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E il museo diventa scuola

  • Pubblicato il: 10/06/2011 - 09:28
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Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani
Goshka Macuga "The nature of the beast" 2007

L’installazione del Castello di Rivoli «The Nature of the Beast», in cui Goshka Machuga lega l’arte alla dimensione politica del confronto, è stata location ideale per la prima tavola rotonda del nuovo progetto di «Summer School» di educazione all’arte e attraverso l’arte, che prenderà vita nel museo nell’estate 2012.
L’iniziativa nasce all’interno di Zonarte, la piattaforma che riunisce i dipartimenti di educazione dei musei e delle fondazioni d’arte contemporanea del Piemonte,  sostenuta dalla Fondazione CRT e voluta da Anna Pironti, responsabile del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli.

Numerosi professionisti dell’arte contemporanea hanno risposto all’invito progettuale, condividendo competenze, stimoli e strategie, per mettere a punto un programma formativo in grado di rivolgersi a un pubblico di ogni età e provenienza, specializzato e non.

Sono così emerse linee guida, come quella suggerita da Cristina Proci (Agenzia TU, UniCredit Group) che pensa a una piattaforma interculturale per aprire nuove forme di dialogo con cittadini delle comunità straniere.
A mettere in relazione sfera artistica e sociale sono Lisa Perlo (A. Titolo) e Gabi Scardi, attivatrici di progetti di arte pubblica. Critici e curatori, quali Olga Gambari e Marcella Beccaria, pongono inoltre l’attenzione sulle molteplici modalità di costruzione del significato: dall’interpretazione dell’opera alla sua comunicazione, dal ruolo del museo all’analisi del sistema in cui è inserito.

Processi che Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Accademia Albertina, cala nel contesto della storicizzazione dell’arte, sottolineando, inoltre, l’importanza di poter lavorare con gli artisti. Cecilia De Carli e Silvia Mascheroni, docenti dell’Università Cattolica (che  curano il CREA, il neo-costituito centro di ricerca sull’educazione all’arte),  aggiungono riflessioni su metodologie, ricerca e produzione letteraria in ambito educativo e sollevano la necessità di un lessico comune. Professori d’istituti secondari, operatori museali, funzionari e assessori comunali e altri specialisti ancora, intervengono infine mettendo in luce nodi interdisciplinari, sinergie territoriali, possibilità di cooperazioni pubblico/privato, modelli educativi che vanno dall’età scolare alla terza età, dalla specializzazione post-universitaria alla creazione e all’aggiornamento di competenze sia di manager aziendali e amministratori pubblici, chiamati a sostenere operazioni d’arte, sia di tutte quelle professionalità del settore culturale, turistico e alberghiero che vi gravitano intorno.

Una scuola a struttura orizzontale, dunque, un laboratorio di pensiero in cui ciascuno possa interpretare la complessità del reale attraverso l’arte e i suoi linguaggi.

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