President’s Picks. Parola di Patrizia Asproni
Appuntamento ogni lunedì, da 56 settimane, sulle pagine della Repubblica di Torino, con i “President’s Picks”- Prospettive internazionali e coinvolgimento del pubblico nei musei - negli articoli di Patrizia Asproni, da poco più di 18 mesi alla guida della Fondazione Torino Musei, l’ente che riunisce GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama-Museo Civico d'Arte Antica, la Rocca e il Borgo Medievale e il MAO - Museo d'Arte Orientale e la fiera di arte contemporanea Artissima.
Dal suo insediamento la Presidente, partendo da fatti concreti, stabilisce una costante relazione con la comunità, attraverso uno dei quotidiani di maggiore diffusione, sviluppando e condividendo riflessioni sul ruolo e sulle politiche culturali. Il tutto in un momento di forti cambiamenti di governance: nuovo direttore del MAO, nuovo Segretario Generale della Fondazione Torino Musei, e prossima nuova direzione anche alla GAM, congiunta con il Castello di Rivoli. In vista forse, dopo molti annunci, una Superfondazione che ingloberà anche il primo museo di arte contemporanea nel Paese.
Con i “President’s Picks” Asproni parla dell’evoluzione del valore della cultura per cittadino e per lo sviluppo socio economico del territorio.
Una bussola per condividere uno scenario in evoluzione, una operazione di audience engagement che parte dal coinvolgimento del pubblico attraverso il people raising volto alla costruzione di significati condivisi. Un’idea di cultura quindi che non si ferma alla visita al museo, ma che abbraccia una moltitudine di significati che vanno dalla qualità della vita, all’attrattività turistica, alla condivisione delle informazioni attraverso strumenti social, alla creazione di eventi affinché la cultura possa davvero essere “per tutti” così come confermato anche dai dati sugli ingressi. Il 2014 ha infatti registrato una crescita esponenziale nel numero di visitatori «una performance straordinaria: un incremento del 42% dei visitatori rispetto al 2013[1]».
Quali i temi più trattati? Ogni uscita collega notizie ed elementi di attualità alle politiche territoriali locali, facendo riflettere sulla connessione con panorami più ampi di livello nazionale, europeo e internazionale. È questo per esempio il caso degli articoli relativi alla programmazione europea legata ad Europa Creativa (La Repubblica, 8 gennaio 2014) o all'incontro internazionale MuseumNext che ha permesso ad alcuni dei nostri musei di confrontarsi con realtà provenienti da tutto il mondo in un processo in cui le nostre istituzioni culturali diventano ambasciatrici della città (La Repubblica, 24 febbraio e 9 giugno 2014)
Attraverso i suoi contributi, infatti, traspare la volontà di voler comunicare i musei in modo trasversale attraverso iniziative di coinvolgimento di diversi target di fruitori legati all'età, alla matrice culturale, alla diversa provenienza territoriale.
In questi contesto si colloca per esempio #gopink, tag rappresentativo di una strategia di identificazione del pubblico femminile con Palazzo Madama, il museo donna già nel nome e nella sua storia. Intenso il programma di «iniziative in rosa» del museo – come le chiama Asproni nel suo articolo del 3 marzo 2014 – per consentire alle donne di riconoscersi, dibattere e valorizzare il proprio ruolo nel tempo presente: dal ciclo di mostre di autrici come Eve Arnold in collaborazione con Magnum Photo, piuttosto che Women of vision con National Geographic, o la più recente autoprodotta “Donne che vedono il futuro”: il museo trasformato in un grande set fotografico, per 205 ritratti di donne torinesi, che hanno espresso la loro visione di futuro. Ancora donne le protagoniste del progetto Madama Knit, che ha visto uniti nell'esperienza legata al lavoro a maglia in museo, artigiani, artisti e donne detenute attraverso una «rete di filo e di lana che unisce le persone, i luoghi, la memoria» (La Repubblica, 16 dicembre 2013).
Il museo oltre le proprie mura. In un'ottica di coinvolgimento secondo la quale «se il pubblico non va ai musei, i musei vanno al pubblico» (La Repubblica, 19 maggio 2014), la Fondazione Torino Musei ha avuto l'intuizione di lavorare insieme al centro commerciale Le Gru di Grugliasco. Quest'ultimo si è infatti "vestito" di arte: la Camera di Madama Reale di Palazzo Madama, la facciata della GAM, la Sala dei Samurai del MAO e la vista panoramica del Borgo Medievale sono state riprodotte su giganteschi pannelli all'interno del centro commerciale.
Anche i bambini e i ragazzi devono essere i primi fruitori dei musei. Come leggiamo negli articoli del 30 giugno e del 29 settembre 2014, infatti, proprio ai giovani visitatori sono indirizzati i laboratori e i centri estivi della Fondazione dove «i bambini possono trascorrere le loro giornate dedicandosi a sperimentare, giocando e realizzando la loro opera d'arte».
E ancora un inedita narrazione delle opere d’arte, ideata con l’Art Speed Date, 10 minuti con il direttore della struttura culturale o personaggi della comunità per «vivere un momento davvero speciale» (La Repubblica, 10 febbraio 2014). Storytelling ancora nel progetto il collaborazione con il World Education Program Teacher Assistant in cui i ragazzi diventeranno protagonisti nel raccontare il patrimonio attraverso il canali social, per diventare il volano di una narratività virtuale e di un coinvolgimento dei visitatori che passa attraverso il web.
