Monte Paschi: era uno dei principali finanziatori d’arte
Siena. Le recenti vicende finanziarie e le inchieste giudiziarie sulla più antica banca del mondo, il Monte dei Paschi di Siena (Mps) fondata nel 1472 come monte di pietà, e la relativa fondazione di origine bancaria che ne detiene il pacchetto azionario di maggioranza, riguardano direttamente anche il settore arte e beni culturali. Banca (le indagini riguardano il management precedente l’attuale, con l’allora presidente Giuseppe Mussari) e Fondazione (presieduta da Gabriello Mancini), infatti, nel corso degli anni hanno finanziato praticamente per intero la politica culturale di enti pubblici, religiosi e privati del territorio senese, non mancando di allargarsi ad altre città. È ad esempio il caso di Mantova dove sino al 24 febbraio è stata visibile a Palazzo Te la rassegna «Dipinti, sculture e disegni del Novecento. Esperienze di collezionismo nelle raccolte della Banca Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione Banca Agricola Mantovana (Bam)» dettata dall’acquisizione di Bam da parte di Mps. Ma è a Siena che si è concentrata la maggiore attività benefica e culturale dei due enti privati. L’ultimo elenco delle erogazioni, in molti casi a pioggia, disponibile sul sito web della fondazione è riferito al 2010, ed è lunghissimo: basti tenere conto che in dieci anni ha distribuito una media di 4mila euro per ognuno dei 270mila abitanti della Provincia (come scriveva Sergio Rizzo sul «Corriere della Sera», 28 gennaio). Nel bilancio 2011, invece, al settore «Arte, attività e beni culturali» al 31 dicembre risultavano erogazioni pari a 23 milioni di euro: denari forniti per iniziative varie a cui si aggiunge tra gli «asset» della Fondazione anche la società strumentale Vernice Progetti Culturali Srlu, che nel corso degli anni ha organizzato molte mostre di richiamo (tra le altre, «Siena e Roma. Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico» e «Pio II. La città, le arti» nel 2006, «La passione e l’arte. Cesare Brandi e Luigi Magnani collezionisti», 2007, «Bernini pittore», 2008, «La vita di Michelangelo», 2010, «Le Case delle Anime», 2011). In precedenza la Fondazione e la banca avevano finanziato altri grandi eventi come la monografica di Duccio di Buoninsegna (2003). Insomma fino a pochi mesi fa era praticamente impossibile distinguere finanziamenti ed erogazioni incrociate tra banca e Fondazione che spesso e volentieri beneficiavano il Comune, ente nominante «forte», con la Provincia, dei vertici della Fondazione che controlla la banca.
Ad di là delle erogazioni per eventi, la Fondazione si è occupata anche di costruzione, ristrutturazione, conservazione, manutenzione o restauro di chiese, cattedrali, collegiate, monasteri, conventi, santuari, pievi, cappelle, oratori, cimiteri, ma anche sinagoghe e una moschea, di palazzi e ville, centri urbani e borghi, fortificazioni, mura, rocche, castelli, torri e porte cittadine. Presenti anche esempi di collaborazione con lo Stato come il protocollo d’intesa per il finanziamento di progetti siglato con Arcus, società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo del Mibac, con la quale si provvide al restauro della Loggia della Mercanzia, edificio del Quattrocento senese. Banca e Fondazione possiedono un patrimonio storico architettonico invidiabile: basti dire che la prima ha sede a Castellare Salimbeni, l’antica rocca dei Salimbeni nel centro città ed è proprietaria anche di Palazzo Spannocchi di metà XV secolo e di Palazzo Tantucci del secolo seguente; la Fondazione, per parte sua, risiede a Palazzo Sansedoni su piazza del Campo, grandioso edificio risalente a fine del XIII secolo. Oltre a ciò, le due istituzioni senesi detengono importanti raccolte artistiche formate nel corso dei secoli. Banca Mps è legata all’arte sin dalle origini tanto che lo studio di rappresentanza del presidente ancora oggi conserva una grande pittura murale raffigurante la Madonna della Misericordia eseguita nel 1472 da Benvenuto di Giovanni del Guasta. La collezione contiene inoltre decine di opere dal XIV al XIX secolo tra cui alcune di Cennino Cennini, Pietro Lorenzetti, Tino di Camaino, Benedetto da Maiano, Benvenuto di Giovanni, Francesco di Giorgio Martini, il Sassetta, Domenico Beccafumi, Francesco Vanni, Francesco Rustici, Bernardo Strozzi, Luigi Mussini. La Fondazione ha iniziato a collezionare con un progetto specifico nel 2004 e attualmente, oltre al Fondo fotografico Ferruccio Malandrini con immagini storiche di Siena, detiene 57 opere dal XIII al XIX secolo di Segna di Bonaventura, Maestro dell’Osservanza, Pietro Orioli, Domenico Beccafumi, Vincenzo Rustici, Marco Pino, Giovanni Berti, Ventura Salimbeni, Rutilio Manetti, Giuseppe Nasini, Giovanni Duprè tra gli altri. Riguardo alla collezione della Fondazione il quotidiano «la Repubblica» (5 febbraio) ha riferito di contatti tra rappresentanti dell’ente e la casa d’aste Sotheby’s per discutere di una eventuale «valorizzazione» del patrimonio artistico che nel bilancio 2011 è ascritto per un valore di 7,6 milioni di euro (le opere d’arte della banca nel suo bilancio «varrebbero» invece un centinaio di milioni). La Fondazione ha prontamente smentito questi contatti con la casa d’aste inglese: «La Fondazione Monte dei Paschi, dice il portavoce Gianni Tiberi, precisa che non c’è alcuna volontà di vendere la propria Collezione, risultato di un progetto che nel corso degli anni ha lodevolmente permesso di riportare a Siena capolavori legati in qualche modo al territorio senese e che nel corso dei secoli erano andati dispersi. Si tratta di un patrimonio artistico che la Fondazione ha intenzione di far conoscere meglio e di valorizzare da un punto di vista artistico e per il quale si stanno ipotizzando iniziative».