Un angolo di mitteleuropa a Venezia: alla scoperta di Miroslav Kraljevič
Venezia. Cà Pesaro offre ai suoi visitatori, sino al 15 giugno, un ritratto pressoché inedito per l’Italia (a parte una fugace presenza alla Biennale del 1946) del pittore Miroslav Kraljević, fondamentale per meglio comprendere la cultura croata della prima metà del XX secolo. La mostra prende origine da un progetto di Živa Kraus, artista dal denso background che nasce a Zagabria e che di specializza in scenografia a Venezia, poi assistente di Peggy Guggenheim e per la Galleria del Cavallino, nonché founder di Ikona Photo Gallery, nel 1979.
L’esposizione è frutto di una feconda collaborazione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e la Moderna Galerija di Zagabria, che nel 2013 ha dedicato all’artista una retrospettiva importante e strutturata in maniera itinerante nei principali centri culturali croati, per ricordarlo nell’anniversario dei cent’anni dalla morte. In tale contesto la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, accoglie una mostra che si inserisce in una vocazione già manifestata dall’istituzione di apertura, indagine e riflessione con l’obiettivo di valorizzare ambiti culturali (e relativi esponenti) meno conosciuti ed esplorati. La curatela è polifonica e comprende Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, Biserka Rauter Planćić, responsabile della Moderna Galerija di Zagabria e di Cristiano Sant, di Ca’ Pesaro. L’idea sottesa è quella generare sorpresa nel visitatore, inserendo cronologicamente la mostra entro il contesto del percorso museale, per attivare energie nuove ed approfondimenti trasversali inconsueti. Naturalmente l’occasione sarà propizia per scoprire il geniale e talento precoce Miroslav Kraljević (Gospić 1885 - Zagabria 1913) che si spense all’età di 27 anni ma che ebbe modo di esprimersi ai più alti livelli, tanto da essere considerato il primo pittore croato del modernismo, stile continentale che si rivela nel campo dell’architettura, scultura e pittura, nella decorazione e negli oggetti, dalla fine dell'Ottocento sino ad affacciarsi al nuovo secolo e agli anni della Grande Guerra. Un’ artista sperimentatore, che si cimentò nelle differenti tecniche degli acquarelli, guazzi, disegni e dipinti, la maggior parte dei quali risalenti al fervido periodo parigino del 1911 – 1912 come dimostrano i soggetti tratti dai cafè, teatri, cabaret e locali di una Belle Epoque che esprimeva ad un tempo sfrenato vitalismo e fiducia positivista nel progresso, pur venate da un’atmosfera di malinconia. Nella mostra di Cà Pesaro, che espone un nucleo di 20 opere, rivestono una posizione di riguardo gli autoritratti dell’artista, emblematici dello scorrere del tempo e dell’ esistenza dello stesso, da Autoritratto con cane del 1910 a Bonvivant (Ritratto di Ante Masovčić) risalente al1912. Come tutte le grandi personalità Miroslav Kraljević lasciò un’eredità culturale notevole, che venne accolta dalla successiva generazione di artisti croati.
Per celebrare l’artista, contestualmente alla mostra, l’Ateneo Veneto ospiterà nella sua sede di San Fantin una conferenza ed un film appositamente dedicato, il prossimo 14 maggio.