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L'ecologia della cultura di John Holden

  • Pubblicato il: 16/11/2015 - 19:03
Autore/i: 
Rubrica: 
FARE RETE
Articolo a cura di: 
John Holden

Riportiamo la traduzione a cura di Ugo Bacchella di un testo inedito di John Holden redatto per  ENCATC, the leading European network on cultural policy and managementla rete europea delle università e dei centri di formazione in management e politiche culturali

 
L’Arts and Humanities Research Council, mi ha chiesto, nell’ambito del progetto Cultural Value, di svolgere attività di ricerca e di produrre un rapporto sulla Ecologia della Cultura che è stato appena pubblicato e può essere scaricato da qui: http://www.ahrc.ac.uk/News-and-Events/News/Pages/Report-on-the-ecology-of-culture-launched.aspx.
 
 
Un approccio ecologico alla cultura si concentra sulle relazioni e sui fattori, così ho deciso di esplorare le modalità di relazione che intercorrono tra le varie componenti del mondo culturale, piuttosto che il funzionamento dell’opera o del teatro amatoriale. Ho letto molta letteratura e intervistato un’ampia gamma di persone - trentanove in tutto - tra cui uno stilista di moda, il direttore di un coro amatoriale, e un produttore cinematografico, così come funzionari responsabili della cultura in amministrazioni locali, e ipersonale di musei nazionali. E’ emerso che la cultura è un organismo, non un meccanismo, e che le carriere, le idee, i soldi, i prodotti e i contenuti ruotano attorno alle componenti finanziate, commerciali e autoprodotte / amatoriale del mondo della cultura generale in modo tale che quelle categorie di finanziamento non possono essere slegate. Ognuno sta lavorando in un modello di economia mista, e ognuno ha obiettivi e motivazioni molteplici per quello che fa.
Ma ho voluto andare oltre al vedere la cultura in termini di modalità di finanziamento, e descrivere i punti di vista originali che offre una prospettiva ecologica. Il concetto di ecologia ci aiuta a vedere la nostra posizione in relazione alla cultura. Come con l'ecosistema naturale, l'ecosistema culturale non è separato da noi, o in relazione a noi, ma piuttosto siamo incorporati in esso - ci plasma e nello stesso tempo lo plasmiamo. La cultura è sempre un work in progress, e sempre un processo sociale. In aggiunta a ciò, un ecosistema non è gerarchica: ci vogliono tutte le componenti per realizzare il tutto, e in questo senso, tutte le parti sono uguali. Trattare la cultura come una ecologia prende in considerazione gli elementi qualitativi tanto quanto i quantitativi, e trattare la cultura come l'ecologia è anche congruente con gli approcci fondati sul valore culturale che prendono in considerazione una vasta gamma di valori non monetari.
Molte metafore ecologiche, come la nascita, la crescita, l'evoluzione, la complessità delle interdipendenze, la fragilità sistemica, i cicli di vita, le reti possono essere applicati al mondo della cultura, e gettano luce sui modi in cui la cultura funziona. Le analogie biologiche sollevano una serie di domande, come ad esempio: quali condizioni favoriscono lo sviluppo di una forma di cultura? Come si sostiene poi quella forma di cultura? Che cosa minaccia la sua esistenza? Come può essere alimentata perché dispieghi crescere il suo pieno potenziale? Queste domande, e altre analoghe, potrebbero aiutare gli artisti, gli amministratori e i policy makers a comprendere lo stato di ecologie culturali specifiche culturale (ad esempio in una città o regione, o di una forma d'arte) nonchè gli interventi che potrebbero mettere in atto per massimizzare la salute dell'ecosistema. Questo approccio sottolinea anche il ruolo limitato dei diversi attori - nessuno può controllare un ecosistema, anche se può influenzarlo in modi benigni o distruttivi.
Il report propone quindi tre nuovi modi di intendere l'ecologia della cultura. Il primo è quello di pensare alla cultura in termini di un ciclo creativo: nuove forme ed eventi culturali si nutrono del passato, producendo qualcosa di nuovo, divenendo essi stessi consolidati, per essere rielaborati a loro volta. Il secondo ha a che vedere con le reti digitali e le reti di connessione locali o settoriali, questo approccio aiuta a dimostrare quanto robusta e produttiva sia l'ecologia culturale.
Il terzo modello afferma che quattro ruoli sono essenziali qualsiasi sia la forma che assumono gli ecosistemi culturale. Questi ruoli sono:
• I Guardiani, che si occupano della cultura del passato;
• Le piattaforme, che forniscono i luoghi e gli spazi per la cultura del presente:
• I Connettori, che fanno accadere le cose e mettere insieme altre parti del sistema;
• I Nomadi , tutti noi che, come artisti o spettatori, interagiamo con gli altri tre ruoli.
In ogni caso, questi ruoli possono essere svolti da persone o organizzazioni finanziate, commerciali o volontarie. Ad esempio Disney, il Victoria & Albert Museum, e gruppi di volontariato che attivi nel patrimonio operano come Guardiani; i Connettori comprendono dai responsabili culturali nelle amministrazioni localie ai produttori cinematografici commerciali. Alcune organizzazioni svolgono ruoli multipli, ma la maggior parte uno solo.
Il rapporto è in realtà solo un primo passo - un tentativo di guardare la cultura da una prospettiva diversa, utilizzando un diverso insieme di parole e di metafore. Le ecologie sono sistemi dinamici, produttivi e complessi; trattare la cultura come ecologia, e non solo come economia apre tutta una serie di nuovi modi di descrivere e comprendere le dinamiche in  atto.

Traduzione di Ugo Bacchella