Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Un’abbuffata di arte

  • Pubblicato il: 22/12/2012 - 15:43
Autore/i: 
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Giorgio Morandi

Brescia. Potrebbe essere Brescia la città espositiva regina nel prossimo anno, le premesse sono date dalla programmazione effettuata dai responsabili, gli enti pubblici e religiosi della Leonessa affiancati in queste occasioni dalle fondazioni Brescia Musei, ASM e Fondazione Daimler Mercedes insieme ad Arcus Spa. Il 2013 vedrà appuntamenti dedicati all’antico e al contemporaneo, con una attenzione anche rivolta ai monumenti storici locali. La città infatti indaga il presente partendo dal suo illustre passato, ossia Brixia nell’epoca romana, quando era una delle località più importanti dell'Impero, e anche nella successiva epoca longobarda. Romani e longobardi, del resto, si riuniscono nell'area intorno a Santa Giulia riconosciuta nel 2011 dall'Unesco come patrimonio dell'Umanità.  E le mostre nei prossimi mesi saranno qui: si tratta della riapertura del Capitolium restaurato e, in Santa Giulia, delle esposizioni di una nota collezione d'arte contemporanea europea, quella della Fondazione Daimler Mercedes che giungerà per la prima volta in Italia, e delle collezioni pubbliche e private bresciane di arte contemporanea. Dal 7 marzo al 30 giugno, negli spazi che nel periodo 1964-972 ospitarono la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea poi chiusa in deposito per lasciare spazio alle collezioni archeologiche e medievali, si potranno ammirare di nuovo dopo anni proprio queste opere, insieme a quelle conservate in tante residenze bresciane e appunto a quelle della fondazione tedesca. Di qui il titolo emblematico della rassegna «Novecento mai visto. Da De Chirico a Cattelan e oltre», curata da Elena Lucchesi Ragni con Enrico De Pascale e Paolo Bolpagni. Sono numerosi dipinti di proprietà dei Civici Musei non più esposti in modo organico dai primi anni Settanta, la parte più rilevante è costituita dalle opere del bresciano Romolo Romani, dai numerosi dipinti di ambito futurista (Dottori, Evola, Depero, Lega), di orientamento informale (Chighine, Paolucci), insieme ad alcuni De Chirico, Morandi, Sironi donati nel 1986 dalla famiglia bresciana Scalvini. Presenti anche le opere della collezione depositata da Guglielmo Achille Cavellini con importanti Klein, Warhol, Hartung, Mathieu, Burri, Fontana, presenti a confronto con Crippa, Birolli, Morlotti, Vedova, Turcato, Manzoni, Castellani, Bonalumi, Melotti, fino a Pistoletto, Mattiacci, Anselmo, Paolini, Mertz, Fabro, Parmiggiani, Penone, Zorio, Calzolari. Mentre dalle collezioni bresciane arrivano alcuni Kapoor, Dan Graham, Cattelan, Paladino, Mainolfi, Tavernari, Picco e Ranzanici. A tutto ciò si aggiunge l’inedita occasione di vedere i capolavori della Daimler Art Collection di Stoccarda, celebre collezione tedesca frutto di 35 anni di attenti investimenti in arte contemporanea (sono oltre duemila opere di quasi settecento artisti internazionali). A Brescia, la cosiddetta «Città delle Mille Miglia», avremo lavori dedicati espressamente all’automobile di Warhol, Robert Longo, Szarek, Silvye Fleury insieme a lavori dall’epoca del Bauhaus in poi: Adolf Hölzel, Schlemmer, Baumeister Enrico Castellani, Dadamaino, Sanguineti, Morrelet e Jan Henderikse, Peter Roher, Dan Graham, John M. Armleder, Nic Hess, Luca Trevisani. Una vera e propria abbuffata di arte contemporanea, come recita lo slogan scelto per la campagna stampa ideata dal Comune, «Ha la testa nell'arte». Ma si diceva dell’antico: l’area archeologica del Capitolium, simbolo di fortissimo fascino, verrà riaperta con un nuovo percorso museale e allestimento delle sale frutto delle più moderne tecnologie, con una installazione multimediale a cura di Studio Azzurro. Per l'occasione «gli antichi Dei tornano nella loro casa», ossia nel tempio restaurato dove verranno ricollocati gli altari e le effigi delle divinità che duemila anni fa qui venivano venerate.  Ma non è finita perché prima,  dal 26 gennaio al 15 maggio al Diocesano di Brescia rivivrà l’età del Rame (3400 - 2200 a.C.) con la rassegna «La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi». Quell’epoca fu un periodo molto fecondo per lo sviluppo l’umanità: si diffondono l’aratro, la ruota, l’aggiogamento degli animali per la trazione, il carro a quattro ruote, lo sviluppo della metallurgia del rame, spesso in lega con l’arsenico, l’agricoltura e l’allevamento, tutte attività che favoriscono nuovi assetti economici e sociali. La mostra sarà l’occasione per fare il punto di tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, grazie a un comitato scientifico presieduto da Raffaele .C. De Marinis. La scelta di Brescia a sede espositiva non è casuale: nel Bresciano sono tornate alla luce le testimonianze più rilevanti di insediamenti dell’età del rame in Italia. La necropoli di Remedello Sotto dopo 128 anni dalla sua scoperta costituisce ancora la documentazione principale per la ricostruzione dell’età del Rame in area padana. Ma nuove scoperte sono documentate a Volongo, Fontanella Mantovana, Cumarola e Spilamberto in provincia di Modena, Bologna, Forlì e Cesena e in altre località della pianura padana e dei primi contrafforti che la circondano. Si tratta di necropoli, talvolta molto ricche di manufatti. Ordinate nelle sale le notissime statue-menhir che, insieme alle incisioni rupestri della Valcamonica, forniscono una iconografia fondamentale per la comprensione del periodo, oltre a una ricostruzione a grandezza naturale dell’uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed equipaggiamento. Si potrà dunque anche apprendere molto dal confronto tra i materiali posseduti da Ötzi (ascia in rame, cuspidi di freccia, pugnale in selce) e quelli relativi alla cultura di Remedello. Il percorso della mostra si conclude con l’età del Vaso Campaniforme, documentata in provincia di Brescia dalle due importanti sepolture di S. Cristina di Fiesse e di Ca’ di Marco, a cui saranno affiancate le tombe di recente scoperta a Parma. Dell’antica età del Bronzo, tra 2200 e 2070 a.C., invece saranno esposte ceramiche e manufatti di metallo, in osso, corno, selce e fayence del Bronzo Antico I dal Lavagnone di Desenzano del Garda, e da Polada.

L’età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi.
Brescia, Museo Diocesano
26 gennaio – 15 maggio 2013
via Gasparo da Salò 13; Brescia

Novecento mai visto. Da De Chirico a Cattelan e oltre
From Albers to Warhol to (now). Opere della Fondazione Mercedes
Museo di Santa Giulia
Dal 7 marzo al 30 giugno
via Santa Giulia; Brescia