Come racconta Patrizia Asproni nel suo articolo del 31 marzo, la #museumweek è diventata un occasione per la creazione di una community in line attraverso una «vivacità di scambi e interazioni che è andata al di la di ogni aspettativa» (La Repubblica, 31 marzo 2014).
Il museo si apre quindi ai suoi utenti non solo attraverso i social network ma anche pubblicando i dati relativi ai suoi turisti e alle sue collezioni. Nel primo caso ci si ricollega al dibattito degli OpenData che attraverso processi di «informazione diffusa, usabilità e knowledge sharing» hanno l’obiettivo di «lanciare un’azione di vera e propria fertilizzazione culturale basata sulla condivisione e circolazione delle conoscenze» (La Repubblica, 17 febbraio 2014). Ne consegue che, con l’obiettivo di condividere il patrimonio con i propri visitatori attraverso le opportunità dell’evoluzione tecnologica, la Fondazione Torino Musei sia stata tra le prime realtà italiane ad aderire al Google Art Project, nello scorso autunno: GAM, MAO, Palazzo Madama e Borgo Medievale «possono essere visitati on line da ogni parte del mondo, con i tour virtuali e l'accesso a centinaia di immagini in HD» (La Repubblica, 5 febbraio 2015).
Da questi articoli traspare quindi una idea di cultura che possa essere fruita da diversi target di visitatori, attraverso diverse piattaforme fisiche e virtuali all’interno di una Torino che diventa buona pratica partecipativa internazionale, in un’idea di città che «sceglie i suoi turisti e i suoi turismi prima ancora di essere scelta da loro» (La Repubblica, 28 aprile, 2014).
Non solo attenzione alle diverse tipologie di pubblico quindi, ma anche iniziative che guardano ad una idea di museo che si “apre” alla collettività attraverso gli OpenData, gli Art Speed Date e ai diversi #hashtag che la Fondazione adotta per partecipare alle community internazionali della rete.
Concludo con un’immagine molto evocativa che Patrizia Asproni utilizza in uno dei suo ultimi articoli.
«Ognuno dovrebbe avere in tasca un must have: l’Abbonamento Musei Torino Piemonte. Più necessario di un eau de toilette, più glamour di una borsa o una cravatta griffata, unisex, il pass per l’arte e la cultura in città e dintorni si indossa 365 giorni all’anno. La soluzione ideale da regalare e condividere non solo con gli affetti ma anche con chi ha le nostre stesse passioni e "affinità elettive" culturali» (La Repubblica, 22 dicembre 2014). Un abbonamento che ha superato nel 2014 le 100mila adesioni.
Un invito metaforico ad “indossare” la cultura e a sentirla “nostra” ogni giorno dell’anno.
In allegato tutti i 56 articoli di Patrizia Asproni comparsi settimanalmente su La Repubblica Torino dal 16 dicembre 2013 al 16 marzo 2015.
Il commento di Raffaella Scarpa, linguista, Università di Torino.
I “President’s Picks” di Patrizia Asproni, pubblicati su “La Repubblica”, edizione di Torino” dal dicembre 2013, si configurano linguisticamente come un caso virtuoso di comunicazione. In una stagione piuttosto instabile per quanto concerne la scrittura giornalistica, in cui i testi si conformano di massima alle regole di un polarismo insoddisfacente - un oscillare tra uno straordinario assottigliamento concettuale da una parte e una volontà più o meno rivelata di indurre il lettore a opinioni e posizioni che assunte acriticamente (dicesi ‘manipolazione’) - i testi di Patrizia Asproni si distinguono per le seguenti caratteristiche:
1) assenza di tecnicismi vacui e termini astratti a fronte di alto tasso di nomi concreti (a ogni parola il suo referente diretto); da ciò consegue che il testo e i suoi contenuti siano fortemente innestati nella realtà, nella vita, nella cronaca, nell’attualità, e che anzi perseguano tale innesto come principio-guida;
2) in opposizione alla ‘moda’ giornalistica dello stile nominale (frasi costruite omettendo il verbo) si riscontra una alta frequenza di verbi indicanti o sollecitanti azione; ciò è sintomo di una costruire testi che non si fermino alla rappresentazioni di dati di fatto ma volti invece a ‘fare cose con le parole’;
3) contraddicendo l’abitudine della pubblicistica a una sintassi tendenzialmente franta, giustappositiva, o comunque costruita ‘a catasta’ in cui i nessi logici tendo a essere sottoesposti, qui si riscontra invece un impegno all’argomentazione chiara, dimostrativa, secondo la regola “date le premesse, tali le conseguenze”; questa modalità di argomentare fa sì che i testi diventino una occasione per suggerire possibilità di azione sempre e soltanto come conseguenza di prese d’atto, di dati oggettivi
4) disobbedendo alla convenzione l’articolo di giornale sviluppato a partire dalla posizione dello scrivente, dalla forza della sua opinione, qui invece il testo scaturisce ed è costruito in chiaro ed esplicito riferimento all’esperienza diretta del lettore: in questo modo i testi vengono concepiti ‘a partire dal lettore’, generando quindi un appello e coinvolgimento diretto del destinatario che non ‘subisce’ la lettura. ma la assume attivamente a partire dalla propria esperienza diretta, il solo modo per sviluppare un punto di vista critico sulle questioni e indurre il pensiero a muoversi in autonomia.
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[1] Cfr. Fondazione Torino Musei (2015), Fondazione Torino Musei. I visitatori aumentano del 42%, comunicato stampa del 3 gennaio.