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Genova, la pittura giapponese rinasce al Chiossone (con sponsor giapponesi)

  • Pubblicato il: 30/05/2014 - 11:36
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Orlando

Genova. Il sottotitolo della mostra «La rinascita della pittura giapponese», in corso fino al 29 giugno, recita così:«Vent’anni di restauri al Museo Chiossone di Genova».
L’eccezionalità di poter far vedere, in due turni a rotazione per attenersi ai principi conservativi di esposizione non superiore ai 100 lux e ai 2 mesi, ben 76 dipinti su carta o seta dal XVI al XIX secolo, pari a circa un sesto di quelli posseduti dal museo, si deve infatti a una paziente campagna di restauro che la conservatrice del museo, Donatella Failla, ha condotto grazie a un altrettanto paziente lavoro di relazioni con il Giappone.
Le sue lunghe assenze per studio, che le hanno riservato anche qualche critica, ma condotte anche grazie a borse di studio che si è guadagnata con il proprio valore scientifico, vedono oggi i loro frutti per il museo e per la città.
Dal 1994, oltre alle sue ricerche, la Failla ha tessuto anche una rete di relazioni qualificate che hanno reso possibile, innanzi tutto, far conoscere la singolare specificità di questo museo, con le sue circa 20mila opere donate alla città da una genovese, Edoardo Chiossone, attivo in Giappone dal 1875 al 1891 come incisore al Ministero delle Finanze di Tokyo. In più, ha saputo tradurre questo interesse in sponsorizzazioni per il museo.
Oltre al progetto di illuminazione a led in alcune vetrine e lungo il percorso del museo, garantito da Toshiba, sono stati reperiti molti fondi per restauri dal 1999 a oggi, metà dei qualità integrali. Secondo un programma messo a punto con la Fondazione Sumitomo, sono stati condotti laboratori muniti di licenza per gli interventi sui «tesori nazionali» (kokuhō): Bokushindō e Kōeidō del Museo Nazionale di Kyoto, Handa Kyūseidō del Museo Nazionale di Tokyo, l’Associazione per la Conservazione dei Tesori Nazionali del Museo Nazionale di Kyūshū e il Laboratorio di Restauro della Lacca di Katsumata Satoshi, Saitama.
Ecco l’entità dei finanziamenti che nel rendere possibile questa mostra rimarranno come patrimonio consolidato del museo: 20 milioni di yen (150mila euro ca), garantiti dal Tokyo Research Institute for Cultural Properties noto come Tobunken, oltre 12.500.000 yen (90mila euro ca) da parte della Fondazione Sumimoto e 8 milioni di yen (circa 57mila e 500 euro) dal «Kobe Shinbunsha», il giornale di Kobe.

da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 27 maggio 2014