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Impliquons-nous

  • Pubblicato il: 14/02/2016 - 11:35
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Rubrica: 
CONSIGLI DI LETTURA
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe

Il vis à vis tra Edgar Morin e Michelangelo Pistoletto è un piacevole viaggio che traghetta dalla critica al sistema neoliberista alla necessaria ibridazione di campi separati, dalla centralità dell’educazione all’urgenza di un agire soggettivo e collettivo. Un agire che da sempre contraddistingue Cittadellarte Fondazione Pistoletto che, dal 17 al 19 marzo 2016 negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dà vita al secondo Forum REBIRTH: «La Mela Reintegrata». Una riflessione, in un incontro cross-disciplinare, sulle pratiche di cambiamento nella società

 
 
 

I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?" Ma vi domandano: "Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora soltanto credono di conoscerlo.
[Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, 1943]
 
Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà
[Michelangelo Antonioni, Blow-up, 1966]

 
 
 
Non potevano che incontrarsi. L’uno dalla postura imponente ha sempre lo sguardo curioso di un bambino, l’altro dalla corporatura più esile in ogni ruga racconta un cammino. L’uno è uno dei più grandi e visionari artisti del tempo presente, l’altro un narratore puntuale e coscienza della nostra epoca. Sono Michelangelo Pistoletto e Edgar Morin e leggendo «Impliquons-nous», il testo che raccoglie una loro conversazione, è bello immaginarli insieme intorno a un tavolo.
Un piacevole viaggio che traghetta dalla critica al sistema neoliberista alla necessaria ibridazione di campi separati, dalla centralità dell’educazione all’urgenza di un agire soggettivo e collettivo.
 
Su alcune questioni discordano, più per una distanza terminologica che di contenuto, ma entrambi portano avanti – da sempre e ciascuno nel proprio campo è pioniere – un pensiero divergente che impone la necessità di una coscienza e di una responsabilità di azione per arrestare la vorticosa crisi – ecologica e antropologica - cui l’umanità va incontro e di cui è artefice.
Una crisi che si consuma, nell'epoca dell'ipertrofia tecnica, nella progressiva razionalizzazione della realtà e che è specchio di una crisi di conoscenza fatta di specialismi e compartimenti, rea di voler ignorare la complessità umana. Una conoscenza fondata ormai su calcoli, cifre, misure, valutazioni dimenticando che «la realtà umana è fatta di sofferenza, di amore, di poesia» (p.35).
 
In una società senza profeti, che esclude gran parte dell’umanità, dove l’homo oeconomicus prevale sull’homo sapiens, ad imporsi è la religione del consumo, dell’accumulazione, del funzionale, dell’efficacia che, a partire da Descartes, non ammette errori e attività contemplativa.
E a patirne è soprattutto l’educazione con un sistema oggi caratterizzato da crediti, debiti, punti, valutazioni, indicatori, misurazioni; un sistema in cui l’asilo - luogo destinato ad accogliere – è diventato scuola primaria di primo grado, a cui ne seguono altri: la prima di una tappa di una carriera quasi militaresca che procede per livelli e corse ad ostacoli e in cui a riuscire sono solo i più produttivi. 
 
Ecco perché Pistoletto e Morin, nell’auspicio di un processo di riscatto che necessariamente passa attraverso la consapevolezza, concordano sulla centralità dell’educazione. Un progetto di «rinascita» in cui «non è sufficiente denunciare o annunciare», ma occorre agire, attivare un ripensamento, essere propositivi, in una parola essere «creativi».
Agli artisti e agli intellettuali il compito di farsi portatori di questo messaggio evidenziando come «occorra mettere in opera dei principi attivi capaci di produrre dei risultati pratici» abbracciando la complessità e le contraddizioni – che dovranno necessariamente alimentare la democrazia, per mantenerla tale - perché il problema non sono le differenze, ma le diseguaglianze.
Allora «la scuola insegni a vivere», aiuti a scoprire le vocazioni «dando ascolto a messaggi apparentemente devianti, marginali, divergenti, insegni l’incertezza. L’incertezza, il rischio dell’errore fanno parte del destino umano, ma nessuno è preparato per affrontarli».
Le interazioni tra differenti discipline sono difficili da riconoscere, ma sono necessarie – dice Morin – e mettere in discussione l’ideologia della certezza scientifica, «facendo entrare l’arte come elemento estetico-etico – dice Pistoletto – per alimentare una dinamica di innovazione, conferisce legittimità all’esperienza estetica nelle questioni di natura gnoseologica.
 
Uno sforzo morale e intellettuale che in parte esiste e un cambiamento che già è in atto. Da un lato perché il reale non è mai stabile e dall’altro perché una nuova geografia fatta di pratiche, di ridefinizione di relazioni di prossimità, di mutuo soccorso, di economie circolari che nascono in seno alla società civile e che attraversano tutte le attività umane, si va configurando.
Dare voce e spazio a questi cantieri, promuovendo un «engagement de l’ensemble», della comunità umana tutta è compito di intellettuali e artisti ed è quanto Cittadellarte-Fondazione Pistoletto fa nella sua quasi ventennale esperienza con i suoi Uffizi: una fucina di idee che, attraversando tutti i campi del sapere, mette l’arte al centro.
 
