Arte e devozione nelle meraviglie di carta della Pinacoteca Agnelli
Torino. Nuova mostra temporanea dal 5 aprile per la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, «Meraviglie di carta. Devozioni creative dai monasteri di clausura», visibile fino al 2 settembre 2012. Apparentemente una mostra dedicata ad immagini devozionali sembrerebbe deviare della linea di ricerca della Pinacoteca Agnelli, ma in realtà si inserisce nel ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo privato che è diventato uno dei percorsi di ricerca più cari alla Pinacoteca. La mostra infatti raccoglie circa 150 esemplari di paperoles scelti tra diverse collezioni private; molti pezzi provengono dalla collezione della fotografa americana Nan Goldin.
Il riferimento ai monasteri di clausura presente nel titolo è legato alla nascita delle parperoles, dette anche papier roulés, tradizionalmente realizzati da suore di clausura come reliquiari dedicati non al culto pubblico ma all'uso domestico o conventuale.
Le prime paperoles sono confezionate nel corso del XVII secolo nei paesi di fede cattolica e sono frutto di raffinate tecniche artigianali, realizzate dalle suore per essere donate a benefattori del convento o offerte per ornare cappelle e altari.
Questi oggetti erano realizzati a partire da materiali semplici e poveri, quali carta cere, avori, vetri e cristalli, che attraverso una minuzioso lavorazione ispirata alla tecnica orafa della filigrana impreziosivano un semplice reliquiario con riferimenti teologici e agiografici. Come sottolineato nel comunicato stampa «Le peculiarità di questi oggetti - una lunga e laboriosa preparazione, la dedizione al lavoro come atto di preghiera, la semplicità e “povertà” dei materiali impiegati - sembrano rappresentare al meglio quella “regola” propria degli ordini religiosi. Il risultato estetico è assimilabile al valore artistico di queste piccole opere d’arte».
Tecnicamente le paperoles erano confezionate arrotolando su se stesse striscioline di carta dorata e colorata per creare motivi floreali, successivamente impreziositi da perline, conchiglie, coralli, piccole pergamene, ritagli di stoffa, pezzetti di vetro e frammenti ossei attribuiti ai santi, di modo che alla ricchezza barocca della decorazione corrisponde un forte valore simbolico e religioso.
Oltre alle paperoles sono in mostra diversi reliquiari di tipologie e periodi storici differenti, perlopiù di provenienza francese. Spiccano gli Agnus Dei, oggetti devozioni realizzati dalla fusione di ceri pasquali benedetti, i reliquiari settecenteschi a forma di altare e i medaglioni realizzati in “pasta di tutti i santi”, una specie di carta pesta in cui nel cui impasto venivano mescolati cartone e terra delle catacombe e dalle tombe dei martiri.
La mostra, curata da Elena Geuna, è corredata da una serie di scatti di Nan Goldin, diventata celebre per i suoi scatti intimi e personali della parte trasgressiva e nascosta della vita a New York negli anni '80. Sarà molto interessante vedere come il suo obiettivo abbia deciso di immortalare degli oggetti in cui convivono aspetti artistici e devozionali.
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