Officina dell’arte
Venezia. In un complesso di architettura industriale di inizio ’900 si è aperto un nuovo spazio espositivo, l’Officina delle Zattere (nella foto), a pochi passi dalle Gallerie dell’Accademia, dall’Accademia di Belle Arti, dalla Fondazione Vedova e da Punta della Dogana (quello che nel 2009 fu definito «il chilometro dell’arte»). La direzione artistica è affidata a Marco Agostinelli, promotore delle iniziative a Palazzo Zenobio «L’apertura o Atto primo» (lo scorso 30 novembre), con un poker di mostre in «quattro tempi» di grande richiamo. Il primo è un omaggio a John Cage nel centenario della sua nascita, organizzato dal suo erede spirituale, Emanuel Dimas de Melo Pimenta, compositore, architetto e fotografo, che presenta una rassegna di foto, musiche, film e libri relativi alla sua opera e a quella del maestro. Il secondo atto ha come protagonista Giorgio Faletti nella sua veste meno nota di artista, presente con una personale, curata da Tiziana Leopizzi e intitolata «Da quando a ora», come il suo ultimo libro: letteratura, arte e musica insieme. La musica è anche l’elemento trasversale degli ultimi due atti: «Il suono delle cose» del musicista Massimo Donà, che accompagna una performance fotografica; e «Sinestetiche visioni, sound digital art», una rappresentazione onirica dell’inconscio di Giorgio Merigo, a cura di Roberta Semeraro (fino al 10 febbraio).