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Cosa chiede la cultura?

  • Pubblicato il: 22/06/2012 - 13:06
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Ugo Bacchella
Ugo Bacchella

La diminuzione delle risorse e in primis il crollo verticale dei trasferimenti pubblici colpisce oggi non solo i progetti, ma le attività istituzionali e i servizi culturali di base alla cittadinanza, mentre paradossalmente si chiede alle istituzioni e organizzazioni di perseguire anche ambiziosi obiettivi di coesione sociale e di marketing territoriale, che richiedono strategie di respiro ampio e di lungo periodo con investimenti certi e continuativi. Ne derivano sentimenti diffusi di rabbia e frustrazione, rinuncia a progettare il futuro e a fare i conti con mutamenti della realtà, in una sorta di paralisi di fronte a terre incognite. Ma le trasformazioni degli ultimi anni, rivoluzione digitale in testa, aprono grandi opportunità di radicali innovazioni nel sistema d’offerta e di produzione artistica e culturale, superando la natura sostanzialmente elitaria della partecipazione culturale. Si può cogliere questa occasione senza smarrire il senso, snaturare la missione, tradire i principi fondanti culturali, istituzionali, etici.
Occorre però un’autentica opera di rilegittimazione del lavoro artistico e culturale e delle politiche culturali, del ruolo insostituibile delle organizzazioni culturali come luoghi socializzazione del sapere, di produzione e diffusione di conoscenza e di crescita civile, incubatori della nuove imprese creative. Questo percorso non può consistere solo in una chiamata alle armi per una peraltro indispensabile battaglia civile e politica volta a conquistare risorse pubbliche degne del patrimonio nazionale, e normative e incentivi che favoriscano l’assunzione di responsabilità da parte del mondo economico, della società civile, dei cittadini. Una nuova prospettiva di crescita umana civile ed economica fondata su arte e cultura deve essere composta giorno dopo giorno con tenacia e intelligenza, costruendo progettualità frutto di collaborazioni, convergenze e partnership non solo tra i diversi soggetti del mondo artistico e culturale ma tra organizzazioni culturali, privato sociale, fondazioni, imprese ed enti pubblici territoriali. In questa direzione le fondazioni tutte, d’impresa e di famiglia, di origine bancaria e miste pubblico- private possono giocare un ruolo attivo di grande rilevanza, nel promuovere, sostenere, partecipare a processi d’innovazione dell’offerta, sperimentazioni gestionali, ricerca di forme di sostenibilità economica e sociale. Le fondazioni per loro natura hanno margini di libertà d’iniziativa e possibilità di rischiare, elementi preziosi in anni d’incertezza e transizione, a fronte di amministratori pubblici che, in scarsità di risorse, tenderanno alla difesa dell’esistente e al consenso mentre le imprese dal canto loro si concentreranno ancor più sul core business per mantenere le posizioni sui mercati.
 
 
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Ugo Bacchella è Presidente di Fondazione Fitzcarraldo