o biblioteche, centri culturali aperti e pensati per includere e attivare i ragazzi, servizi alle famiglie che coinvolgano le famiglie stesse in sistemi di mutua assistenza, cura non solo alle attività puntuale ma soprattutto a quelle “parti molli” dello sviluppo delle comunità che Ilda Curti paragonava alle linee di crescenza delle ossa dei bambini: delicatissime, da curare e accompagnare perché domani diventino solide e portanti.
In questo lasso di tempo che separa dalla chiusura dei bandi, l'appello alle comunità educanti va preso molto sul serio anche da parte di quelle istituzioni o organizzazioni culturali che hanno mezzi, luoghi e risorse umane adeguate a far parte delle reti richieste. Proprio in tal senso, ad esempio, una porzione di questa comunità si incontrerà al FIL Fest, il Festival della Felicità Interna Lorda che, nella sua edizione dedicata al tema TERRE e ispirata dalla figura di Maria Montessori, condurrà a Catania un esperimento di connessione presso la Biblioteca Comunale Vincenzo Bellini, mettendo a confronto operatori culturali, educatori, insegnanti, mediatori, dirigenti scolastici, con dirigenti di biblioteche, musei e centri culturali, nel tentativo di produrre un cortocircuito tra chi il problema lo vive e lo rileva quotidianamente e chi potrebbe avere tra le mani anche un pezzo o un segmento della soluzione. Perché è nell'uso innovativo e inclusivo dei luoghi della cultura che si può avere la chance di costruire quella ossatura di cui ci parlava Ilda Curti: infrastrutture comunitarie ad alta densità di conoscenza che già esistono, spesso già animate da operatori professionisti della mediazione culturale o comunque pronti ad ospitare quel software sociale che sta inventando, giorno dopo giorno, il welfare culturale capace di contribuire alla irrinunciabile lotta contro le povertà educative.
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