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Attualità e cultura dell'Afghanistan al MAO di Torino

  • Pubblicato il: 12/10/2012 - 01:21
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo

Torino. Giovedì 4 ottobre si è svolta al Museo di Arti Orientali (MAO) di Torino una conferenza dal titolo «1960-2012: Afghanistan in Pace e in Guerra» alla quale hanno preso parte l’architetto Andrea Bruno, che da oltre cinquant’anni lavora a progetti di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale afghano, e il giornalista Duillio Giammaria, cronista degli eventi bellici e socio-culturali di questa regione. Questa conversazione-intervista è un evento collaterale a completamento della mostra fotografica «UNESCO's activities in Afghanistan - Jam and Herat in the pictures of Andrea Bruno» organizzata dal MAO in collaborazione con l'Unesco World Heritage Centre, che sarà aperta al pubblico fino a domenica 7 ottobre. Nella sala polifunzionale del museo è allestita una selezione d’immagini fotografiche scattate da Andrea Bruno a testimonianza di cinquant’anni di salvaguardia del patrimonio afgano tra distruzioni e ricostruzioni. Questo racconto illustrato si concentra sugli interventi di tutela effettuati sui monumenti della città di Herat e del minareto di Jam, che hanno visto collaborare esperti internazionali con le maestranze locali della popolazione afgana, sempre più consapevole della necessità di proteggere e valorizzare il suo patrimonio artistico - culturale.
Andrea Bruno ha lavorato a livello internazionale nell'ambito del restauro architettonico di edifici storici, pubblici e di musei e dal 1974 è consulente UNESCO per il restauro e la conservazione del patrimonio artistico e culturale. In questa veste ha preso parte a diverse missioni ufficiali. È stato docente di restauro architettonico presso il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano e l’ICCROM di Roma e fino al 2010 presidente del Centre d’Etudes pour la Conservation du Patrimoine Architectural et Urbain della Katholieke Universiteit di Leuven in Belgio.
Duilio Giammaria ha lavorato a lungo durante le guerre in Iraq e in Afghanistan come inviato per gli Esteri e dal 1998 è inviato speciale nella redazione Esteri del TG1, dove ha concentrato la sua attività soprattutto nelle aree colpite da crisi politica e da conflitti bellici. La sua esperienza in Medio Oriente è stata condensata nel libro «Seta e Veleni Racconti dall’Asia Centrale», pubblicato da Feltrinelli.
Durante l'incontro di giovedì sera le esperienze complementari di Andrea Bruno e Duilio Giammaria hanno cercato di ricostruire, intrecciando il piano socio-politico a quello culturale, i momenti salienti che hanno guidato le profonde trasformazioni sociali e culturali dell’Afghanistan dopo decenni di continui conflitti. La conversazione è stata accompagnata dalla proiezione di una ricca selezione d’immagini provenienti dall’archivio fotografico di Andrea Bruno. Gli scatti hanno presentato sia monumenti e paesaggi ormai scomparsi sia il tenace lavoro di molte istituzioni straniere quali l’UNESCO, il Ministero degli affari Esteri italiano, l’IsiaO e il Centro Scavi di Torino che cercano di contribuire alla difesa e tutela del patrimonio artistico afghano.
L'incontro si è concluso rimarcando come l'instabile contesto politico sia una forte minaccia per la conservazione del patrimonio culturale; infatti le campagne di scavo e i progetti di consolidamento e di restauro sul minareto di Jam, sul mausoleo di Abdur-Razzaq a Ghazni e sulla cittadella di Herat non potranno passare alla successiva fase di studio e valorizzazione finché le condizioni politiche non lo permetteranno.

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