Per questo nasce il 2° Rebirth Forum dl titolo «La Mela Reintegrata» che si terrà a Milano negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnica il 17 e 18 marzo 2016. Un incontro che arriva a pochi mesi dall’incontro di Cuba lo scorso novembre, a La Habana, con il Forum «Geografias de la Transformación[1]», avvenuto dopo che il 16 dicembre 2014 era stato realizzato il simbolo del Terzo Paradiso sul mare di Cuba, preannunciando – un fortuito caso – la riapertura del dialogo con gli Stati Uniti. Un incontro che ha dato avvio, proprio in concomitanza con i grandi e delicati stravolgimenti politici in atto, a un cantiere «Rebirth» –  corrispondente a quello che sarà sviluppato a Milano – che agisce mettendo l’arte al centro per una trasformazione della società. Una grande sfida proprio ora che Cuba – teatro dello storico incontro tra Papa Francesco e il patriarca russo Kirill - è in bilico tra essere il ponte per nuovi scenari di civiltà o la «grande torta»[2] che il capitalismo globale è pronta ad inghiottire.
A Milano, in un incontro curato da Fortunato d’Amico, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, docenti, ricercatori universitari, insegnanti, associazioni della società civile, alcuni degli oltre 80 ambasciatori del Terzo Paradiso[3], soggetti impegnati in pratiche di innovazione della società nei diversi ambiti, dall’agricoltura alla salute, dalla tecnologia all’economia, dalla produzione alla politica, dall’architettura alla moda, si confronteranno sull’Agenda dei 17 Development Goals delle Nazioni Unite e sulla Carta di Milano per alimentare il dibattito sui Sette Temi di Cittadellarte (Formazione, Natura e Cultura, Economia e Governo, Antropologia e Sociologia del contemporaneo, Spiritualità, Urbanistica, Attività produttiva ).

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Che si tratti di lavorare sul «bien – vivre», per dirla come EdgarMorin, o di praticare il «Terzo Paradiso[4]», per dirla come Michelangelo Pistoletto, una brezza di cambiamento si percepisce già. Si può ignorare o si può seguire tracciandone il cammino, ove lo scopo è il cammino stesso come ricorda Morin citando Antonio Machado: «Caminante, non hay camino, se hace camino al andar».
 
E se una consapevolezza e una responsabilità ci muovono verso la seconda scelta, allora con piedi a terra e testa tra le nuvole «Impliquons-nous»!

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© Riproduzione riservata
 
Edgar Morin, Michelangelo Pistoletto
Impliquons-nous
in lingua francese
Actes sud ed, 2015
8,80 euro, pp.96
 
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[1] Geografie della Trasformazione è un progetto di Cittadellarte che dal 2003 raccoglie, in una piattaforma virtuale, aperta e in costante aggiornamento, pratiche sociali che concorrono a una trasformazione responsabile della società. Quasi  800 le esperienze mappate sinora. Una nuova geografia fatta di luoghi in cui organizzazioni di diversa natura e provenienza stanno portando avanti pratiche di sostenibilità reale nei più diversi campi e settori della collettività.
[3] Il 21 dicembre 2012 in occasione della celebrazione del Rebirth-day nasce la figura dell'Ambasciatore del Terzo Paradiso
Un impegno, un contributo, un'opportunità di creare con gioia ed entusiasmo il nostro futuro; di essere messaggero di un cambiamento, di un simbolo vivo, vitale e vissuto di un nuovo inizio. L'Ambasciatore rappresenta sul territorio a lui prossimo l'idea stessa del simbolo: una prospettiva che l'arte offre alla società, dal punto di vista culturale, politico, economico, civile, spirituale. Un'assunzione di responsabilità nella trasformazione della società nel mondo. Il progetto Rebirth è a basso impatto, sostenibile e attento alle questioni ambientali; promuove un modello di sviluppo indirizzato alle pratiche del minor consumo di risorse ed è basato sulla libera collaborazione di individui e comunità di tutto il mondo, proponendo il ruolo dell'Ambasciatore come catalizzatore di energie, aiuto, riferimento. (fonte: terzo paradiso.org)
[4] Il Primo Paradiso è quello naturale, di quando eravamo dentro alla mela. Con il morso della mela uscivamo dalla natura e creavamo il paradiso artificiale: il secondo paradiso, che ormai divora la mela. Adesso entriamo nel Terzo Paradiso integrando pienamente la vita artificiale nella vita naturale. È l’opera planetaria di cui noi tutti siamo gli autori. (Michelangelo Pistoletto)